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Estero
Gaza, spiragli di intesa. Hamas accetta il disarmo. Netanyahu punta alla "vittoria totale"
Oggi 07-10-25, 14:06
AGI - Iniziano ad arrivare le prime reazioni sui colloqui indiretti in corso a Sharm el Sheikh tra Hamas e Israele. Benjamin Netanyahu è ottimista sulla fine della guerra a Gaza, ma ha avvertito che Israele non si accontenterà di niente di meno che una vittoria totale. "Siamo vicini alla fine della guerra, ma non ci siamo ancora", ha chiarito in un'intervista rilasciata a Ben Shapiro alla vigilia del secondo anniversario dell'eccidio del 7 ottobre 2023. "Ciò che è iniziato a Gaza finirà a Gaza, con il rilascio di tutti i nostri e la fine del regime terroristico di Hamas", ha detto il premier israeliano citando 46 persone in cattività, mentre in totale sono 48. "Venti dei rapiti" - ha poi confermato "sono ancora vivi". Ma per Netanyahu, bisogna andare fino in fondo. "Hamas, ha detto, non è ancora stato completamente distrutto: "Ci arriveremo. Anche Hezbollah, la Siria e gli Houthi hanno subito duri colpi. Israele è emerso da quel giorno come il paese più forte della regione, ma abbiamo ancora delle cose da fare per completare la vittoria", ha sottolineato. Netanyahu ha poi fatto riferimento alla possibilità di espandere gli Accordi di Abramo. "Possiamo raggiungere più accordi di pace, non solo in Medio Oriente, ma prima dobbiamo porre fine alla guerra a Gaza", ha chiarito, spiegando che diversi grandi paesi a maggioranza musulmana sono già in contatto con Israele. In Israele, intanto, nel secondo anniversario del 7 ottobre, diverse decine di cittadini israeliani stanno protestando davanti alle abitazioni di ministri e membri della Knesset, chiedendo la fine della guerra e il ritorno dei rapiti. Vicino all'abitazione del Ministro degli Esteri Gideon Saar, sono stati letti i nomi dei 48 rapiti, mentre fuori dall'abitazione del Ministro dei Trasporti Miri Regev, i manifestanti hanno esposto cartelli con la scritta, "Non dimenticheremo e non perdoneremo". Le prime reazioni di Hamas e del Qatar Ottimismo confermato dai negoziatori di Hamas. La prima tornata di negoziati indiretti tra Hamas e Israele ieri a Sharm el Sheikh è stata "positiva", hanno affermato fonti di Hamas, aggiungendo che il gruppo islamista "avrebbe accettato di consegnare le sue armi a un comitato egiziano-palestinese". Al contempo, l'agenzia Efe fa sapere che da Hamas è arrivato un no alla possibilità che Tony Blair diventi il governatore di Gaza. Se Tel Aviv e il gruppo islamista hanno espresso dei primi pareri postivi sull'esito dei negoziati, Doha mostra cautela. "Non possiamo parlare di ottimismo o pessimismo riguardo ai risultati dei negoziati ripresi oggi a Sharm el-Sheikh. È troppo presto. Molti dettagli del piano di Trump richiedono ancora un accordo". Ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, citato da Yedioth Ahronoth. "Apprezziamo comunque l'impegno degli Stati Uniti nel porre fine alla guerra a Gaza e stiamo lavorando con loro per raggiungere un consenso sul fatto che l'attuazione del piano Trump non sarà temporanea", ha aggiunto al-Ansari.
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