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Estero
L'Italia alla Cop30 di Belém con l'AquaPraça dell'architetto Carlo Ratti
Ieri 14-05-25, 18:16
AGI - Con l'AquaPraça il savoir-faire italiano scende in campo nella resilienza ai cambiamenti climatici grazie alla sinergia creativa dell'architetto Carlo Ratti e all'expertise operativa della Cimolai Spa, l'azienda incaricata della costruzione del padiglione galleggiante dell'Italia che sarà collocato in mare a Belém per la Cop30 di novembre in Brasile. AquaPraça è un esempio concreto di come “la tecnologia non è in contrasto con la natura, anzi. Riesce a produrre delle soluzioni innovative rispettose dell'ambiente”, ha esordito Rita Lofano, Direttrice di AGI, che ha moderato il panel. Al di là della grandezza dell'opera d'arte in corso di realizzazione, AquaPraça si prospetta come il prodotto eloquente del partenariato pubblico-privato. Non a caso le parole “insieme”, “gioco di squadra”, “sinergie” e “rete” sono stati il fil-rouge degli interventi che si sono succeduti. Del resto, in Brasile le popolazioni native e le comunità hanno l'abitudine di unire le forze quando si tratta di raggiungere un obiettivo comune. Dalla mitigazione all'adattamento “L'anno 2024 è stato quello più caldo mai registrato, tra incendi a Los Angeles e alluvioni a Valencia. Non è solo per via della Nina, perché i primi mesi del 2025 non sono da meno. In un pianeta che cambia, l'architettura può e deve passare dalla mitigazione all'adattamento”, ha dichiarato Ratti, del MIT di Boston. “Questo progetto per la Cop30 di Belem è la riprova che l'architettura riesce a lavorare con la natura, non contro la natura. L'ispirazione è stata sviluppata con i ministeri dell'Ambiente e degli Esteri, due partner chiave”, ha spiegato l'architetto intervenuto a Codeway. Il riferimento diretto e immediato di quanto accadrà a novembre nel capoluogo dello Stato brasiliano del Parà è la Biennale di Venezia, curata dallo stesso Ratti, a riprova che per continuare a vivere nella città lagunare serve adattarsi. Senza spoiler, il suo ideatore ha spiegato che AquaPraça sarà uno spazio galleggiante, al livello dell'acqua, che si adatterà alle condizioni del mare e del pubblico che salirà ‘a bordo' di questo forum aperto alla discussione alla conferenza Onu sui cambiamenti climatici. “L'adattamento è uno dei temi della Cop che si terrà in questo crocevia ambientale che è l'Amazzonia, contesto in cui si collocherà questa vasta piazza galleggiante”, ha evidenziato il noto architetto. Un progetto in tre fasi che prenderà il via all'arsenale di Venezia, dove a settembre arriverà AquaPlus, nell'ambito della Biennale di architettura. La struttura sarà poi installata a Belém con un avamposto sulla riva e una piazza galleggiante in mare, anche se al momento sono ancora in corso valutazioni per determinare la sua precisa collocazione, oltre a due versioni, una con tetto e l'altra senza. Infine, nella terza tappa AquaPraça diventerà una infrastruttura culturale permanente nella città amazzonica, aggiungendosì così alla grande eredità architettetonica italiana in Brasile, installata sul lungofiume o sul lungomare, presumibilmente di fronte a Casa 11 finestre, nella città storica. “Gli aspetti più sfidanti nella realizzazione dell'opera di Ratti riguardano il fatto che si tratta di un'opera d'arte innovativa che galleggia, che cambia assetto e che va costruita inserendo elementi di sostenibilità. Il tutto in soli cinque mesi”, ha spiegato Luca Infanti di Cimolai Spa, il braccio operativo scelto per trasformare il progetto architettonico in realtà, nel rispetto dei tempi contrattuali davvero molto stretti. Per la sola verniciatura, che deve essere resistente nel tempo trattandosi di un'opera perenne che sarà poi donata a Belém, ci vorrà almeno un mese. “Diamo una mano nella realizzazione di sfide e sogni che non sembrano realizzabili. In questo caso, è stato particolarmente difficile reperire velocemente i materiali da rottame e nelle dimensioni adatte a un'opera