s

Estero
Parolin: "Piano Trump da accogliere e sostenere"
Oggi 06-10-25, 17:45
AGI - "Qualunque piano che coinvolga il popolo palestinese nelle decisioni sul proprio futuro e permetta di finire questa strage, liberando gli ostaggi e fermando l'uccisione quotidiana di centinaia di persone, è da accogliere e sostenere". Cosi' il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, in una intervista ai media vaticani nel secondo anniversario dell'attacco di Hamas contro Israele che ha scatenato la distruzione della Striscia, commenta il piano presentato dal presidente Trump per arrivare alla tregua e alla fine della guerra. "Anche il Santo Padre ha auspicato che le parti accettino e che si possa finalmente incominciare un percorso di pace", ha sottolineato Parolin. "Attacco del 7 ottobre disumano e ingiustificabile" "L'attacco terroristico compiuto da Hamas e da altre milizie contro migliaia di israeliani e di migranti residenti, molti dei quali civili, che stavano per celebrare il giorno della Simchat Torah, a conclusione della settimana della festa di Sukkot, è stato disumano ed è ingiustificabile. La brutale violenza perpetrata nei confronti di bambini, donne, giovani, anziani, non può avere alcuna giustificazione. È stato un massacro indegno e - ripeto - disumano". La Santa Sede, ha ricordato Parolin, "ha espresso immediatamente la sua totale e ferma condanna, chiedendo subito la liberazione degli ostaggi e manifestando vicinanza alle famiglie colpite durante l'attacco terroristico. Abbiamo pregato e continuiamo a farlo, cosi' come continuiamo a chiedere di porre fine a questa spirale perversa di odio e di violenza che rischia di trascinarci in un abisso senza ritorno". Che cosa si sente di dire alle famiglie degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas? "Sono purtroppo passati già due anni, alcuni di loro sono morti, altri sono stati rilasciati dopo lunghe trattative", ha risposto Parolin. "Mi colpiscono profondamente e mi addolorano le immagini di queste persone tenute prigioniere nei tunnel e ridotte alla fame. Non possiamo nè dobbiamo dimenticarci di loro. Ricordo che Papa Francesco nell'ultimo anno e mezzo della sua vita ha rivolto ben 21 appelli pubblici chiedendo il rilascio degli ostaggi e ha incontrato alcune delle loro famiglie. Il suo successore, Papa Leone XIV, ha continuato a rivolgere questi appelli. Esprimo loro tutta la mia vicinanza, nella preghiera quotidiana per le loro sofferenze, continuando ad assicurare tutta la nostra disponibilità a fare ciò che è possibile perchè possano riabbracciare i loro cari sani e salvi o almeno riavere i corpi di chi è stato ucciso, perchè siano degnamente sepolti". Che cosa si sente di dire alle famiglie degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas? "Sono purtroppo passati già due anni, alcuni di loro sono morti, altri sono stati rilasciati dopo lunghe trattative", ha risposto Parolin. "Mi colpiscono profondamente e mi addolorano le immagini di queste persone tenute prigioniere nei tunnel e ridotte alla fame. Non possiamo nè dobbiamo dimenticarci di loro. Ricordo che Papa Francesco nell'ultimo anno e mezzo della sua vita ha rivolto ben 21 appelli pubblici chiedendo il rilascio degli ostaggi e ha incontrato alcune delle loro famiglie. Il suo successore, Papa Leone XIV, ha continuato a rivolgere questi appelli. Esprimo loro tutta la mia vicinanza, nella preghiera quotidiana per le loro sofferenze, continuando ad assicurare tutta la nostra disponibilità a fare ciò che è possibile perché possano riabbracciare i loro cari sani e salvi o almeno riavere i corpi di chi è stato ucciso, perché siano degnamente sepolti" "Antisemitismo è un cancro da estirpare" "L'antisemitismo è un cancro da combattere e da estirpare: c'è bisogno di uomini e donne di buona volontà, educatori che aiutino a comprendere a soprattutto a distinguere...". Cosi' il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, in una intervista ai media vaticani nel secondo anniversario dell'attacco di Hamas contro Israele che ha scatenato la distruzione della Striscia, riguardo agli episodi di antisemitismo aumentati nel mondo negli ultimi mesi. "Sono una triste e altrettanto ingiustificata conseguenza: viviamo di fake news, della semplificazione della realtà", ha sottolineato Parolin. "E ciò porta chi si alimenta di queste cose ad attribuire