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Politica
Manifestazioni pro-Gaza del 6 e 7 giugno, frizioni tra le opposizioni
Ieri 05-06-25, 14:32
AGI - La tensione nelle opposizioni corre fra Roma e Milano, fra le due piazze del 7 e del 6 giugno convocate, rispettivamente, da Pd-M5S-Avs e da Italia Viva-Azione. Sulla carta con lo stesso obiettivo: chiedere lo stop al massacro in corso a Gaza e la condanna del premier israeliano Netanyahu. In pratica, però, le piattaforme delle due mobilitazioni contengono delle differenze: la prima, quella di Roma, riprende pari pari la mozione unitaria del centrosinistra in cui si chiede, tra le altre cose, lo stop all'accordo di associazione UE-Israele. La seconda pone invece un accento sul contrasto all'antisemitismo. Accuse incrociate tra riformisti e progressisti È proprio su questo punto che si registrano gli scambi al calor bianco fra l'opposizione progressista e quella riformista. Carlo Calenda, nell'annunciare la manifestazione del 6 giugno a Milano, un giorno prima di quella di Pd-M5S-Avs, spiegava di non avere "nulla contro quella del giorno successivo di cui però non condividiamo ciò che manca: il pezzo su Hamas, il pezzo su chi vuole la distruzione dello Stato di Israele, il pezzo sull'antisemitismo ancora più forte e pronunciato". Parole su cui torna ancora oggi il leader di Sinistra Italiana ed esponente Avs, Nicola Fratoianni: "Le trovo un po' infami", dice, "parliamo di un'enorme tragedia e se qualcuno ha pensato di ricostruire il balletto di una parte della politica di questo Paese con il solito teatrino, tutto questo io lo trovo indecente". La posizione di Schlein e i dubbi della comunità ebraica La segretaria Pd, Elly Schlein, ricorda che "la piattaforma della mobilitazione è molto chiara: chiede il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi israeliani nelle mani dei terroristi di Hamas, chiede sanzioni per il governo di Netanyahu e la sospensione dell'accordo di cooperazione con Israele, l'embargo totale di armi da e a Israele e il riconoscimento pieno di uno Stato per i palestinesi. Non ha nessuna ambiguità", chiosa la leader dem. Nonostante la netta condanna di Hamas unita a quella per la recrudescenza antisemita, la piattaforma dell'iniziativa di Renzi e Calenda al teatro Parenti non convince del tutto la Comunità ebraica milanese. Il presidente Walker Meghnagi annuncia che non sarà al teatro Parenti perché, spiega, "se capisco le ragioni dell'evento, non si può anche chiedermi di condividerle". Le critiche all'Europa e le assenze politiche Per Meghnagi, che invita comunque i partecipanti all'evento a prendere un caffè, "il grande assente, in questa fase, è l'Europa, capace solo di condannare le nostre forze di polizia, quando sono le migliori del Vecchio Continente". Per non parlare, continua Meghnagi, "del presidente francese Macron. Tutti bravi a condannare il governo Netanyahu, ma poi nessuno fa nulla nel concreto". Non sarà al teatro Parenti nemmeno Beppe Sala, sindaco del capoluogo lombardo, perché "quando ci sono elezioni o referendum è abbastanza complessa la gestione, quindi preferisco rimanere concentrato sul garantire che i referendum avvengano in maniera corretta". Le reazioni della maggioranza e le piazze raddoppiate Un 'braccio di ferro' interno alle opposizioni al quale si aggiunge lo scontro con la maggioranza di centrodestra. "Spero che nessuno utilizzi i morti di Gaza per spingere ad andare a votare", dice Matteo Salvini innescando la reazione di Giuseppe Conte: "La manifestazione del 7 giugno andava fatta, non avevamo grandi possibilità di giorni ma non violerò il silenzio elettorale". Nessun cedimento da parte dei progressisti che, anzi, raddoppiano. Al corteo di Roma, che si snoderà da Piazza Vittorio a Piazza San Giovanni, si aggiunge quello di Bruxelles dove i partiti terranno una manifestazione in contemporanea con quella della Capitale. Un tema che scuote le coscienze Il tema, d'altra parte, sta scuotendo le coscienze come non mai dalla data del 7 ottobre. "È un argomento molto sentito in questo momento", osservano fonti parlamentari, "normale che ci sia tanta condivisione". Tanto che anche un esponente dem non entusiasta dell'abbraccio con Conte e Fratoianni annuncia che sarà a Roma: "Ovviamente noi andremo a Roma", annuncia Vincenzo De Luca. "Ci è voluta la tragedia di Gaza, la disumanità e il vero e proprio genocidio per svegliare un poco le coscienze", sottolinea il presidente della Campania, "ma ancora oggi non si sta facendo nulla di concreto. È una vergogna. Questo è un genocidio". Sfida di piazza e ordine pubblico Da qui la scelta di Piazza San Giovanni. Una piazza 'sfidante' con la sua capienza di circa 250 mila persone, escluse le vie che vi si affacciano. Un 'fiume' di persone che, inevitabilmente, solleva domande sull'ordine pubblico. "Al momento non ho motivo di nutrire preoccupazioni", assicura il ministro Matteo Piantedosi.
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