s
Estero
Rubio ottimista sulla tregua a Gaza, ora la forza di pace internazionale
Ieri 24-10-25, 23:44
AGI - Marco Rubio è ottimista riguardo all'imminente dispiegamento di una forza internazionale a Gaza. Il Segretario di Stato americano è l'ultimo di una serie di alti funzionari statunitensi a visitare Israele, dopo Steve Witkoff, il genero del Presidente Donald Trump, Jared Kushner, e il vicepresidente J.D. Vance. Washington sta schierando i pesi massimi dell'amministrazione Trump per consolidare il fragile cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre nella Striscia di Gaza. Al suo arrivo, ieri, Rubio si è detto ottimista sulla tenuta del cessate il fuoco e oggi ha assicurato che "molti Paesi" si sono "offerti" di partecipare alla Forza Internazionale di Stabilizzazione (Isf), che, in base al piano Trump, verrà dispiegata nel territorio palestinese per supervisionare la sicurezza durante il ritiro dell'esercito israeliano. "Dovranno essere persone o Paesi con cui Israele si senta a suo agio", ha avvertito Rubio, aggiungendo che Tel Aviv avrebbe comunque diritto di veto sulla composizione della forza e potrebbe, in particolare, opporsi alla partecipazione della Turchia. Gestione Temporanea della Striscia di Gaza Intanto i principali movimenti palestinesi, tra cui Hamas, hanno annunciato di aver concordato di affidare temporaneamente la gestione della Striscia di Gaza a un comitato indipendente di tecnocrati. Secondo il documento pubblicato sul sito web di Hamas, si è concordato di istituire un "comitato palestinese temporaneo composto da residenti tecnocratici indipendenti responsabile della gestione degli affari della vita e dei servizi essenziali". Questa proposta differisce da quella del piano Trump, che prevede anch'esso un comitato "tecnocratico", ma impone una "supervisione" internazionale attraverso un "comitato per la pace" presieduto dallo stesso Trump. Differenze nel Piano di Transizione I palestinesi, da parte loro, fanno riferimento a un comitato "composto da residenti indipendenti" che lavorerebbe in "cooperazione con i fratelli arabi e le istituzioni internazionali", senza menzionare il "comitato per la pace". Oltre al dispiegamento delle Forze di Sicurezza israeliane e all'istituzione di un'autorità di transizione, le fasi successive del piano Trump includono un ulteriore ritiro israeliano da Gaza, il disarmo di Hamas e la ricostruzione del territorio. Il movimento islamista palestinese ha accettato di rinunciare al governo del territorio, ma finora si è rifiutato di prendere in considerazione l'ipotesi di disarmarsi. Le forze israeliane si sono ritirate da diverse aree di Gaza, ma controllano ancora circa metà del territorio.
CONTINUA A LEGGERE
6
0
0
