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Politica
Pnrr, Foti all'AGI: "No ai disfattismi, serve fiducia. E bisogna remare nella stessa direzione"
30-03-2025, 18:53
AGI - Un messaggio lo invia all'opposizione: "Puo' continuare a polemizzare, ma potrebbe anche sottoporre qualche utile proposta che potremmo recepire. E' più utile all'Italia remare tutti nella stessa direzione". E un altro, ancora più forte, alla maggioranza: "Attenzione a lasciare passare il messaggio che tutto è fermo o irrimediabilmente in ritardo. Perché poi rischia di radicarsi una narrazione falsa". Tommaso Foti, ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, in questa intervista all'Agi, auspica "un clima diverso" sul piano nazionale di ripresa e resilienza che sta portando avanti il governo. Un piano messo a punto durante il governo Draghi che l'ex capogruppo di Fdi alla Camera ha 'ereditato' dall'attuale vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto. La premessa è che "dico questo non certo perché sono allergico alle critiche, per di più gratuite, ma perché il primo obiettivo dovrebbe essere quello di sollecitare tutti i soggetti attuatori al massimo sforzo per il raggiungimento degli obiettivi. Sempre che la strategia dell'opposizione non sia quella di dare battaglia fino alle elezioni politiche". L'esponente dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni spiega: "In questi quattro mesi dal mio ingresso al ministero ho perseguito la strada del confronto, parlando con tutti, analizzando le difficoltà, cercando di trovare le soluzioni possibili... Non si può, infatti, accelerare per decreto la spesa. Stiamo verificando se si possano prevedere nuovi strumenti per accelerare le procedure, c'è un percorso tecnico e politico da seguire, monitoriamo quotidianamente la situazione". L'obbligo per ora è sgombrare il campo da ipotesi di allungare i tempi rispetto alla scadenza di giugno 2026: "In Italia siamo abituati alle proroghe, in Europa un po' meno. Tant'è che le procedure previste per ottenere una proroga investono più soggetti istituzionali e con decisioni a maggioranza qualificata o all'unanimità". "Non a caso - osserva - il commissario europeo al Bilancio Serafin - che dall'inizio anno ho incontrato due volte - a precisa domanda sulla possibilità di proroga ha evidenziato che si possono introdurre modifiche in vari ambiti che potrebbero consentire, in assenza di proroga, una maggiore flessibilità". L'analisi della situazione parte dalla 'fotografia' scattata dalla Corte dei conti: "Certifica che sulla spesa siamo in linea, ma che ci sono delle criticità. Da parte mia, pur evidenziando i primati raggiunti dall'Italia, non ho di certo nascosto alcune difficoltà. Non siamo né muti, né ciechi, né sordi. Giusto per fare un esempio: è vero che gli obiettivi della settima rata - da 18,3 miliardi - ci risultano raggiunti, ma è tutt'ora in essere il confronto con la Commissione Europea che li deve validare. Nel frattempo siamo impegnati anche sugli obiettivi da raggiungere entro il mese di giugno previsti dall'ottava rata". Nessuna intenzione da parte di Foti di puntare il dito contro i soggetti attuatori che provvedono alla realizzazione degli interventi previsti: "A differenza di chi ha poca fiducia nei soggetti attuatori, ritengo che tutti mirino a risolvere i problemi e a raggiungere gli obiettivi. Non ci si deve lasciare prendere dal pessimismo o pensare che ci siano ostacoli insormontabili". Cento ventimila progetti già conclusi, oltre quarantamila quelli in fase di conclusione e tante polemiche: "A fronte degli oltre duecentosettantamila progetti presentati, non mi pare - rimarca - che i dati sopra evidenziati debbano essere accompagnati da una disfattista ironia, ma rappresentare un'iniezione di fiducia". Per Foti "si possono cercare soluzioni differenti e capire se c'è un percorso migliore che permetta di centrare più velocemente gli obiettivi. Venerdì sono stato a Bruxelles a confrontarmi sui fondi riservati alla politica di coesione. Gli interessi del Paese si fanno anche realizzando delle alleanze: non è che in Europa tutti la pensano nello stesso modo, bisogna trovare un punto di equilibrio". Il discorso, per il ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, vale pure sulla revisione del piano: "Oltre al commissario Ue al Bilancio, Piotr Serafin, ho incontrato alcune settimane fa la direttrice generale della task force ripresa e resilienza della Commissione europea, Céline Gauer, attendiamo alcuni riscontri e poi vedremo quali sono le possibili soluzioni ad alcune problematiche. Da giugno, tra l'altro, a Bruxelles si comincerà a esaminare la proposta del nuovo quadro pluriennale di bilancio. C'è una richiesta forte di alcuni Paesi, tra cui l'Italia, di non toccare i fondi di coesione e della Pac e un'idea da parte di altri Stati di utilizzare, invece, una visione di 'Piano paese' sul modello Pnrr che accorpi numerosi fondi europei. Siamo impegnati su questi fronti. Il fatto che il 20% del Bilancio Ue sarà bloccato nei prossimi anni dalla restituzione dei fondi 'Next generation Eu' sta ponendo delle domande. Ci sono Paesi che ritengono sia meglio prolungare i tempi della restituzione del debito, altri che pensano sia necessario mantenere gli impegni presi. Si converrà che sono temi a elevato tasso di problematicità: alla fine si dovrà trovare un punto di sintesi che non potrà essere ottimale per tutti ma che da tutti potrà essere condiviso".
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