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Politica
Il centrosinistra su Gaza resta diviso sulla rotta Roma-Milano
Ieri 30-05-25, 10:52
AGI - Tra l'ala progressista e quella centrista delle opposizioni corrono 600 chilometri. Tanti sono quelli che separano Roma da Milano. Nella Capitale, il 7 giugno, Pd, M5s e Avs partiranno da Piazza Vittorio e proveranno a riempire piazza San Giovanni per gridare 'basta' al massacro di Gaza. Il giorno prima, al teatro Parenti di Milano, Azione e Italia Viva terranno una iniziativa simile, ma con una piattaforma che contiene un chiaro accenno all'antisemitismo dilagante e una condanna esplicita ad Hamas. Quella della manifestazione di Roma è la trascrizione della mozione unitaria presentata a metà aprile da Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni: immediato cessate il fuoco a Gaza, riconoscimento dello Stato di Palestina, stop alla vendita di armi a Israele e revisione dell'accordo commerciale fra Unione Europea e Tel Aviv, tra le altre cose. In mezzo al guado rimangono i riformisti Pd, ma non solo, che si sottoporranno a un tour de force per no fare mancare la propria presenza a entrambe le manifestazioni. Fra questi i parlamentari Simona Malpezzi, Marianna Madia, Lorenzo Guerini, Lia Quartapelle, Filippo Sensi, Graziano Delrio, Piero Fassino, Valeria Valente, Walter Verini, Sandra Zampa, Alfredo Bazoli e Virginio Merola. Ma anche gli europarlamentari Pina Picierno, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini e Pierfrancesco Maran. Piero Fassino fa sapere che sarà in piazza, purché si tratti di una manifestazione in cui assieme a Netanyahu si condannino anche quelli commessi da Hamas.Un modo per cercare di tenere insieme le due anime delle opposizioni, fanno sapere fonti riformiste del Pd. Nessuna polemica, insomma, anche per non creare ulteriori difficolta' in vista delle Regionali d'autunno. Il 'tridente' Pd-M5s-Avs, intanto, va avanti nel lavoro di organizzazione e respinge le accuse, più o meno esplicite, di antisemitismo che arrivano da destra. "È da irresponsabili affermare, come ha fatto ieri in aula il leader dei 5 stelle Conte, che la responsabilità della morte dei due giovani israeliani funzionari d'ambasciata a Washington è da imputare a Netanyahu. Così si giustifica il ritorno dell'antisemitismo", dice Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati. Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, sceglie nettamente Milano spiegando che, dalla manifestazione di Roma si attendeva una più netta condanna ai crimini di Hamas e "la sensibilizzazione circa il montante antisemitismo in Europa e non solo, da prima del 7 ottobre". Diversa la linea del partito, illustrata da Benedetto della Vedova: "Come Più Europa, con la nostra storia, non abbiamo problemi a partecipare a entrambe perché non abbiamo nulla da dimostrare a nessuno e in nome dell'unità delle opposizioni". Tra critiche e richieste di unità Gli organizzatori della manifestazione fanno muro e respingono riferimenti e accuse esplicite: "Che qualcuno ci accusi di essere ambigui sul tema dell'antisemitismo, francamente lo trovo incredibile e insultante. Vedo che lo fa la destra, lascerei questo lavoro sporco a loro", dice Nicola Fratoianni. A chiedere alle opposizioni di fare uno sforzo di unità sulla manifestazione è ancora Magi: "Credo sia un errore dividersi con due manifestazioni separate: soprattutto perché avevamo appena finito di dire che uniti si vince, come a Genova o Ravenna, e invece si è ripartiti subito disuniti su una questione come la condanna di quello che avviene a Gaza e la richiesta che Netanyahu si fermi, che ci sia l'accesso agli aiuti umanitari, la richiesta di rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e il sostegno agli israeliani che si oppongono a Netanyahu e ai palestinesi che si ribellano ad Hamas a costo della vita". Sullo sfondo delle due manifestazioni rimangono, infatti, i 'nodi' riguardanti la costruzione di una alleanza larga che preveda anche una 'gamba' moderata. Una esigenza avvertita da più parti, nel Pd, e di cui ha parlato più volte anche un esponente vicino alla segretaria come Andrea Orlando. L'idea di Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli sembra al momento quella di partire da questo schema a tre, lasciando la porta aperta ad alleanze più larghe da definire di volta in volta sui territori.
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