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Cronaca
Manodopera cinese per i grandi marchi della moda. Inchiesta su 13 brand
Oggi 04-12-25, 12:13
AGI - La Procura di Milano ha notificato 13 ordini di consegna a altrettante case della moda che avrebbero "utilizzato manodopera cinese in condizione di pesante sfruttamento". Le maison coinvolte sono: Dolce & Gabbana, Prada, Versace, Guccio Gucci, Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia, Off-White Operating. Le accuse ricalcano quelle già contestate ad altri brand, come Tod's, sempre dal pm Paolo Storari. Alle case di moda viene chiesto di consegnare tutta la documentazione relativa ai modelli organizzativi di lavoro come modelli di audit, bilanci, elenco di fornitori e subfornitori. Nel documento, di una quarantina di pagine, vengono indicati i nomi dei lavoratori cinesi presunte vittime dello sfruttamento. Le reazioni politiche "Dall'alba al tramonto di mercoledì, il pubblico ministero Paolo Storari, insieme ai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro, ha notificato 13 ordini di esibizione documentale ad altrettanti marchi del lusso - da Dolce & Gabbana a Prada, da Versace a Gucci, passando per Missoni, Ferragamo, Yves Saint Laurent, Givenchy, Pinko, Coccinelle, Adidas, Alexander McQueen Italia e Off-White Operating. Tutti coinvolti, a vario titolo, nelle inchieste sugli opifici cinesi clandestini che operano come subfornitori in condizioni di sfruttamento e illegalita'". Lo afferma Marco Grimaldi di Avs intervenendo nell'Aula di Montecitorio. "Non si tratta di episodi isolati - prosegue il vicecapogruppo rossoverde alla Camera - ma di un sistema strutturato che appalta e subappalta fino a sette livelli, che tollera laboratori-dormitorio illegali, dove lavoratrici e lavoratori, spesso migranti, sono costretti a turni massacranti senza diritti, senza sicurezza, senza dignità. È li' che nascono le borse da migliaia di euro prodotte a pochi spiccioli e rivendute con ricarichi fino al 10.000%. È li' che si suda sfruttamento, e dove purtroppo, si muore. Come il giovane del Bangladesh, deceduto nel 2023 a Trezzano sul Naviglio nel suo primo giorno di lavoro. Chiediamo con urgenza una comunicazione in Aula della Presidente del consiglio Giorgia Meloni, insieme ai ministri Urso e Calderone. Basta con le difese d'ufficio, basta con gli audit di facciata, basta con le leggi che proteggono i forti e abbandonano i deboli. Serve verità, serve giustizia, serve una riforma radicale delle filiere produttive. E serve il coraggio di dire i nomi, perché chi produce lusso sulla pelle degli ultimi non può più nascondersi. Il vero prestigio dell'Italia - conclude Grimaldi - non sta nei loghi cuciti sulle etichette, ma nei diritti garantiti a chi quelle etichette le cuce. Basta lavoro povero in un'Italia ricca, basta moda per super ricchi costruita sullo sfruttamento. La dignità del lavoro non è negoziabile".
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