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Il tribunale respinge il ricorso di Todde. Sulla decadenza da presidente la competenza è del Consiglio regionale
Ieri 28-05-25, 14:07
AGI - Il collegio della prima sezione civile del tribunale ordinario, presieduto dal giudice Gaetano Savona, ha rigettato il ricorso della presidente della Regione, Alessandra Todde, che era stato presentato contro l'ordinanza-ingiunzione del Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d'appello di Cagliari, notificata lo scorso 3 gennaio. Nell'ordinanza-ingiunzione erano state rilevate delle presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese per la campagna elettorale del febbraio 2024. La governatrice è assistita dagli avvocati Benedetto e Stefano Ballero, Giuseppe Macciotta e Priamo Siotto. Sanzione pecuniaria Nel provvedimento di 65 pagine del tribunale, in merito alla sanzione pecuniaria da 40 mila euro, stabilita dal Collegio di garanzia elettorale regionale nei confronti della presidente Todde, al punto 15 si legge: "Si rileva che le violazioni contestate alla ricorrente con il provvedimento impugnato, sono risultate tutte sussistenti. Le stesse non sono mere irregolarità o vizi formali, ma sono violazioni sostanziali e gravi (oltre che plurime), in quanto disattendono integralmente la disciplina in materia di spese elettorali, rendendo impossibile verificare con sicurezza i fondi ricevuti dalla ricorrente, il soggetto finanziatore e l'impiego delle somme. Deve quindi confermarsi anche l'importo della sanzione, come quantificato dal Collegio di Garanzia, che appare determinato secondo il corretto procedimento giuridico dell'individuazione della sanzione per la violazione più grave e l'incremento fino al triplo per ogni ulteriore violazione, conformemente a quanto previsto dall'art. 8, legge 689 del 1981". Sanzione della decadenza Al punto 16 della sentenza, per quanto concerne la sanzione della decadenza, il collegio della prima sezione civile del tribunale ordinario fa presente che: "Si rileva che il provvedimento contestato non ha disposto la decadenza, ma, ritenendo che le violazioni accertate comportassero detta conseguenza, ha disposto la trasmissione degli atti al presidente del Consiglio regionale. Deve confermarsi in questa sede che non rientra nella competenza del Collegio di Garanzia né in quella del Tribunale adito per l'impugnazione dell'ordinanza-ingiunzione, pronunciare l'eventuale decadenza della ricorrente. La competenza è rimessa dalla legge al Consiglio regionale. All'organo amministrativo di controllo e poi a quello giurisdizionale, che non intende esondare dall'alveo delle proprie competenze – è puntualizzato –, è rimesso esclusivamente l'accertamento della violazione delle norme in materia di spese elettorali. Effettuato detto vaglio, che rimane insindacabile dal Consiglio regionale, quest'ultimo assumerà le sue determinazioni sulla decadenza, tenendo fermo quanto accertato in questa sede". Todde, "andiamo avanti, impugniamo la sentenza" "Andiamo avanti: impugniamo la sentenza, perchè le violazioni contestate non sussistono, come pure rilevato dalla Corte dei Conti e dalla Procura della Repubblica di Cagliari. In primo luogo, il tribunale dice che il Collegio di garanzia era incompetente a esprimersi sulla decadenza. Quindi avevamo ragione". Così la presidente della Regione Alessandra Todde, in merito alla sentenza del tribunale ordinario, arrivata stamane, che rigetta il suo ricorso, relativo alla richiesta di decadenza del Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d'appello di Cagliari, notificata lo scorso 3 gennaio. "A differenza di chi sceglie lo scontro con la magistratura - ha sottolineato Todde - noi rispettiamo il ruolo dei giudici e le loro decisioni, anche quando non le condividiamo, come in questo caso. Proprio perchè crediamo nello Stato di diritto, che prevede tre gradi di giudizio, abbiamo il diritto e dovere di difenderci nel processo, non dal processo". La governatrice sarda ha aggiunto che "tuttavia, la sentenza presenta diversi punti discutibili e controversi, che i nostri legali stanno puntualmente valutando, ma fin da ora si possono rilevare come siano incongruenti alcuni passaggi. Non ci convince affatto il ragionamento sulla proporzionalità della sanzione della mia decadenza da presidente e dell'intero Consiglio regionale. Inoltre, è paradossale il passaggio della sentenza - ha sottolineato Todde - in cui si sostiene che pur in assenza di un'espressa e formale contestazione, avrei dovuto comprendere la necessità di rendicontare in prima persona e non per il tramite del Comitato, pur non avendo personalmente speso nulla. Infatti, il Comitato è stato l'unico soggetto ad aver ricevuto contributi e ad aver effettuato spese. Una dichiarazione, anche se ritenuta irregolare, non può essere equiparata a una mancata presentazione di documenti. Ribadisco che non vi è nessuna violazione della trasparenza perchè è noto quante e quali sono state le somme versate, da chi, e come sono state spese dal Comitato. Infatti, la Corte dei Conti ha confermato la correttezza del rendiconto". La presidente della Regione ha aggiunto che "mentre da cinque mesi ci attaccano, noi abbiamo sempre continuato a lavorare nell'interesse della Sardegna e continueremo a farlo". Todde ha puntualizzato che "da diverse ore il centrodestra chiede le mie dimissioni da presidente perchè vorrebbe tornare a mettere le mani nella gestione della Regione, ma la sentenza dice che è il Consiglio regionale a doversi esprimere in ultima istanza. Questa è una battaglia che si combatte nei tribunali. E lì la combatteremo. Sono nel pieno delle mie funzioni - ha concluso -, e intendo onorarle fino in fondo".
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