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Scontro di Trump con il presidente sudafricano Ramaphosa: "Agricoltori bianchi uccisi"
Ieri 21-05-25, 22:14
AGI - Due mesi dopo il clamoroso scontro allo Studio Ovale con il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, Donald Trump ha teso una nuova imboscata a un suo ospite. Stavolta è toccato al Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Durante l'incontro aperto ai giornalisti, Trump ha accusato il governo sudafricano di non proteggere gli agricoltori bianchi, parlando di "genocidio" degli Afrikaner e chiedendo spiegazioni ufficiali. Davanti a un imbarazzato e sorpreso Ramaphosa, il Presidente americano a un certo punto ha fatto oscurare le luci nello Studio Ovale e mostrato un video di circa quattro minuti con scene di manifestazioni al grido di "Kill the Boer, the farmer" e immagini di croci bianche, che secondo Trump rappresentavano agricoltori bianchi uccisi. Un uomo d'affari che faceva parte della delegazione sudafricana ha provato a spiegare che le vittime non sono solo bianche, ma è stato inutile. Il Presidente ha anche mostrato alcuni articoli di stampa a sostegno delle proprie accuse, parlando di "intere famiglie di bianchi in fuga". "È molto triste da vedere", ha commentato Trump. Ramaphosa, sempre più seccato, ha provato più volte a intervenire, ma senza successo. A un certo punto il presidente sudafricano ha invitato a discutere "con calma". "Nelson Mandela - ha dichiarato - ci ha insegnato che, in caso di problemi, le persone devono sedersi attorno a un tavolo e parlarne". Elon Musk, nato in Sudafrica, stretto consigliere di Trump e uomo più ricco al mondo, era presente nello Studio Ovale ed è tra i più accaniti accusatori del governo di Pretoria. La settimana scorsa gli Stati Uniti hanno accolto 49 afrikaners, a cui verrà riconosciuto un percorso accelerato per ottenere la cittadinanza americana e benefici pagati dai contribuenti americani. Una scelta in contrasto con la dura politica migratoria avviata da gennaio dalla Casa Bianca. Il Sudafrica è nel mirino di Trump da tempo anche per altri motivi, tra cui l'aver denunciato Israele alla Corte internazionale di giustizia per genocidio. Ramaphosa era arrivato a Washington con l'obiettivo di smussare i contrasti e ridiscutere gli accordi commerciali con gli Stati Uniti, che rappresentano il secondo partner più importante dopo la Cina. L'incontro non è andato come il governo di Pretoria sperava ma il presidente sudafricano ha scelto di non alimentare lo scontro. "È andato molto bene", ha commentato, parlando con i giornalisti, mentre il suo portavoce si è limitato ad affermare che il presidente non si sarebbe fatto trascinare nella "pozzanghera" in cui Trump voleva spingerlo. Rispetto all'imboscata a Zelensky, stavolta il vicepresidente J. D. Vance, presente nello Studio Ovale, non è intervenuto.
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