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Estero
La radio storica Voice of America resta in silenzio
Oggi 05-05-25, 01:09
AGI - I giornalisti della storica emittente radiofonica Voice of America (VoA) potrebbero non tornare ancora ai microfoni e alle loro scrivanie. La corte d'Appello di Washington ha annullato temporaneamente le decisioni dei tribunali di grado inferiore, della Capitale e di New York, che avevano bloccato l'ordine esecutivo emesso a marzo di quest'anno dal Presidente Usa Donald Trump per smantellare uno degli organi d'informazione internazionale più vecchio e glorioso degli States. Proprio ieri, i giornalisti avevano ricevuto la comunicazione del dipartimento di Giustizia che i loro account sarebbero stati riattivati. Fondazione e missione di VoA L'emittente è stata fondata nel 1942 per volontà del governo degli Stati Uniti d'America, nella campagna di contro-propaganda per fornire un'informazione libera e indipendente nel periodo di massimo dominio dei regimi nazifascisti d'Europa. La sentenza paradossalmente è arrivata in coincidenza con la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, ricorrenza istituita per stigmatizzare le restrizioni ai media e celebrare i giornalisti che hanno sacrificato la loro vita per la ricerca della libertà. A dispetto di questa data, la corte d'Appello di Washington, con un voto di due contro uno, ha per ora congelato le decisioni dei giudici che si erano opposti all'ordine della Casa Bianca per sospendere le trasmissioni di VoA. VoA: una storia di 80 anni Da oltre 80 anni, la celebre emittente - la più grande e la più longeva, con uffici in decine di Paesi del mondo, trasmissioni in 48 lingue e oltre 4mila dipendenti tra tecnici e giornalisti - ha avuto per missione presentare all'estero in modo accurato e completo le politiche e la società americana. Secondo Donald Trump, tuttavia, si era piuttosto trasformata in una cassa di risonanza poco affidabile nonché politicamente schierata dalla parte dei democratici. La sentenza della corte d'appello Uno dei giornalisti più noti dell'emittente, Steve Herman, ex corrispondente di VoA alla Casa Bianca, ha pubblicato la sentenza della corte d'appello sul suo account X sottolineando di ritenere "improbabile che i giornalisti di VoA tornino al lavoro lunedì", 5 maggio, come speravano dopo aver vinto una prima battaglia in giudizio. "La Corte federale d'appello di Washington (con due persone nominate da Trump) lascia in vigore l'ingiunzione della Corte distrettuale contro l'Usagm (la Us Agency for Global Media)", ha scritto. I giudici hanno approvato una sospensione della sentenza del 22 aprile che aveva definito l'ordine di Trump "arbitrario ed eccedente i limiti dell'autorità del presidente". Il futuro dei giornalisti di VoA Il futuro dei giornalisti della storica radio per ora resta dunque in un limbo giuridico. "Sabato pomeriggio - scrive il Washington Post - il personale dell'agenzia era in attesa di indicazioni dal governo" che, evidentemente, non sono arrivate. "Tutto ciò che i giornalisti vogliono è tornare in redazione e informare il nostro pubblico che conta su di noi - ha spiegato al Wp Patsy Widakuswara, capo dell'ufficio di Voice of America alla Casa Bianca. "Abbiamo fiducia nei nostri avvocati, ha aggiunto, e continueremo a batterci per il nostro pieno ritorno al mandato congressuale di VoA che è quello di raccontare la storia del nostro Paese al mondo, attraverso un'informazione fattuale, equilibrata e completa".
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