s

Politica
Salvini a Pontida: "No alla guerra e difesa della civiltà occidentale"
Oggi 21-09-25, 18:36
AGI - No alla guerra e difesa della civiltà occidentale. Dal palco di Pontida Matteo Salvini e la Lega vanno all'attacco dell'Unione europea e delle sue politiche. Davanti a qualche migliaio di militanti e a tante bandiere della Lega, il vicepremier scandisce: "Non manderemo mai i nostri figli e i nostri nipoti a morire in Ucraina. Non siamo in guerra contro nessuno. No all'esercito europeo, a un debito europeo per comprare armi e carri armati". A questo proposito la Lega presenterà delle mozioni in tutti i Comuni. È arrivato poi l'annuncio di una manifestazione in difesa della "civiltà occidentale" per sabato 14 febbraio 2026. Salvini l'ha presentata come la "più grande manifestazione che si ricordi in difesa dei valori, dei diritti, dei confini e delle libertà della civiltà occidentale". L'intervento del segretario si è aperto con un video ricordo di Charlie Kirk, protagonista anche di alcune maglie realizzate dai giovani leghisti e ricordato da quasi tutti gli speaker che si sono alternati sul palco. In un passaggio Salvini ha manifestato "l'auspicio di arrivare in futuro a due popoli e due stati" tra Israele e Palestina, ma "non è possibile finché ci saranno i tagliagole islamici di Hamas a tenere in ostaggio i bimbi palestinesi e israeliani". E se ci sarà il referendum sulla riforma della giustizia, "le sedi della Lega si trasformeranno nella sede dei comitati per il referendum". Prima dell'intervento di chiusura di Salvini hanno parlato i capigruppo leghisti di Camera e Senato, il capodelegazione al Parlamento europeo, i governatori, i ministri, i vicesegretari e gli ospiti stranieri. L'allestimento del palco, con la figura in rosso di Alberto da Giussano, è un ritorno al passato del partito: è stato abbandonato il blu della svolta sovranista che ha dominato gli anni scorsi. Come slogan della manifestazione è stato scelto "Liberi e forti". Tra i ministri, Roberto Calderoli ha annunciato che il prossimo dicembre il governo sottoscriverà le intese sull'autonomia con le Regioni interessate: "A un certo punto mi era venuta voglia di mollare tutto e dire 'non si potrà mai fare'. Poi mi è venuta in mente la frase di Bossi 'mai mula'' e io non ho mollato e sono andato avanti". Giancarlo Giorgetti, invece, ha messo in evidenza l'importanza del rispetto delle gerarchie del partito e ha rivendicato: "Ogni euro che spendiamo è un euro che deve essere chiesto in termini di tasse ai nostri cittadini. E quindi la responsabilità ci impone di essere molto rigorosi su come si spendono i soldi. E il successo di questo governo è perché ha messo fine a sprechi e sperperi". Quando è stato il suo turno, il vicesegretario leghista, Roberto Vannacci, ha chiesto "la remigrazione" per gli stranieri che non rispettano le leggi e ha lanciato l'allarme: "Lo straniero ci ha già invaso, è quello dei porti aperti, quello che invade le nostre città, stupra, violenta, ruba, rapina e ci vuole imporre la sua cultura. Con quella stessa forza noi oggi rinnoviamo quel giuramento". Infine, il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha messo i puntini sulle i sulla partita elettorale nella sua regione: "Non penso che sia lesa maestà chiedere un candidato leghista come mio successore. Dopodiché è legittimo che tutti i partiti presentino le loro proposte, credo che la nostra proposta sia assolutamente sostenibile, sono convinto che la presidente Meloni come FdI valuterà fino in fondo questa proposta e troveremo una soluzione". E "se il candidato sarà della Lega sarà Stefani, se non sarà della Lega sarà un problema".
CONTINUA A LEGGERE
5
0
0
Guarda anche
Libero Quotidiano

Luca Zaia infiamma Pontida: "Allora sarà un problema"
Il Resto del Carlino
