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Politica
Sì di Meloni al confronto con Schlein: "Ma solo se c'è Conte". E lui: "Ci sto!". E la segr...
Ieri 27-11-25, 21:59
AGI - Sì al confronto, purché sia a tre. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni raccoglie e rilancia la 'sfida' della segretaria del Pd Elly Schlein che aveva dato un via libera 'condizionato' all'invito alla festa di Fratelli d'Italia Atreju. "Ci vado, se c'è un confronto con Meloni". Parole che avevano riaperto il dibattito nel centrosinistra tra chi partecipa e chi no. Giuseppe Conte, in mattinata, aveva ricordato che lui, ad Atreju, c'è stato lo scorso anno, accettando l'invito senza condizioni. "Se il format oggi è cambiato, lo devono decidere loro", faceva sapere il leader M5s. "Anche io l'anno scorso, quando ero stato invitato ad Atreju, avevo sondato la disponibilità della premier Meloni per un confronto diretto con me. Quella disponibilità", ricorda il capo del M5s, "allora non mi venne data. Sono loro i padroni di casa, tocca a loro decidere se cambiare il format. Quanto a me, resto comunque disponibile a un confronto democratico che ritengo sempre utile anche e soprattutto dinanzi ad una platea non certo benevola nei miei confronti". La mossa a sorpresa di Meloni e la leadership Parole che rimettevano la palla nel campo del partito della premier e che facevano ipotizzare un 'cul de sac' nella vicenda. Invece, nel pomeriggio, l'uno-due di dichiarazioni di Conte, prima, e di Meloni poco dopo. "Già l'anno scorso mi ero dichiarato disponibile e quindi lo sono anche quest'anno e sempre a un confronto con Giorgia Meloni", ribadisce il leader Cinque Stelle. Quaranta minuti dopo arriva il post della premier: "Leggo che Elly Schlein avrebbe finalmente accettato l'invito di Fratelli d'Italia a partecipare ad Atreju, ma solo in caso di un confronto diretto con me", scrive Meloni. "Atreju è sempre stata una casa aperta al dialogo, anche con chi la pensa diversamente. Sono quindi pronta a confrontarmi con l'opposizione". E qui la mossa di Meloni: "Ritengo che al confronto debba partecipare anche Giuseppe Conte. Per due ragioni: la prima è che Giuseppe Conte, a differenza di Elly Schlein, anche negli anni passati è venuto ad Atreju senza imporre alcun vincolo. Lo ha fatto anche da Presidente del Consiglio. La seconda è che non spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell'opposizione, quando il campo avverso non ne ha ancora scelto uno. Da parte mia, quindi, sono disponibile a un confronto unico con entrambi". Un nervo scoperto, quello della leadership, nel campo del centrosinistra, con Schlein e Conte destinati a competere per la guida della coalizione. Al momento, a legge elettorale invariata, i galloni di leader spetterebbero a Schlein in quanto segretaria del partito con più voti. Il nodo della legge elettorale e la risposta di Conte Ma se la legge elettorale dovesse essere riformata in chiave proporzionale e con l'indicazione del candidato premier nella scheda, le cose potrebbero cambiare. E questa volta a "leggere" è Conte: "Leggo che la Premier accetta di confrontarsi a patto che sul palco ci siamo sia io che Schlein", scrive il leader del M5s sui social. "Per me va sempre bene confrontarsi e dirsi le cose come stanno. Anche in 'trasferta', davanti a un pubblico che ho rispettato anche quando ero Presidente del Consiglio e Fratelli d'Italia non era forza di maggioranza. Non mi sottraggo certo oggi. Ci sono!". La reazione di Schlein e l'accusa di fuga Mentre la premier lanciava la sua sfida, Schlein era sul palco del Teatro 7 Off, a Montesacro, per la presentazione del libro di Paolo Berizzi su Casapound. E mentre l'autore parlava, Schlein scorreva le notifiche sullo smartphone. "Scusate se lascio questo palco, ma devo andare da Formigli", dice prima della fine dei lavori. E scesa dal palco, prende un'uscita laterale dribblando le telecamere che la attendono nel foyer. Nello studio di Piazzapulita il caso del confronto manda a monte la scaletta del padrone di casa. "Mi dispiace che Meloni abbia rifiutato di fare il confronto con me", dice Schlein: "Tanto più che l'anno scorso prima delle europee aveva accettato di farlo, mi chiedo cosa sia cambiato, forse ha più paura di me visti i risultati che abbiamo ottenuto". E sull'idea di un confronto a tre, chiosa: "Portasse Salvini. E se vuole porti pure Tajani, noi possiamo portare anche Fratoianni e Bonelli. Facciamo un confronto di coalizione. È ridicolo", attacca ancora, "è scappata un'altra volta dal confronto, questa è la realtà. È assurdo che si sia rifiutata di nuovo di confrontarsi con me, cosa che l'anno scorso era disponibile a fare, quest'anno evidentemente no". Il commento di Fratelli d'Italia A pochi minuti dal 'no' di Schlein arriva il commento di Fratelli d'Italia: "Dispiace che Elly Schlein abbia anche quest'anno alla fine declinato l'invito ad Atreju", dice il capo dell'organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli: "Come sempre la nostra festa è aperta a chiunque a prescindere da idee politiche e posizionamento culturale. Il confronto per noi è il sale dell'impegno politico e tutti gli ospiti sono ben accolti e graditi. Giorgia Meloni", ricorda poi Donzelli, "con disponibilità aveva anche accettato di cambiare l'impianto storico della festa per fare un confronto con Schlein e Conte, vista la disponibilità da entrambi dimostrata. Se questo non è possibile andiamo avanti con gli ospiti che parteciperanno senza porre condizioni e che ringraziamo per questo". Infine la stoccata: "Quando l'opposizione avrà un leader unico e riconosciuto da tutti saremo felici di accogliere ad Atreju un confronto diretto tra Giorgia Meloni e il leader individuato".
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