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Estero
Netanyahu è pronto al piano di conquista di Gaza. Raid dell'Idf sullo Yemen
Oggi 06-05-25, 07:06
AGI - Decine di aerei da combattimento dell'aviazione israeliana hanno bombardato obiettivi in Yemen. Lo hanno confermato fonti militare al sito Ynet. Nei raid, è stato riferito, sono stati distrutti il porto di Hodeidah e stabilimenti per la produzione di cemento usato per costruire fabbriche di armi. "Questo non è l'ultimo attacco", hanno avvertito le fonti. Secondo la stampa israeliana, l'aviazione ha lanciato 50 missili di precisione nel primo raid. "L'attacco è stato condotto in risposta ai ripetuti attacchi del regime terroristico Houthi contro lo Stato di Israele", si legge in una nota dell'Idf pubblicata su Telegram. "Le infrastrutture terroristiche colpite nel porto di Hodeidah fungono da fonte di rifornimento centrale per il regime terroristico Houthi", assicura l'Idf, "il porto di Hodeidah è utilizzato per il trasferimento di armi iraniane, equipaggiamenti militari e altre attrezzature destinate a scopi terroristici". Le forze israeliane hanno poi "colpito l'impianto di cemento Bajil, a est della città di Hodeidah, che costituisce una risorsa economica significativa per gli Houthi. Inoltre, il cemento è utilizzato per la costruzione di tunnel sotterranei e infrastrutture terroristiche per il regime terroristico". Secondo l'Idf, "questo attacco indebolisce ulteriormente le capacità di crescita economica e militare del regime Houthi". "Nell'ultimo anno e mezzo, il regime terroristico degli Houthi ha operato sotto la direzione e il finanziamento dell'Iran per colpire lo Stato di Israele e i suoi alleati, minare la stabilita' regionale e interrompere la libertà di navigazione globale", conclude la nota, "l'Idf è determinato a continuare a operare, a qualsiasi distanza, contro tutte le minacce che gravano sui cittadini dello Stato di Israele". Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha seguito l'attacco dal bunker del comando dell'aviazione nel quartier generale di Kirya a Tel Aviv. L'ufficio del premier ha diffuso le immagini di Netanyahu insieme al ministro della Difesa Israel Katz e al capo di stato maggiore dell'Idf. Gli Houti hanno minacciato di rispondere con forza all'attacco compiuto questa sera dalle forze israeline in Yemen, dopo che un missile aveva centrato ieri l'aeroporto Ben Gurion. "L'escalation sarà accolta con un'escalation simile, fino a quando gli attacchi a Gaza non si fermeranno", ha dichiarato un membro dell'ufficio politico degli Houthi, Mohammed Al-Bahiti, a quanto riporta il sito israeliano Ynet. "Le nostre capacita' missilistiche sono in luoghi sicuri. Siamo seri riguardo all'imposizione di un blocco aereo su Israele. L'ultimo attacco all'aeroporto Ben Gurion è stato un avvertimento", ha assicurato. Netanyahu "La popolazione sarà spostata a sua tutela" Il gabinetto di sicurezza di Israele ha approvato all'unanimità il piano operativo, pronto già da mesi ma tenuto nel cassetto per le pressioni dell'amministrazione Biden e qualche dubbio negli alti ranghi militari. Si procederà tra con lo sfollamento della maggior parte degli abitanti. Secondo fonti della Difesa c'è ancora una possibilità che non si proceda, se Hamas cederà sulla restituzione degli ostaggi entro il 16 maggio, quando il presidente americano Donald Trump terminerà la sua visita di quattro giorni nel Golfo. Del resto sembra difficile che l'offensiva possa scattare con Trump nella regione. Il presidente incontrerà i leader del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) durante la sua tappa in Arabia Saudita e per quanto la causa palestinese abbia perso appeal tra i dirigenti delle ricche monarchie dell'area, sarebbe politicamente complicato anche per gli emiri comparire nella foto di famiglia con il più grande sponsor di Israele proprio mentre Gaza viene invasa. