s
Cronaca
Garlasco, che cosa sta cercando la procura di Brescia su Venditti. E il suo avvocato scrive a Nordio
Oggi 25-10-25, 17:51
AGI - Nella nuova richiesta di sequestro dei dispositivi informatici dell'ex procuratore pavese Mario Venditti e degli ex carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, la Procura di Brescia 'scopre' con precisione le carte su quello che sta cercando per avvalorare l'ipotesi che l'ex magistrato sia stato corrotto per chiedere di archiviare Andrea Sempio nel 2017 a un gip che ha poi condiviso le sue considerazioni. "Tra gli elementi su cui occorre fare chiarezza, vi è l'accertata disponibilità da parte dei Sempio della consulenza di Linarello - scrivono i pm - prima che essa fosse oggetto di discovery, atteso che è stata consegnata al loro consulente tecnico generale Garofano il 13 gennaio 2017 e vi è dunque la necessita' di cercare chi ne abbia avuto la materiale disponibilità in quel periodo, verificando se essa fosse memorizzata negli apparati informatici in sequestro e se essa sia stata inviata a terzi a mezzo di canali informatici". Sempio e la consulenza di Linarello Gli inquirenti ipotizzano che Andrea Sempio fosse consapevole delle domande che gli sarebbero state rivolte interrogatorio del 10 febbraio 2017 prima dell'archiviazione arrivata un mese dopo, a cominciare dai contenuti della consulenza del genetista della difesa Stasi, Pasquale Linarello. La Procura esplicita che si cerca "la documentazione e i dati di tipo informatico contenuti o memorizzati all'interno dei dispositivi e dei supporti consistenti in comunicazioni effettuate mediante c-mail, sms,mms o applicativi di messaggistica istantanea, file di documenti e fotografie presenti sui pc, sui dispositivi smartphone o tablet e sui supporti di archiviazione di dati" relativi ad alcuni "temi investigativi". L'obiettivo è 'superare' lo stop del Riesame al precedente sequestro di dispositivi elettronici bocciato perché non ben circostanziato ma "non nel merito". Temi investigativi chiave Ed ecco quindi quali sono i temi investigativi. Spiccano le "modalità di svolgimento delle indagini compiute nel 2016/2017 a carico di Sempio, i rapporti tra gli inquirenti (pm e polizia giudiziaria) con la famiglia Sempio o i loro avvocati e consulenti tecnici, il versamento di denaro agli inquirenti, anche attraverso terzi-soggetti, per influire su tali indagini, i canali di monetizzazione del denaro da parte della famiglia Sempio". Per acquisire questa massa di dati, precisano, "è indispensabile disporre della integrale copia forense dei contenuti dei dispositivi e supporti indicati, non essendo possibile allo stato individuare delle specifiche chiavi di ricerca per effettuare una selezione mirata delle informazioni utili ai fini delle indagini, solo che si consideri come le indagini a carico di Sempio abbiano coinvolto una pluralità di soggetti (polizia giudiziaria, difensori dell'indagato e della parte civile, consulenti tecnici, magistrati) e siano state potenzialmente, ma molto verosimilmente, oggetto di commenti e di interazioni con ulteriori persone (che non sono identificabili ex ante) non solo all'epoca del loro svolgimento, ma anche in epoca più recente, coincidente con la richiesta di riapertura delle indagini presentata dalla Procura di Pavia al gip". Indicare le parole chiave, precisano i pm, farebbe correre "il rischio di tralasciare elementi di rilievo investigativo non più recuperabili dopo la restituzione della copia-mezzo (cioè la copia integrale di tutto il materiale sequestrato, ndr)". "Ad esempio, non è possibile ricercare con parole chiave delle fotografe che in ipotesi siano utili alla ricostruzione e alla prova dei fatti, quali immagini di atti del procedimento, di soldi, di incontri, di rapporti personali tra gli indagati - si legge nella richiesta di sequestro -. Inoltre, non è possibile individuare con parole chiave delle conversazioni contenenti linguaggio criptico o allusivo (che deve ritenersi utilizzato in contesti quale quello di specie in cui si trattano argomenti illeciti ovvero scambiate con soggetti memorizzati nei device con nomignoli o abbreviazioni". Per questo la proposta della Procura bresciana è quella di selezionare i temi d'indagine e non delle semplici parole "entro due mesi dalla disponibilità della copia forense, a seguito di ispezione informatica della copia-mezzo da parte della Polizia Giudiziaria sulla scorta delle acquisizioni investigative in continuo sviluppo". Nemmeno è possibile selezionare, in questa fase, tra i dispositivi a disposizione delle persone interessate dal sequestro perché i dati potrebbero essere stati memorizzati "in diversi apparati alla luce dell'ampio arco temporale in cui essi si possono essere