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Estero
Francesca Gino licenziata da Harvard. La versione della docente all'AGI
30-05-2025, 12:43
AGI - Dopo un lungo braccio di ferro e una dura battaglia in tribunale, martedì scorso l'università più prestigiosa al mondo ha deciso di revocare ufficialmente la cattedra a Francesca Gino, professoressa italiana alla Harvard Business School, nota per la sua attività di ricerca su onestà e comportamento etico. L'Ateneo accusa Gino di aver manipolato i dati per supportare le sue tesi in almeno quattro occasioni. Raggiunta dall'Agi, la docente - laureata con lode in Economia a Trento, dottorato alla Sant'Anna di Pisa e dal 2010 titolare della cattedra di Business administration ad Harvard - continua a proclamare la sua innocenza. "Come ho detto sin dall'inizio di questa storia, io non ho avuto alcuna condotta accademica scorretta e lo ribadirò fino alla fine", scandisce Gino puntando il dito contro l'ateneo a suo avviso colpevole di averle impedito di difendersi e di averla messa a tacere. "Da quando sono arrivate le prime accuse - ricorda la 47enne originaria di Tione - Harvard mi ha letteralmente impedito di difendermi pubblicamente. Prima proibendomi di commentare e discutere del caso mentre era in corso l'indagine, poi vietandomi di discutere su quanto mi si accusava anche durante il procedimento per la revoca della mia cattedra". Considerata una delle promesse accademiche dell'Ivy League, Gino ha iniziato a lavorare alla Harvard Business School nel 2010 come professore associato. Poi la scalata: dal 2018 al 2021 è capo dell'Unita' Negoziazioni, Organizzazioni e Mercati e la sua attività di ricerca inizia a essere ampiamente presentata da numerosi media, come il New York Times, il Wall Street Journal e NBC News. Poi le prime indagini e i primi dubbi sul suo lavoro Secondo il Daily Mail, alcuni interrogativi sulle sue ricerche sono emersi per la prima volta già nel 2012 in merito a uno studio di cui Gino è coautrice, che mirava a dimostrare che far firmare alle persone un impegno di onestà all'inizio di un modulo, piuttosto che alla fine, aumenta le risposte sincere. Ma è nel 2021 che le accuse nei suoi confronti iniziano a prendere forma, quando un trio di data blogger - Uri Simonsohn, Leif Nelson e Joe Simmons - inizia a esaminare una serie di studi di cui Gino era coautore da oltre un decennio. Dopo due anni i tre condividono con la Business School le prove che ritengono in grado di dimostrare la falsificazione dei dati, e al termine dell'indagine l'università conclude che la docente è colpevole di aver manipolato dati per supportare le sue tesi in almeno quattro studi, sospendendola con congedo amministrativo non retribuito. Gino nega le accuse e presenta una causa da 25 milioni di dollari contro Harvard, il preside della Business School Srikant Datar e i blogger di Data Colada, accusandoli di diffamazione, discriminazione di genere e violazione della privacy. Ma il tribunale di Boston respinge le sue richieste ritenendo l'attenzione mediatica e accademica nei suoi confronti giustificata, in quanto considerata una figura pubblica. Allo stesso tempo, i giudici decidono di proseguire l'esame della causa in merito a una possibile violazione contrattuale da parte dell'università e alle presunte azioni disciplinari ingiustificate nei confronti della docente. Questa settimana il nuovo capitolo del 'Gino-gate'. L'ateneo prende la decisione di revocare la cattedra alla professoressa italiana, che a sua volta promette battaglia. "Sono profondamente dispiaciuta e delusa per il modo in cui l'Università più importante del mondo si è comportata, ma ora che questo processo è terminato, sono libera di dimostrare perché la sua conclusione è totalmente sbagliata" dice Gino, "continuerò a lottare e farò tutto ciò che è in mio potere per rimediare a questo torto".
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