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha confermato che Israele è alla vigilia di "una grande offensiva a Gaza". In un video pubblicato su X, il premier ha spiegato che "la popolazione sarà spostata, per la propria protezione". Netanyahu non ha voluto rivelare i dettagli di ciò che sarà fatto "per gli ostaggi e per sconfiggere Hamas". Ma di certo, "non entreremo e usciremo" per "conquistare territori, ritirarci e compiere incursioni sul resto". Anzi. "La nostra intenzione" è "l'opposto". E che, 20 anni esatti dopo il ritiro deciso dall'allora premier Ariel Sharon, gli israeliani entreranno a Gaza per restare lo ha chiarito senza giri di parole anche il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich. "Finalmente occuperemo la Striscia di Gaza. Smetteremo di avere paura della parola 'occupazione'", ha detto il super-falco. I carri di Gedeone Il 'Piano generale' per battere una volta per tutte Hamas, frutto di una lunga discussione già nel 2024, è stato illustrato ai ministri dal capo di Stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir. Come è consuetudine per le operazioni israeliane, è stato ribattezzato. Il titolo scelto, 'I carri di Gedeone', fa riferimento a un episodio biblico del Libro dei Giudici: Gedeone, mandato da Dio a liberare il suo popolo dalle razzie dei Midianiti, riuscì a terrorizzare e sbaragliare i nemici con solo un piccolo gruppo di soldati armati di torce e vasi di coccio. Simbolo della capacità di Dio di fare grandi cose anche con pochi mezzi. In questo caso all'esercito israeliano i mezzi non mancano. Il piano prevede lo sfollamento di tutti i civili dal nord di Gaza. La popolazione sarà inviata a sud - liberato da Hamas - dove sarà assistita grazie a un nuovo programma pilota di aiuti umanitari. "L'operazione includerà un attacco su vasta scala, compreso lo spostamento della maggior parte della popolazione della Striscia di Gaza. Questo per proteggerli in un'area securizzata lontana da Hamas", ha detto il portavoce dell'esercito, il generale di brigata Effie Defrin. L'idea è che se tutti i civili saranno allontanati, l'Idf sarà libero scatenare nel nord una guerra senza quartiere agli esponenti di Hamas e radere al suolo tutto, come già fatto a Rafah. Con questo piano, Israele aumenterà significativamente la porzione di territorio dei Gaza che controlla, ora già oltre il 40%. E non la lascerà. Nel caso di un nuovo accordo di cessate il fuoco con Hamas, manterrà comunque un'ampia zona cuscinetto lungo tutto il confine. Con le deportazioni a sud, i civili saranno tutti concentrati nella stessa zona e questo faciliterà la distribuzione di aiuti sotto il controllo dell'esercito. Secondo il Jerusalem Post, a gestire la consegna di beni di prima necessita' saranno due società americane - la Safe Reach Solutions e la UG Solutions - che durante il cessate il fuoco avevano supervisionato il controllo dei veicoli con le forniture che entravano nella Striscia. Anche se non ci sarebbe ancora una data fissata, gli aiuti alimentari dovrebbero riprendere nelle prossime settimane, dopo tre mesi di blocco. La reazione più dura al piano israeliano è arrivata dalle Nazioni Unite. Il segretario generale Antonio Guterres ha espresso il suo allarme per il piano che, ha detto tramite un portavoce, "porterà inevitabilmente a innumerevoli altri civili uccisi e a una maggiore distruzione di Gaza". Senza contare che la Striscia "è parte integrante dello Stato palestinese". Silenziose le cancellerie, timida la reazione dell'Unione Europea. "È essenziale il ritorno al cessate il fuoco, che porti al rilascio di tutti gli ostaggi e alla cessazione definitiva di tutte le ostilità", ha dichiarato un portavoce.
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