così grande, che sarà sostenibile quasi al 50%”, ha precisato il responsabile della Cimolai, un'altra eccellenza italiana fondata nel 1949, che ha già realizzato importanti opere d'arte e architettoniche, alcune delle quali galleggianti, tra cui parte del Mose a Venezia e le maxi paratie nel Canale di Panama. Renato Mosca de Souza, Ambasciatore del Brasile in Italia, ha sottolineato il ruolo importante dell'Italia in questa Cop30, sia come Paese attivo nella preparazione operativa della conferenza che nei contenuti, mostrando grande entusiasmo per “questo progetto meraviglioso presentato dal governo italiano”. Mosca ha fatto notare che l'opera di Ratti dà visibilità all'acqua, un tema centrale e fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici, sul quale rimanere sempre focalizzati e da affrontare velocemente. Sulla scelta di Belém, l'ambasciatore ha spiegato che il governo del presidente Lula ha optato per “una città amazzonica per mostrare ai leader che verranno la complessità e l'importanza del sito, per far conoscere la realtà regionale ma anche le sfide a cui facciamo fronte per garantire lo sviluppo sostenibile della popolazione”. L'Amazzonia ha dimensioni incredibili, ma oltre alla biodiversità da tutelare ci sono 28 milioni di persone che ci vivono. Una cosa non esclude l'altra, motivo per cui il Brasile ha optato per una linea di compromesso sulla questione della protezione dell'ambiente e della lotta contro i cambiamenti climatici. Per quanto riguarda l'aspetto più concreto e politico di risposta a queste sfide, l'Ambasciatore Mosca ha riferito che in Brasile “il mix energetico delle energie rinnovabili ha raggiunto il 50%. Sono 50 anni che ci lavoriamo quindi abbiamo fatto la nostra parte nella transizione energetica, sia con l'energia idroelettrica che l'etanolo come sostituto del combustibile fossile”. La deforestazione rimane tuttavia un ostacolo, anche se è diminuita del 50% tra il 2023-2024, ma non basta per raggiungere l'obiettivo prestabilito a Baku di azzerrare le emissioni di carbonio entro il 2050. “La narrativa contro la scienza è un dato di fatto. La Cop30 deve essere quella dei fatti, dell'attuazione delle misure già varate per arrivare a dei risultati”, ha sottolineato l'alto diplomatico brasiliano. Per il suo Paese, l'AquaPraça rappresenta già “un marchio, un simbolo della partnerhip con l'Italia e un'eredità per il dono che sarà fatto a Belem”. Il progetto AquaPraça è “un'operazione di sistema tra pubblico e privato che porterà a Belem le eccellenze dell'Italia, il suo know-how, ma anche una posizione politica”, ha dichiarato Stefano Gatti, Direttore generale della Cooperazione allo Sviluppo. L'Italia avrà una doppia presenza alla Cop30, con AquaPraça e con uno spazio fuori Belém, nella zona dell'ex aeroporto in via di riorganizzazione, con l'auspicio di “essere più vicini possibile al padiglione del Brasile nella Blue zone”. In merito al progetto di Ratti, Gatti ha evidenziato la “genialità di aver collegato l'idea architettonica ai temi della Cop30, anche perché l'acqua sarà uno dei temi portati dall'Italia alla conferenza ed è centrale anche nel Piano Mattei, ad esempio con Tanit un Tunisia”. Infine, nel suo intervento Alessandro Guerri, Direttore generale degli Affari europei, internazionali e della Finanza sostenibile del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, ha ricordato l'impegno congiunto di Italia e Brasile sulle tematiche ambientali da 20 anni. Nel contesto dei difficili negoziati sul clima, Guerri ha sottolineato che bisogna “essere uniti per invertire la rotta e raggiungere gli obiettivi, poiché le regole del gioco sono già state stabilite quindi ora cominciamo a giocare”. Allo storico sodalizio culturale tra Italia e Brasile si aggiunge ora un altro tassello che appassiona in molti: dal 26 maggio, il blasonato tecnico italiano Carlo Ancelotti sarà l'allenatore del Brasile, un'altra sfida molto importante oltre a quella dell'AquaPraça.
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