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Cronaca
In arresto il magnate austriaco René Benko
23-01-2025, 12:43
AGI - Il magnate austriaco René Benko è stato arrestato giovedì 23 gennaio alle 8.30 nella sua villa di Igls, nei pressi di Innsbruck su ordine della procura anti-corruzione di Vienna, che sta indagando sui motivi che hanno portato al crac dell'impero Signa Holding GmbH, il più grande conglomerato privato di cui nell'autunno 2023 è stata dichiarata bancarotta. Benko, 47 anni di Innsbruck, immobiliarista e imprenditore miliardario a livello internazionale, nel 2021 godeva di un patrimonio stimato in 5,5 miliardi di dollari e, secondo Forbes, era il terzo austriaco più ricco. Benko, attraverso Signa, stava costruendo un centro polifunzionale con uffici, hotel, centro commerciale, negozi e altre attività, in pieno centro a Bolzano. Signa ha costruito diversi edifici in Austria, Germania (Monaco di Baviera, Amburgo, Berlino/KaDeWe) e anche a New York (Chrystler Building). A fine novembre 2023 Signa Holding ha dichiarato fallimento per un debito di 10,3 miliardi di euro mentre Benko, costretto dagli azionisti a dimettersi, nel marzo 2024 ha dichiarato l'insolvenza personale. Nel dicembre scorso nella vasta operazione 'Romeo' coordinata e condotta dalla Dda della procura di Trento che aveva portato all'arresto di otto persone (77 indagati complessivi), Benko era stato colpito da mandato di arresto internazionale a seguito delle risultanze della maxi inchiesta in merito agli affari tra politica e pubblica amministrazione circa alcuni importanti appalti in Trentino Alto Adige. Il Tribunale regionale di Innsbruck aveva però respinto la richiesta dell'Italia perché ritenuta "inammissibile" in base alla Costituzione austriaca: infatti, i cittadini austriaci non possono essere estradati per presunti reati per i quali possono essere indagati anche in Austria. "Grazie al suo potere economico è uno dei promotori dell'associazione per delinquere, rappresentato in Italia e strettamente coordinato e collegato con Peter Heinz Hager, indicando a quest'ultimo come ottenere le autorizzazioni sulle speculazioni da realizzare, impartendo ordini sull'esecuzione dello stato dei lavori conseguenti alle autorizzazioni, aggiornato da Hager sull'evolversi dei rapporti con il mondo istituzionale". Era stata questa la contestazione mossa dalla DDA di Trento nei confronti di Benko. Nei confronti dell'imprenditore tirolese era stato contestato, presunta associazione per delinquere, turbativa d'asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, truffa, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Inoltre, a Benko erano stati contestati diversi reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d'ufficio e omissione di atti d'ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all'emissione di fatture per operazioni inesistenti. Cosa gli contesta la procura di Vienna Secondo la Wirtschafts und Korruptionsstaatsanwaltschaft ovvero la procura economica anti-corruzione di Vienna (Wksta), Benko è stato arrestato anche per il rischio di reiterazione del reato. "L'arresto è stato autorizzato dal Tribunale penale regionale di Vienna ed eseguito oggi dal Soko Signa dell'Ufficio federale di polizia criminale - scrive la procura viennese - si dice che Benko sia, tra le altre cose, il governatore di fatto e il beneficiario effettivo della Laura Private Foundation e che abbia nascosto parte della sua insolvenza personale. Così facendo, ha nascosto beni e i beni detenuti dalla fondazione restano inaccessibili alle autorità, ai curatori fallimentari e ai creditori. Questo è il risultato delle intense indagini svolte dalla procura della Repubblica negli ultimi mesi, in particolare l'intercettazione telefonica, l'analisi delle comunicazioni degli imputati e le dichiarazioni di soci in affari, dirigenti e dipendenti interrogati dalla procura della Repubblica per l'economia e la corruzione". La magistratura teme anche il rischio di offuscamento. "Inoltre, l'imputato avrebbe successivamente prodotto una fattura e quindi falsificato le prove per tenere tre armi da fuoco costose fuori dalla portata delle autorità, degli amministratori fallimentari e dei creditori", ha concluso la procura economica anti-corruzione della capitale austriaca.
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