sviluppati, potendo tale selezione essere svolta solo all'esito della loro complessiva analisi e dell'analisi degli alt strumenti e dati acquisiti nel corso delle indagini". E l'interesse mediatico potrebbe avere fatto accrescere il materiale utile visto che si fa riferimento alla "più che verosimile presenza di contatti e conversazioni, avvenute in qualsivoglia modalità (testuale, vocale, fotografica, etc.), aventi a oggetto lo svolgimento - già definito anomalo - delle indagini" della Procura di Pavia quando c'era Venditti. Ipotesi "ulteriormente corroborata dall'imponente eco mediatica che la vicenda ha avuto nell'ultimo anno e mezzo, elemento che supporta l'ipotesi di presenza, all'interno dei dispositivi in sequestro, di nuove conversazioni utili a ricostruire i fatti e le connesse responsabilità". Gli inquirenti parlano "di sviluppi allo stato non prevedibili delle indagini, quali il coinvolgimento di terzi allo stato non individuati ovvero dinamiche illecite ma a oggi non note". Caccia anche alle fotografie "di rilevante utilità che possono essere memorizzate negli apparati informatici oggetto di sequestro. Deve infatti considerarsi come, per la distanza temporale dai fatti, non sia possibile acquisire i tabulati del traffico telefonico e come sia dunque indispensabile ricavare i dati dei contatti e delle connessioni avvenute". Infine, "di estrema utilità potrebbe rivelarsi l'individuazione e l'acquisizione dei contenuti delle cosiddette 'device notification', cioè delle anteprime dei messaggi di testo inviati per il tramite di applicazioni di messaggistica istantanea, acquisibili anche laddove le relative chat fossero state medio tempore cancellate; ipotesi tutt'altro che remota, alla luce delle considerazioni sopra esposte sull'eco mediatica dell'indagine e della discovery della stessa". E il difensore di Venditti scrive a Nordio "Onorevole Ministro Nordio, ancora una volta, e con maggiore allarme, mi rivolgo fiducioso a Lei per quanto accade nella vicenda Garlasco, vicenda che si sottrae a ogni forma di regola di civiltà giuridica". Lo scrive l'avvocato Domenico Aiello, legale dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti, rivolgendosi al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. "Oggi i due principali quotidiani italiani, evidentemente garantisti a convenienza, danno ampio risalto dell'avvenuta notifica di un nuovo decreto di sequestro notificato a tre o più indagati, l'imprecisione è d'obbligo atteso che nessuno, tra indagati e difensori, allo stato ha ricevuto la citata notifica.- scrive ancora Aiello - Ai cronisti contattati allo scopo mi confermano che avrei ricevuto ieri la notifica, a mia insaputa dunque, e pertanto già da ieri sera risulterebbero legittimati a riportare notizia e presunti contenuti. Sarebbe il terzo decreto di sequestro sui beni del dottor Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari da corruttore ignoto". I decreti di sequestro e le irregolarità Il legale entra nello specifico: "Il primo decreto di sequestro è stato annullato dal Riesame di Brescia, siamo in attesa di conoscere le motivazioni, il secondo sequestro è stato gravato da istanza di Riesame e siamo da settimane in attesa: il Tribunale non ha potuto fissare udienza per omesso deposito degli atti da parte della Procura di Brescia, la stessa che avrebbe emesso un terzo, ripeto terzo sequestro (o altro provvedimento), sempre sui medesimi beni già detenuti dagli inquirenti da fine settembre scorso. Rammento che il Tribunale di Brescia ha ordinato, decidendo il primo riesame, la restituzione degli apparati e l'inutilizzabilità di ogni informazione nelle more estratta. Decisione inutile vista l'aggressione in corso, senza precedenti. La difesa è costretta a misurarsi con l'ignoto, e con la stampa che ha notoriamente ben altri pur legittimi scopi. L'appello al ministro: giustizia e decoro La imploro signor Ministro: è necessario sottrarre la critica di un giudicato al 'furor di Popolo'; è necessario ripristinare rispetto e decoro per la Giustizia; è necessario garantire l'indagato di fronte a tali abusi". Campagna demolitoria e sospensione delle regole E ancora Aiello, riferendosi a Venditti, scrive che "pare sia in corso tra Pavia (incompetente) e Brescia una ampia indagine, senza confini o termini, sulle diverse indagini condotte in passato dall'ex Procuratore aggiunto, una vera campagna demolitoria in assenza di regole, rispetto e di notizie criminis. Le più elementari regole processuali e la stessa Costituzione paiono sospese nella vicenda Garlasco. Tutto avviene a mezzo media e stampa dispiegate massicciamente a supportare le fazioni in campo. Cui bono prodest?".
CONTINUA A LEGGERE
3
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano
