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Cronaca
Garlasco, i periti davanti al giudice. Si "costruiscono" le prove
Oggi 17-12-25, 20:16
AGI - Non si deciderà nulla domani ma il sapore dell'udienza che chiude l'incidente probatorio sull'omicidio di Garlasco sarà quello di un processo anticipato. Almeno sul tema delle prove scientifiche perché tutto il resto, quelle che vengono definite le attività tradizionali d'indagine, resterà fuori dall'aula della giudice Daniela Garlaschelli che ha convocato avvocati ed esperti a Pavia con inizio alle dieci. Già nelle relazioni depositate a 24 ore dall'appuntamento che chiude un percorso iniziato a marzo le parti scoprono i temi sui quali si accenderanno. Pronti via, la parola sarà data subito alla perita Denise Albani chiamata a illustrare i passaggi e gli esiti dell'incidente probatorio a cominciare da quelli sul dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi riconducibile alla linea paterna di Andrea Sempio ma, per ammissione della stessa poliziotta scientifica, con diverse "criticità". Le relazioni degli esperti Su queste punteranno sia la difesa dell'indagato sia la parte civile Poggi mentre la Procura e il team di Alberto Stasi esalteranno il dato dell'attribuzione del dna. "L'unico elemento realmente interessante e inedito è il rilievo del dna di Stasi sull'Estathé trovato nel sacchetto della spazzatura la mattina del delitto" sostiene il genetista Marzio Capra nella relazione di dodici pagine. Gli altri esiti, è la valutazione dell'esperto che affianca la famiglia della vittima assieme a Dario Redaelli, sono in linea con quanto già emerso in questa infinita storia giudiziaria. Capra dà spazio nel suo dossier anche a quello che definisce "inquinamento" da parte del personale sanitario, durante l'autopsia, di una garza che era nella bocca della ragazza. Le critiche al metodo Inoltre nella relazione, e non senza una sfumatura polemica, scrive che all'epoca della perizia firmata da Francesco De Stefano nel 2007, durante l'appello bis, vennero effettuate le "repliche" degli esami sul materiale genetico, circostanza non condivisa da Albani. Alla perita incaricata dal Tribunale di Pavia di fare chiarezza Capra imputa anche di non avere analizzato i "dati grezzi" e di avere utilizzato un software del 2005, quindi vetusto, per l'analisi biostatistica calibrato non su un database italiano ma europeo. Le posizioni della difesa Anche la difesa di Andrea Sempio, con gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia e i consulenti Marina Baldi e Armando Palmegiani, ha depositato una relazione in cui si avanzano perplessità sull'attribuzione del dna a Sempio viste anche le caratteristiche di materiale genetico "parziale, misto e non consolidato" e dubbi sul metodo biostatistico. Il ruolo della Procura La Procura, con i suoi consulenti Carlo Previdere e Pierangela Grignani, e la difesa di Alberto Stasi, con gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis e gli esperti Ugo Ricci e Pasquale Linarello, valorizzano nel loro studio le conclusioni di Albani. Dopo la perita, prenderanno la parola tutti i legali, anche a nome dei consulenti. La giudice Garlaschelli ascolterà ma non deciderà nulla. L'udienza serve per "cristallizzare" la prova nel senso che in futuro non si dovranno ripetere gli esami già svolti con tutte le garanzie del contraddittorio. Gli scenari futuri A decidere sul significato investigativo di questi elementi sarà invece un eventuale giudice per le indagini preliminari (non Garlaschelli) che dovrà valutare se rinviare a giudizio o chiedere l'archiviazione per Sempio. Sempre se la Procura, come appare molto probabile, concluderà questi mesi di lavoro indicando in Sempio il possibile killer alternativo ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere.
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