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Estero
Perchè l'accordo Houthi-Usa non piace a Israele
Ieri 07-05-25, 13:19
AGI - Gli Stati Uniti e gli Houthi hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco che garantisca la libertà di navigazione nel Mar Rosso. L'accordo arriva dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero posto fine agli attacchi contro i ribelli yemeniti in cambio dello stop agli attacchi alle navi mercantili e militari. L'intesa, tuttavia, non fa alcun riferimento diretto al lancio di missili e droni contro Israele e, dicono fonti israeliane, ha preoccupato e irritato Tel Aviv. Reazioni da Israele e Hamas È almeno la terza volta – dopo l'apertura di colloqui diretti con Hamas e quelli sul nucleare iraniano – che la leadership israeliana viene a sapere a cose fatte dei contatti tra l'alleato storico e i nemici di sempre. L'accordo "serve la causa palestinese e mette in imbarazzo Israele", ha dichiarato ad Al Jazeera un portavoce del gruppo, e non fermerà gli attacchi contro lo Stato ebraico. "Continueremo a colpire le navi israeliane finché gli aiuti non saranno consegnati a Gaza", ha detto il portavoce. "Valuteremo qualsiasi futuro sostegno americano a Israele e determineremo di conseguenza la nostra posizione". Dettagli dell'intesa e ruolo dell'Iran Mohammed Abdul-Salam, capo negoziatore degli Houthi, ha specificato a Reuters che "l'accordo non include Israele in alcun modo, forma o aspetto". Un funzionario israeliano ha dichiarato all'Associated Press che l'intesa ha colto di sorpresa Gerusalemme, preoccupata per le conseguenze sulla continuazione delle ostilità con i ribelli. Due fonti iraniane hanno detto al New York Times che l'Iran ha usato la sua influenza sugli Houthi per indurli ad accettare l'accordo come merce di scambio nel contesto dei negoziati sul programma nucleare, che sabato vedrà Teheran e Washington impegnati nel quarto round di colloqui. Coinvolgimento dell'Oman e dichiarazioni USA Il ministro degli Esteri dell'Oman, Badr Albusaidi, che ha partecipato ai negoziati tra Washington e gli Houthi, ha annunciato che "nessuno prenderà di mira l'altra parte, garantendo la libertà di navigazione e il regolare flusso del traffico commerciale internazionale" nel Mar Rosso. Alla Casa Bianca, Trump ha affermato che i ribelli si sono "arresi" dopo una campagna di bombardamenti statunitensi di sette settimane che ha causato 300 morti. "Gli Houthi hanno annunciato che, semplicemente, non vogliono combattere", ha detto Trump, "e noi onoreremo questa promessa, fermeremo i bombardamenti, e loro hanno capitolato. Dicono che non faranno più saltare in aria le navi, e questo è lo scopo di quello che stavamo facendo". Minacce e raid reciproci Il leader politico dei ribelli, Mahdi al-Mashat, non ha commentato l'accordo, ma ha specificato che gli attacchi contro Israele in solidarietà con i palestinesi a Gaza "continueranno" e andranno "oltre ciò che il nemico può sopportare". Al-Mashat ha anche promesso una risposta "dolorosa" agli attacchi israeliani condotti in rappresaglia al lancio di missili contro l'aeroporto di Tel Aviv. Dopo che un missile sparato dagli Houthi ha colpito vicino allo scalo principale di Israele, aerei da guerra israeliani hanno messo fuori uso l'aeroporto di Sanaa, capitale yemenita controllata dai ribelli, in raid che hanno ucciso tre persone e costretto lo scalo a sospendere tutti i voli a tempo indeterminato, dopo danni stimati in 500 milioni di dollari. Le forze armate israeliane hanno dichiarato che "i caccia hanno colpito e smantellato le infrastrutture terroristiche Houthi presso l'aeroporto principale di Sanaa, rendendolo completamente inutilizzabile". Escalation e rischio regionale A proposito dell'intesa raggiunta con Washington, il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdelsalam, ha detto alla TV dei ribelli, Al-Masirah, che qualsiasi azione statunitense porterà a una risposta. "Se il nemico americano riprende i suoi attacchi, noi riprenderemo i nostri", ha detto. "La vera garanzia per l'accordo è la triste esperienza che gli Stati Uniti hanno avuto in Yemen". I ribelli avevano interrotto i loro attacchi durante il cessate il fuoco a Gaza, ma a marzo hanno minacciato di riprenderli in risposta al blocco degli aiuti alla Striscia di Gaza, innescando una risposta da parte dell'esercito statunitense, che ha iniziato a colpire le loro posizioni con attacchi aerei quasi quotidiani. Il Pentagono ha dichiarato la scorsa settimana che gli attacchi statunitensi hanno colpito più di 1.000 obiettivi in meno di due mesi. L'inasprimento delle tensioni, innescato dal piano israeliano di espandere le operazioni militari a Gaza e di sfollare gran parte della popolazione, e gli attacchi tanto nello Yemen quanto in Israele, hanno spinto l'inviato speciale delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, a parlare di "grave escalation".
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