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Politica
La sfida lombarda di Romeo, "la Lega torni a parlare del Nord"
Ieri 15-12-24, 15:50
AGI - Il vento del Nord scuote il partito guidato da Matteo Salvini. Nella cornice dell'Hotel Sheraton di Milano, il congresso della Lega Lombarda ha eletto per acclamazione Massimiliano Romeo, attuale capogruppo al Senato, come segretario. Dopo i ritiri di Cristian Invernizzi e Luca Toccalini, nei giorni scorsi, Romeo era rimasto il solo candidato e succede al coordinatore Fabrizio Cecchetti. Il suo non è stato un intervento tenero nei confronti della linea del partito. Rivolgendosi direttamente a Salvini, ha tenuto a precisare: "Sai che sono sempre stato leale con te", ma "se non parliamo più del nord, al nord i voti non li prendiamo". A queste parole, dalla sala è partita una standing ovation. Fontana: "Il problema del Nord è sempre più presente" Anche il governatore lombardo, Attilio Fontana, prima aveva sottolineato: "Io se sono qui, sono qui per combattere a favore della Lombardia e a favore del Nord. Perché il problema del Nord c'è, ed è sempre più presente. Non possiamo far finta che sia una cosa superata". E "qualche nemico c'è anche nella Lega perché quando vedo certi emendamenti, firmati da alcuni rappresentanti di altre zone, che vanno a danno della Lombardia io mi incazzo come una bestia". Dopo aver rivendicato il percorso della sua candidatura, "se siamo arrivati fin qui è perché ce lo siamo meritato con un anno e mezzo di lavoro sul territorio", Romeo ha detto di avere il "massimo rispetto per la segreteria regionale uscente", aggiungendo però: "È giusto che si chiuda una volta per tutte la stagione dei nominati e dei commissariamenti, che deve essere l'eccezione e non la regola". Ha anche puntato il dito contro le troppe "beghe di cortile, all'inseguimento ossessivo di poltrone e poltroncine". Deciso l'invito a recuperare la linea politica della Lega delle 'origini': "Nell'immaginario collettivo la destra sarà sempre rappresentata dalla Meloni. È inspiegabile questo continuo cercare un posizionamento politico nuovo e dimenticarci di coltivare il nostro spazio politico. La Lega rappresenta il movimento del territorio agli occhi dei cittadini, noi i voti li prendevamo dappertutto. Questa deve essere l'idea: riprendiamoci la nostra identità, la vera identità, poi possiamo parlare di temi di destra, sinistra o centro". Sul fatto che, dopo l'elezione a segretario lombardo Romeo possa mantenere la sua carica di capogruppo al Senato, prima dell'inizio del congresso Salvini aveva risposto: "Non lo so, una cosa alla volta, ne parleremo dopo". Poi il leader leghista ha preso la parola dal palco, subito dopo l'intervento di Romeo: "Criticare è facile, scegliere è meno facile. Ricordo anche negli ultimi anni: 'dobbiamo uscire dal governo con il M5s', fatto. 'Dobbiamo entrare nel governo Draghi", fatto. Non entro nel merito di quello che pensavo io. A volte ho fatto scelte di cui ero convinto al 100%, al 99%, a volte meno". Salvini ha quindi augurato a Romeo di non trovarsi mai "nella situazione in cui fa delle scelte che gli vengono chieste da qualcuno che poi quando si tratta di rendere conto delle scelte fatte", magari dice "io non c'ero e se c'ero dormivo". Però "le vittorie hanno 6 mila padri, i momenti di difficoltà si vivono da soli". Salvini rivendica la scelta del movimento nazionale Salvini ha chiesto anche compattezza al partito, perché "siamo sotto attacco. Quando sei sotto attacco l'unica cosa che non puoi permetterti è litigare nel tuo accampamento". Per il segretario "la cosa che più danneggia la Lega non sono le cannonate da fuori, ma i rumori di fondo e le polemiche interne". In ogni caso, ha rivendicato, "su una scelta non tornerò mai indietro: si può modulare, si possono vedere i modi, ma la scelta di movimento nazionale è giusta per il paese e utile per la Lombardia". Andare in un'altra direzione significherebbe "fare la correntina di altri partiti nazionali" o "il dopolavoro di quelli che vengono a parlare di nord a gente che per il nord rischia di andare in galera". Diverse volte sia Romeo che Salvini si sono dovuti interrompere per gli applausi prolungati dei congressisti. Il vicepremier si è anche commosso, interrompendo il suo intervento per qualche secondo, quando ha parlato del processo Open Arms. Il titolare dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, presente come tutti i ministri lombardi della Lega, ha osservato: "Abbiamo bisogno di due cose. Di un matto, di un capo perchè siamo fatti cosi' e siamo diversi da altri partiti. E il capo va rispettato. E abbiamo bisogno di essere una comunità, una Lega, solidali tra di noi. Altrimenti vincono gli altri, ma se faremo cosi' vinceremo noi".
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