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Politica
I diversi 'rilievi' di Mattarella e la sola legge rimandata alle Camere
Oggi 08-10-25, 15:40
AGI - Un solo rinvio alle Camere, senza apporre la sua firma alla legge. Ma nei dieci anni e mezzo di mandato al Quirinale, Sergio Mattarella ha promulgato diverse leggi accompagnando la firma a "rilievi" in cui sottolineava "criticità" riscontrate nei testi dei provvedimenti approvati dal Parlamento, o dei decreti varati dal governo. E' quanto è accaduto oggi, con la lettera indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, in cui il Capo dello Stato rileva la necessità di apporre correttivi alla legge che ripristina la Festività nazionale del 4 Ottobre, giorno dedicato a San Francesco ma che, osserva Mattarella, coincide anche con le celebrazioni per la solennità civile in onore di Santa Caterina da Siena. Dunque, il Presidente della Repubblica esorta il Parlamento a porre rimedio, evidenziando "l'esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci". L'incontro con gli studenti Poco meno di un anno fa, incontrando gli studenti, è stato lo stesso Mattarella a spiegare: "Più volte mi è avvenuto di promulgare una legge che non condivido. Che ritengo sbagliata, anche inopportuna. Ma è stata approvata dal Parlamento, dalla Camera e dal Senato, e io ho il dovere di promulgarla. Soltanto in un caso posso non farlo: quando rilevo che in quella legge, in quel testo approvato dalle Camere vi sono evidenti contrasti con la Costituzione, evidenti incostituzionalità". Il rinvio della legge sulle mine antiuomo E' quanto è successo nel 2017, quando Mattarella non firmò la legge sulle mine antiuomo. Il 27 ottobre di quell'anno, era in carica il governo Gentiloni, il Capo dello Stato chiese al Parlamento una "nuova deliberazione" perché il provvedimento presentava "profili di evidente illegittimità costituzionale", in particolare sulle sanzioni penali e la disparità di trattamento per alcuni soggetti coinvolti dalla legge stessa. Il rinvio è uno dei poteri attribuiti dalla Costituzione al Capo dello Stato. In base all’articolo 73, infatti, le leggi sono promulgate dal Presidente della Repubblica entro un mese dalla loro approvazione da parte del Parlamento. Con la promulgazione, le leggi vengono pubblicate in Gazzetta ufficiale ed entrano ufficialmente in vigore. Il Presidente della Repubblica non è obbligato a firmare e promulgare tutte le leggi approvate dal Parlamento. In base all’articolo 74 della Costituzione, infatti, può rinviare il testo alla Camera e al Senato per chiedere un nuovo voto e una modifica della legge. Ma "se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata", stabilisce la Costituzione. Dunque, di fatto, il Presidente della Repubblica ha una sola possibilità di rimandare una legge in Parlamento senza promulgarla. La Festa nazionale per San FrancescoMattarella, nel corso del suo doppio mandato, è ricorso in diverse occasioni allo 'strumento' della lettera ai presidenti dei due rami del Parlamento (o al governo) per evidenziare e sottolineare "criticità" riscontrate nelle leggi, firmate e quindi promulgate, ma non per questo scevre dalla necessità di osservazioni puntuali. La legge sul Ponte Morandi Prima dei rilievi mossi alla legge sulla Festività nazionale in onore di San Francesco, Mattarella lo scorso aprile, precisamente il 15, aveva sì promulgato la legge cosiddetta "Ponte Morandi", sui risarcimenti ai familiari delle vittime della strage del Ponte di Genova, ma aveva accompagnato la sua firma a precise osservazioni: il Capo dello Stato in quell'occasione ha spiegato di condividere una "decisione del Parlamento" dalla quale emerge una "significativa manifestazione di solidarietà nei confronti della sofferenza dei familiari di vittime di eventi drammatici". Da qui la decisione di procedere alla promulgazione senza tuttavia potersi sottrarre "al dovere di segnalare taluni punti che non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione". La legge sulla Concorrenza Così è stato anche per l'ultima legge sulla Concorrenza: Mattarella nel dicembre 2023 ha promulgato la legge, un "provvedimento" che "rappresenta uno dei traguardi del Pnrr da conseguire entro il quarto trimestre del 2023", ragion per cui "è necessario procedere con sollecitudine alla promulgazione", ma in una lettera inviata a Fontana e La Russa e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha spiegato di ritenere "doveroso richiamare l'attenzione del governo e del Parlamento" sulla "ennesima proroga automatica delle concessioni" balneari "in essere, per un periodo estremamente lungo". I decreti 'sicurezza' e il Milleproroghe Stesso tema affrontato nel 2022 in occasione del decreto Milleproroghe. Andando ancor più indietro con gli anni, nel 2018 Mattarella ha promulgato il cosiddetto 'decreto Terremoto', che conteneva alcune misure per i comuni dell’Italia centrale, esprimendo tuttavia "forti perplessità" su una norma che autorizzava la costruzione di abitazioni provvisorie. E ancora, Mattarella espresse rilievi anche sul 'decreto Sicurezza' dell'allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, richiamando i "fermi obblighi costituzionali e internazionali dello Stato". Perplessità sollevate anche in occasione del secondo 'decreto Sicurezza'. Nel maggio del 2022, promulgando la legge istitutiva della Giornata nazionale della memoria e del sacrificio alpino, in una lettera inviata all'allora presidente del Consiglio Mario Draghi, Mattarella segnalava invece l'opportunità di "un intervento normativo organico che riguardi le celebrazioni in onore delle nostre Forze Armate, considerato che quella appena promulgata risulta essere l’unica legge che preveda una giornata in onore di un corpo militare".
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