agli ebrei in quanto tali la responsabilità per ciò che accade oggi a Gaza. Lo sappiamo che non è cosi': ci sono anche tante voci di forte dissenso che si levano dal mondo ebraico contro la modalità con cui l'attuale governo israeliano ha operato e sta operando a Gaza e nel resto della Palestina dove - non dimentichiamolo - l'espansionismo spesso violento dei coloni vuole rendere impossibile la nascita di uno Stato Palestinese. Vediamo la testimonianza pubblica dei familiari degli ostaggi". Il Segretario di Stato ha rimarcato che "non possiamo dimenticarci di quanto è accaduto nel cuore dell'Europa con la Shoah, dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze perché questo male non rialzi la testa". "Dobbiamo al tempo stesso fare in modo che mai siano giustificati atti di disumanità e di violazione del diritto umanitario: nessun ebreo deve essere attaccato o discriminato in quanto ebreo, nessun palestinese per il fatto di essere tale deve essere attaccato o discriminato perché - come purtroppo si sente dire - 'potenziale terrorista'. La perversa catena dell'odio è destinata a generare una spirale che non può portare nulla di buono. Spiace vedere che non si riesca a imparare dalla storia, anche recente, che resta maestra di vita". "No al riarmo" Sembra "evidente che la comunità internazionale risulti purtroppo impotente e che i Paesi in grado di influire veramente fino a oggi non l'abbiano fatto per fermare la carneficina in atto". Secondo Parolin la comunità internazionale "certamente può fare molto di piu' rispetto a ciò che sta facendo. Non basta dire che è inaccettabile quanto avviene e poi continuare a permettere che avvenga". "C'è da porsi delle serie domande sulla liceità, ad esempio, del continuare a fornire armi che vengono usate a discapito della popolazione civile. Purtroppo, lo abbiamo visto, finora le Nazioni Unite non sono state in grado di fermare quanto sta accadendo. Ma ci sono attori internazionali che sarebbero invece in grado di influire maggiormente per porre fine a questa tragedia e occorre trovare una strada per dare alle Nazioni Unite un ruolo più efficace nel porre fine alle tante guerre fratricide in corso nel mondo", ha sottolineato. La soluzione, "la nascita di uno Stato palestinese, dopo quanto avvenuto negli ultimi due anni mi sembra ancora di piu' valida. È la via, quella dei due popoli in due Stati, che la Santa Sede ha perseguito fin dall'inizio. Le sorti dei due popoli e dei due Stati sono interconnesse". "Guardiamo con soddisfazione al fatto che diversi Paesi del mondo abbiano riconosciuto lo Stato di Palestina. Ma non possiamo non notare con preoccupazione - ha aggiunto Parolin - che le dichiarazioni e le decisioni israeliane vanno in una direzione opposta e, cioè, intendono impedire per sempre la possibile nascita di un vero e proprio Stato palestinese". "La comunità cristiana resta lì" "I cristiani di Gaza, come abbiamo visto, sono stati anch'essi sotto attacco... Mi commuove pensare a queste persone che sono determinate a restare e che quotidianamente pregano per la pace e per le vittime. È una situazione sempre più precaria". "Cerchiamo di essere loro vicini in tutti i modi, grazie alle attività del Patriarcato latino di Gerusalemme e della Caritas, ringraziamo i governi e tutte le istituzioni che si impegnano per far arrivare aiuti e per permettere ai feriti gravi di essere soccorsi", ha sottolineato Parolin che ha aggiunto: "Il ruolo dei cristiani in Medio Oriente è stato e rimane fondamentale, anche se il loro numero si assottiglia. Vorrei ricordare che essi partecipano in tutto e per tutto alle vicende del loro martoriato popolo palestinese, del quale condividono le sofferenze". "Bene le manifestazioni di piazza" "Anche se a volte queste iniziative, a causa delle violenze di pochi facinorosi, rischiano di far passare a livello mediatico un messaggio sbagliato, mi colpisce positivamente la partecipazione alle manifestazioni, e l'impegno di tanti giovani. È il segno che non siamo condannati all'indifferenza. Dobbiamo prendere sul serio quel desiderio di pace, quel desiderio di impegno... Ne va del nostro futuro, ne va del futuro del nostro mondo". Clicca qui e iscriviti al nostro canale Whatsapp! Le notizie, in tempo reale, dell'Agenzia Italia ora anche sul tuo smartphone
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0