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Cronaca
La chiesa di Albano rischia di crollare, non ci sono fondi
Oggi 08-11-25, 19:00
AGI - La chiesa è chiusa per rischio crolli e scatta l’appello ai fedeli per finanziare la ricostruzione. Dopo il recente cedimento di una parte della Torre dei Conti nel cuore di Roma, un’altra struttura di importante valore culturale mostra pericolosi segni di cedimento. Si tratta di San Pietro Apostolo in pieno centro storico di Albano, proprio sulla via Appia. Il suo nome è legato al ricordo del passaggio del santo pescatore in territorio albanese sin dai tempi di papa Ormisda (514-523). Dal marzo dell’81 l’edificio è affidato all’Opera della Chiesa. “Da lunedì – annuncia il parroco don Luigi Maqueda – consentiremo ai fedeli di vedere con i propri occhi in che condizioni si trova la chiesa affinché sia evidente la portata dei lavori di ristrutturazione necessari”. E poi a ciascuno (diecimila è il numero dei cattolici nell’area di competenza della parrocchia) sarà chiesto di partecipare alla raccolta fondi secondo la propria “buona volontà”. Già è pronto il volantino da distribuire ai devoti: “Custodiamo la storia insieme. Il tuo contributo fa la differenza”, recita la scritta che sovrasta la galleria di personaggi che hanno contribuito a tenere viva San Pietro Apostolo, ognuno vestito con gli abiti delle varie epoche storiche attraversate dall’antico luogo di preghiera. Finanziamenti regionali per il recupero Oggi la situazione è critica e il tempo corre. La parrocchia è già presente nella delibera regionale del dicembre scorso con la quale si danno soldi (oltre un miliardo e 600 mila euro in tutto) per il recupero di sei chiese. E cioè, San Martino in Torano e Borgorose e al Santuario di S. Vittoria a Monteleone Sabino (Rieti), il monastero di Santa Rosa (Viterbo) e, nella provincia di Roma, le parrocchie di Sacramento e Santi Martiri Canadesi, S. Maria in Domnica e San Pietro Apostolo appunto. Il totale della spesa pubblica è di oltre un milione e mezzo di euro e la chiesa di Albano risulta beneficiaria dell’importo maggiore: 500 mila. Però c'è un dettaglio. La Regione si è messa le mani in tasca specificando che il suo è un “concorso nelle spese”. Ovvero, oltre il 30 per cento (vale a dire circa 230 mila euro) va messo da altri. Da chi? “La parrocchia s’impegnerà al massimo”, garantisce don Luigi. E la Diocesi di Albano? “Faremo la nostra parte – assicura il vescovo Vincenzo Viva – se serve ricorreremo anche ai fondi dell’8 per mille”. Chiusura per motivi di sicurezza Dal marzo scorso, per motivi di sicurezza la sede religiosa è stata chiusa al culto, perché “dopo un’attenta analisi delle riprese fotografiche ad alta definizione – ha scritto l’architetto Mauro Guadagnoli - è emersa una grave compromissione della stabilità della quarta capriata”. Per cui, “si raccomanda di disporre con urgenza la chiusura dell’edificio, al fine di garantire la pubblica incolumità”. Una storia di danni e incuria I danni non sono nuovi. È dal 1996 che sono agli atti richieste e avvio di lavori di recupero. Eppure la situazione è andata sempre peggiorando, fino al “2003/2004 – ricorda il parroco – quando si è verificato l’assestamento del tetto della chiesa, con il conseguente ‘gonfiamento’ dell’intonaco sotto le travi, la caduta di pezzi di intonaco a terra e, nei momenti di pioggia forte, infiltrazioni d’acqua nella parte centrale della chiesa dovuta alla mancata collocazione della guaina nel ‘colmo’ della chiesa”. Al momento le Messe (e l’adorazione eucaristica) si celebrano in un ambiente adiacente, sempre del complesso parrocchiale. Mentre le altre funzioni (per esempio battesimi, matrimoni, funerali) vengono “ospitate” nella vicina Cattedrale di San Pancrazio martire. La speranza è l’ultima a morire.
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