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Economia e Finanza
Scontro Usa-Cina sui chip. Pechino: "Bullismo unilaterale"
Oggi 21-05-25, 06:56
AGI - La Cina ha reagito con durezza alle nuove restrizioni statunitensi sull'uso di chip cinesi nel settore dell'intelligenza artificiale, accusando Washington di “bullismo unilaterale” e annunciando “misure ferme” in risposta. Le tensioni sui semiconduttori tornano così al centro dello scontro geopolitico tra le due superpotenze. Le linee guida pubblicate dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti mettono in guardia l'industria tecnologica dal rischio di utilizzare semiconduttori provenienti dalla Cina, affermando che “sono stati probabilmente sviluppati e prodotti violando i controlli sulle esportazioni americani”. Pechino: “Protezionismo e minaccia allo sviluppo globale” Il Ministero del Commercio cinese ha definito le nuove misure come “una combinazione di protezionismo e intimidazione”, accusando Washington di voler “privare la Cina e altri Paesi del diritto di sviluppare settori ad alta tecnologia come i chip avanzati e l'IA”. Per Pechino, gli Stati Uniti stanno “abusando dei controlli sulle esportazioni per contenere e reprimere la Cina”, danneggiando le aziende locali e “mettendo a rischio gli interessi di sviluppo del Paese”. I chip per intelligenza artificiale rappresentano oggi uno dei terreni di scontro più strategici tra Stati Uniti e Cina. Negli ultimi anni, Washington ha imposto restrizioni per evitare che i semiconduttori americani vengano utilizzati per scopi militari o per alimentare modelli di IA cinesi in grado di competere con quelli statunitensi. Le nuove direttive, a differenza delle restrizioni imposte dall'amministrazione Biden, non sono vincolanti, ma hanno comunque un forte valore politico e simbolico. L'obiettivo dichiarato è “condividere la tecnologia americana con Paesi affidabili ed evitare che cada nelle mani di potenziali avversari”. Tra i chip nel mirino ci sono anche i semiconduttori Ascend di Huawei, considerati da Washington particolarmente sensibili per l'impiego in progetti di IA avanzata. Nvidia contro le restrizioni: “Hanno favorito la Cina” Le nuove regole sono state criticate anche da aziende americane. Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha definito le restrizioni “un fallimento”, affermando che “hanno dato slancio e supporto alle aziende cinesi, accelerando lo sviluppo interno di tecnologie all'avanguardia”. Parlando da Taipei, Huang ha aggiunto che “la Cina ha un ecosistema tecnologico estremamente dinamico e ospita il 50% dei ricercatori globali in intelligenza artificiale”. Le pressioni interne ed esterne su Washington Le precedenti limitazioni imposte anche ad alcuni Paesi alleati – come Messico e Portogallo – sono state in parte revocate sotto la pressione di governi esteri e produttori americani. Ma il nodo resta aperto. Pechino accusa Washington di voler rallentare artificialmente lo sviluppo cinese per mantenere il proprio dominio tecnologico, e promette ritorsioni. Con i chip diventati la nuova posta in gioco nella competizione globale, la frattura tra Cina e Stati Uniti sul fronte dell'intelligenza artificiale appare destinata ad allargarsi.
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