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Estero
Gaza, spiragli di intesa. Hamas accetta il disarmo. Trump: "Reale possibilità di un accordo di pace"
Oggi 07-10-25, 18:55
AGI - Iniziano ad arrivare le prime reazioni sui colloqui indiretti in corso a Sharm el Sheikh tra Hamas e Israele. Benjamin Netanyahu è ottimista sulla fine della guerra a Gaza, ma ha avvertito che Israele non si accontenterà di niente di meno che una vittoria totale. "Siamo vicini alla fine della guerra, ma non ci siamo ancora", ha chiarito in un'intervista rilasciata a Ben Shapiro alla vigilia del secondo anniversario dell'eccidio del 7 ottobre 2023. "Ciò che è iniziato a Gaza finirà a Gaza, con il rilascio di tutti i nostri e la fine del regime terroristico di Hamas", ha detto il premier israeliano citando 46 persone in cattività, mentre in totale sono 48. "Venti dei rapiti" - ha poi confermato - sono ancora vivi". Ma per Netanyahu, bisogna andare fino in fondo. "Hamas non è ancora stato completamente distrutto. Ci arriveremo. Anche Hezbollah, la Siria e gli Houthi hanno subito duri colpi. Israele è emerso da quel giorno come il paese più forte della regione, ma abbiamo ancora delle cose da fare per completare la vittoria", ha sottolineato. Netanyahu ha poi fatto riferimento alla possibilità di espandere gli Accordi di Abramo. "Possiamo raggiungere più accordi di pace, non solo in Medio Oriente, ma prima dobbiamo porre fine alla guerra a Gaza", ha chiarito, spiegando che diversi grandi paesi a maggioranza musulmana sono già in contatto con Israele. Anche Donald Trump è convinto che esista una "reale possibilità" di un accordo di pace a Gaza. "Abbiamo una reale possibilità di farcela", ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale, accanto al primo ministro canadese Mark Carney, aggiungendo che negoziatori statunitensi stanno partecipando ai colloqui indiretti tra negoziatori di Hamas e israeliani. L'emittente egiziana "Al-Kahera Al-Akhbariya" ha riferito, secondo alcune fonti, che al Cairo si sta discutendo sulle liste dei prigionieri palestinesi da rilasciare dalle carceri israeliane in cambio di ostaggi. Secondo il rapporto, Hamas chiede il rilascio di Marwan Barghouti, Ahmad Saadat, Hassan Salameh, Abbas a-Sayed e di altri prigionieri condannati all'ergastolo. "Hamas ha confermato la sua disponibilità a consegnare tutti gli ostaggi, vivi e morti", si legge. In Israele, intanto, nel secondo anniversario del 7 ottobre, diverse decine di cittadini israeliani stanno protestando davanti alle abitazioni di ministri e membri della Knesset, chiedendo la fine della guerra e il ritorno dei rapiti. Vicino all'abitazione del Ministro degli Esteri Gideon Saar, sono stati letti i nomi dei 48 rapiti, mentre fuori dall'abitazione del Ministro dei Trasporti Miri Regev, i manifestanti hanno esposto cartelli con la scritta, "Non dimenticheremo e non perdoneremo".
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