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Politica
Referendum, Meloni: "Vado a votare, non ritiro la scheda". L'ira dell'opposizione. Cosa dice il Viminale
02-06-2025, 16:24
AGI - "Vado a votare, non ritiro la scheda, è una delle opzioni". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni - arrivando ai Fori Imperiali per la parata della Festa della Repubblica - rispondendo a chi le ha chiesto del referendum dell'8 e 9 giugno. Inutile dire che le parole del Presidente del Consiglio hanno scatenato un putiferio politico da parte dei partiti di opposizione.+ Schlein: "Meloni prende in giro gli italiani" Meloni prende in giro gli italiani dicendo 'vado a votare ma non voto'. Anziché dire se è favorevole o contraria ai 5 quesiti su lavoro e cittadinanza, conferma che vuole affossare i referendum e che teme il raggiungimento del quorum perché non ritirare le schede equivale a non votare", afferma la segretaria del Pd, Elly Schlein. "Meloni - prosegue la leader dem - ha paura della partecipazione e di dire la verità che è sotto gli occhi di tutti: è contraria a contrastare la precarietà e migliorare la legge sulla cittadinanza. Invece di invitare all'astensione, e di farlo nel giorno della festa della Repubblica, avesse almeno il coraggio di andare a votare no. Noi invece voteremo convintamente 5 sì, e saremo tanti!". La reazione del Movimento 5 Stelle "Indigna ma non stupisce - ha esordito il presidente del M5S Giuseppe Conte - che Meloni non ritirerà la scheda e quindi non voterà al referendum dell'8 e 9 giugno in cui si sceglie se aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori contro precarietà, incidenti sul lavoro, licenziamenti. In fondo, in quasi 30 anni di politica, non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica. È vergognoso che questo messaggio di astensione rispetto a una scelta importante arrivi da un Presidente del Consiglio il 2 giugno, giorno simbolo di un Paese che sceglie la Repubblica, della prima volta per le donne ammesse a un voto nazionale". Il commento del Partito Democratico "Giorgia Meloni non deve prendere in giro gli italiani, proprio sui referendum di domenica prossima e proprio nel giorno del 2 giugno - ha commentato il senatore del PD Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali -. Andare al seggio e non ritirare la scheda equivale a stare a casa. Chi fa questo, come lei ha annunciato, è computato tra i non votanti come chi sta a casa. È un modo di astenersi e di sabotare il raggiungimento del quorum che, ai fini numerici, è identico a un'astensione classica. Si tratta di una scelta legittima, ma deve essere raccontata per quel che è: un invito all'astensione. Se viene presentata come un'alternativa 'partecipativa' all'astensione, è un imbroglio. E una Presidente del Consiglio non dovrebbe mai ricorrere all'inganno. Se lo fa, mostra scarso senso e rispetto delle istituzioni. Le parole di Meloni, dopo quelle altrettanto gravi di La Russa, sono un motivo in più per andare alle urne l'8 e il 9 giugno". Le parole di Più Europa "Giorgia Meloni dice che andrà a votare ma non ritirerà le schede: una dichiarazione furba ma falsa, perché non si può andare a votare non ritirando le schede di alcun referendum - ha ragionato il segretario di Più Europa Riccardo Magi, presidente del comitato promotore del referendum sulla cittadinanza -. Un invito di fatto all'astensione quindi, che fa impallidire soprattutto perché fatto durante la cerimonia del 2 giugno, quando gli italiani con un referendum scelsero la Repubblica. I cittadini sono liberi di andare a votare e i leader politici di dare le proprie indicazioni, ma che la premier mandi messaggi confusi che invitano alla non partecipazione al voto è agghiacciante: è evidente ormai che Meloni e tutta la sua maggioranza temono il voto. Nel giorno in cui si celebra la Repubblica nata dal referendum, il nostro invito è di andare a votare e votare Sì al referendum sulla cittadinanza". L'intervento di Angelo Bonelli "Mancava solo la Presidente del Consiglio, e la lista dei sabotatori del referendum è completa: prima il presidente del Senato, poi i ministri, ora anche la premier - ha detto Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e co-portavoce di Europa Verde -. Non votano perché sanno di essere minoranza nel Paese, e usano l'astensionismo che a parole dicono di voler combattere a ogni elezione. Ma oggi, di fronte alla possibilità di migliorare concretamente la qualità della vita di lavoratori e lavoratrici, e di riconoscere diritti e doveri a chi vive e lavora in Italia, la destra organizza il sabotaggio della democrazia. Se anche la Presidente del Consiglio è costretta ad annunciare che non ritirerà le schede, con l'obiettivo di non far raggiungere il quorum, significa una sola cosa: hanno paura della vittoria, perché sanno che il quorum può essere raggiunto. E allora rivolgo un appello a chi di solito non va a votare: stavolta andateci, e fate il contrario di ciò che il potere oggi vi chiede", ha concluso Bonelli. Il Viminale precisa: non è votante chi non ritira la scheda "L'elettore può astenersi dalla partecipazione al voto per uno o più di essi e quindi può legittimamente ritirare la scheda per alcuni referendum e rifiutarla per altri. Gli scrutatori prendono nota, sia nei riquadri stampati nel retro della pagina di copertina del registro, sia nella lista sezionale a fianco del nome dell'elettore, dei referendum cui il predetto non partecipa e per i quali non può quindi essere considerato come votante". È quanto si legge nel vademecum con 'Le istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione' curato dalla Direzione centrale per i servizi elettorali del Viminale per i referendum dell'8 e 9 giugno. "Per un corretto computo del numero effettivo dei votanti per ciascun referendum - precisa la guida - qualora il seggio abbia già 'registrato' l'elettore nella lista sezionale e/o nel registro per l'annotazione del numero di tessera, occorre provvedere, nei relativi riquadri e colonne di tali documenti, a una ulteriore annotazione (ad esempio, con la dicitura 'non votante')". Nel caso invece "l'elettore, dopo avere ritirato le schede, senza neppure entrare in cabina, le restituisce al presidente senza alcuna espressione di voto" ... "si configura una ipotesi di annullamento della scheda: l'elettore è conteggiato come votante, ma la scheda è annullata".
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