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Estero
"Estranea alla caduta di Berlusconi. Colpita da Renzi. Musk mi preoccupa". Le verità di Angela Merkel
23-11-2024, 13:06
AGI - "No, smentisco categoricamente". Così Angela Merkel, in una intervista al Corriere della Sera, risponde alla domanda su quanto riportato dal Wall Street journal, ovvero che l'allora cancelliera tedesca (dal 2005 al 2021) ebbe una parte nella caduta di Silvio Berlusconi. In particolare, secondo quanto riportato dal quotidiano americano, Merkel avrebbe sollecitato un cambio di governo a Roma durante una telefonata con Giorgio Napolitano. "La caduta di Berlusconi? Non c'entro nulla" "Non mi sono mai immischiata negli affari interni di un Paese amico", dice Merkel respingendo la ricostruzione. "E di questa variante non avevo mai sentito parlare. E' stato anche detto che una conferenza stampa di Nicolas Sarkozy e mia (Consiglio europeo di Bruxelles 2011, ndr) avrebbe contribuito alla caduta di Berlusconi. Non lo credo. Non è assolutamente possibile che un capo di governo straniero causi la caduta di un altro. Questo ha sempre a che fare con i fatti interni di un Paese". "Con il Cav un lavoro più che amichevole" Il lavoro con Silvio Berlusconi, "più amichevole di quanto in molti pensino", la 'folgorazione' per l'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, il rapporto di "fiducia" con Giuseppe Conte. Angela Merkel offre una carrellata del suo lavoro con i premier italiani che si sono avvicendati a Palazzo Chigi durante i 15 anni di mandato da Bundeskanzler. "Da cancelliera ho cooperato bene con tutti i presidenti del Consiglio italiani. Prodi è stato il primo, per breve tempo. Lo avevo conosciuto quando era presidente della Commissione europea. Mi aveva colpito che spingesse con entusiasmo per l'ampliamento a Est dell'Unione. Citava volentieri Helmut Kohl: 'La Storia è la Storia'. Così motivava la posizione che tutti i Paesi dell'Europa centro-orientale entrassero allo stesso momento", spiega la cancelliera. "Con Silvio Berlusconi ho lavorato più amichevolmente di quanto molti pensavano. Si adoperava sempre per raggiungere comuni compromessi europei. Questo l'ho apprezzato. Durante la crisi dell'euro la cooperazione con lui è diventata più difficile. Mario Monti lo conoscevo e lo stimavo da quando era commissario europeo alla concorrenza. Era da un lato affascinato dalla Germania, dall'altro sempre in guardia, e a ragione, che essa a causa della sua forte economia non avesse un ruolo speciale. E' stata la sua idea fissa da capo del governo durante la crisi monetaria". "Renzi mi colpì subito" Matteo Renzi si fece notare a Berlino ben prima di succedere a Enrico Letta: "Con Matteo Renzi ci fu un fatto interessante, già prima che succedesse a Enrico Letta, col quale ho anche lavorato bene. Quando era sindaco di Firenze catturò la mia attenzione una sua intervista a un giornale tedesco, in cui diceva che l'Italia doveva semplicemente fare delle riforme. Mi piacque molto e l'ho invitato alla cancelleria". E ancora: "Al tempo in cui molti migranti arrivavano in Europa, ho stabilito una collaborazione di fiducia anche con Giuseppe Conte. Paolo Gentiloni organizzò per noi leader dell'Ue una indimenticabile celebrazione per i 50 anni dei Trattati di Roma e questo ha rafforzato la coesione europea. Infine, con Mario Draghi abbiamo preparato insieme con successo il G20 di Roma nel novembre 2021 sotto le difficili condizioni della pandemia". "Napolitano e Mattarella una grande fortuna per l'Italia" "Durante tutti i miei anni da cancelliera, l'Italia ha avuto due meravigliosi Capi dello Stato: Napolitano e Mattarella. La considero una grande fortuna per il vostro Paese". Ucraina e Trump "Sulla trattativa, naturalmente nulla deve passare sopra la testa dell'Ucraina. Allo stesso tempo penso però che i molti Paesi che sostengono l'Ucraina debbano decidere insieme a essa quando si potrà discutere con la Russia di una soluzione diplomatica. Non può essere solo Kiev a decidere". Nella sua autobiografia di 700 pagine in uscita il 26 novembre, intitolata "Libertà", Merkel solleva timori per l'ordine democratico occidentale con Donald Trump. Alla domanda di Der Spiegel che l'ha intervistata, in merito alla sfida posta da Trump, o meglio se fosse cresciuta da quando è stato eletto per la prima volta nel 2016, Merkel ha risposto: "Ora c'è un'alleanza visibile tra lui e le grandi aziende della Silicon Valley che hanno un enorme potere attraverso il capitale". Musk, che sta consigliando Trump per il suo secondo mandato, è stato incaricato dal presidente eletto di guidare un dipartimento di efficienza governativa di nuova creazione insieme a Vivek Ramaswamy. Merkel ha affermato che gli intrighi finanziari del capo di SpaceX e Tesla hanno reso tale nomina altamente problematica. "Se una persona come lui è il proprietario del 60% di tutti i satelliti in orbita nello spazio, allora deve essere una grande preoccupazione per noi insieme alle questioni politiche", ha sottolineato l'ex cancelliera, argomentando che "la politica deve determinare l'equilibrio sociale tra i potenti e i cittadini comuni". Ha poi osservato che nella crisi finanziaria del 2007-08 durante il suo primo mandato come cancelliere tedesco, "la sfera politica era l'autorità finale che poteva sistemare le cose" con misure come i salvataggi abbinati a nuove normative. "E se questa autorità finale è troppo fortemente influenzata dalle aziende, sia attraverso il potere del capitale che attraverso le capacità tecnologiche, allora questa è una sfida senza precedenti per tutti noi", ha prospettato Merkel. Ha inoltre affermato che uno dei parametri di riferimento che contraddistingue le società libere è il controllo chiaro del potere aziendale e l'influenza degli ultra-ricchi. "In una democrazia, la politica non è mai impotente contro le aziende", ha insistito Merkel.
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