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Estero
G20 di Johannesburg, primo vertice in Africa: assenti gli USA e divisioni profonde tra i membri
Oggi 19-11-25, 15:49
AGI - Il vertice G20 di Johannesburg, il primo ospitato nel continente africano e il primo con la partecipazione dell'Unione africana come membro a pieno titolo, si apre in un clima molto più difficile del solito, con divisioni profonde tra i membri, l'assenza totale degli Stati Uniti e la prospettiva incerta di arrivare a un documento finale condiviso. Non c'è al momento alcuna garanzia che si possa concordare una dichiarazione dei leader: la presidenza sudafricana punta a ottenerla, ma l'assenza degli Usa - in una struttura che funziona solo per consenso - rende complicato produrre un testo che possa essere definito "G20". Una possibile via d'uscita che si sta esplorando è una 'dichiarazione del summit' di 'di Johannesburg' firmata solo dai leader presenti, diversa da una dichiarazione della presidenza G20, che rifletterebbe invece unicamente la posizione di Pretoria. Tensioni politiche e temi divisivi Sul piano politico, i negoziati risultano particolarmente tesi. I temi più divisivi restano clima ed energia, gender, materie prime critiche, geopolitica e linguaggio sulla guerra in Ucraina. Russia e Arabia Saudita sono tra i Paesi che pongono maggiori resistenze sulla parte climatica, mentre diversi membri emergenti esprimono frustrazione per l'assenza statunitense, percepita come un segnale di disinteresse verso il forum. L'Ue vuole sostenere pienamente la presidenza sudafricana e punta a evitare qualsiasi arretramento rispetto al linguaggio su clima e transizione energetica concordato al precedente G20 di Rio, considerato una linea rossa. Resta però complesso trovare un equilibrio condiviso anche su temi come le restrizioni all'export di materie prime critiche, tema su cui non esistono divisioni solo con la Cina: anche diversi Paesi africani, presenti come ospiti della presidenza, applicano proprie limitazioni. Nel contesto del primo G20 africano, Pretoria spinge inoltre per includere riferimenti a disuguaglianze globali e debito africano, sostenuta da un report presentato in questi giorni e accolto favorevolmente da molte delegazioni, anche se non si prevede un accordo formale su soluzioni operative. Non è atteso invece particolare avanzamento sulla questione del debito, dove molti Paesi africani chiamano in causa direttamente la Cina come principale creditore. Nonostante le tensioni, la volontà comune è aiutare il Sudafrica a chiudere con successo il vertice, pur in un anno segnato da forti polarizzazioni. In vista della prossima presidenza Usa del G20, definita dagli sherpa totalmente imprevedibile nelle priorità e nelle modalità di lavoro, tant'è che l'agenda americana non verrà annunciata durante il summit sudafricano.
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