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Estero
Le pesanti proteste degli insegnanti in Romania
Ieri 08-09-25, 18:05
AGI - Migliaia di insegnanti hanno manifestato lunedì a Bucarest contro le misure di austerità introdotte dal nuovo governo per ridurre il deficit, attualmente il più alto dell’Unione europea. Dopo mesi di caos politico ed elezioni che hanno registrato un forte avanzamento dell’estrema destra, a giugno il parlamento ha approvato un governo di orientamento filo-europeo. La coalizione ha aumentato le tasse e tagliato la spesa pubblica, provocando proteste in diversi settori del pubblico impiego. Muniti di vuvuzela e fischietti, i manifestanti hanno gridato slogan come “Romania, svegliati!” e “Abbasso il governo!” durante il corteo nella capitale, coinciso con il primo giorno del nuovo anno scolastico. I sindacati della scuola denunciano un aumento dei carichi di lavoro per gli insegnanti, classi più numerose e l’accorpamento di centinaia di istituti, misure che a loro giudizio rischiano di innescare “una crisi senza precedenti nell’istruzione”. “Hanno iniziato queste misure di austerità proprio da chi non dovevano”, ha dichiarato all’AFP Simona Urluescu, 50 anni, consulente scolastica, davanti alla sede del governo, accusando i leader del Paese di “mancanza di rispetto” verso insegnanti e studenti. Le lezioni non sono state interrotte, ma molte delle tradizionali cerimonie di apertura dell’anno scolastico sono state annullate. La risposta della politica Il ministro dell’Istruzione Daniel David ha difeso le decisioni, affermando in un messaggio pubblicato sul sito del dicastero che l’esecutivo punta a “vere riforme” per il settore, in contrasto con le “pseudo-riforme” del passato. La coalizione di governo, composta da quattro partiti, ha varato diversi pacchetti di riduzione della spesa pubblica. Il deficit ha toccato il 9,3% alla fine dello scorso anno, il livello più alto dell’Ue. Anche i magistrati sono sul piede di guerra: tra le misure è previsto l’innalzamento dell’età pensionabile. Nel mirino c’è inoltre il possibile taglio di circa 13.000 posti di lavoro nelle amministrazioni locali. La scorsa settimana i partiti di opposizione di estrema destra - che a dicembre hanno ottenuto un terzo dei seggi in parlamento, un risultato senza precedenti - hanno sostenuto quattro mozioni di sfiducia contro alcune delle riforme, tutte respinte nel voto di domenica. La Romania, membro della NATO e confinante con l’Ucraina, è sprofondata nella crisi politica quando, lo scorso dicembre, le elezioni presidenziali sono state annullate: un evento rarissimo nell’UE, seguito a denunce di irregolarità.
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