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Siria, l'ex interprete di Assad: "Gli alawiti sono la spina dorsale del regime"
09-03-2025, 14:01
"Oggi al potere in Siria ci sono i perseguitati del 2013, ragazzi cui hanno massacrato le famiglie, cui sono stati confiscati e distrutto i beni. Allora erano bambini e adolescenti, oggi - con tutti i loro punti interrogativi - sono tornati per la vendetta e liberato la Siria da una dinastia sanguinaria che ha affamato e umiliato milioni di persone per oltre quattro decenni". A raccontare cosa è stata e cosa è la Siria oggi - in un'intervista all'Agi - oggi è Nabil al Lao, docente di lingua francese e araba, già rettore dell'università Al Rachid di Damasco, ma soprattutto ex interprete prima di Hafez Al Assad e poi del figlio Bashar. Gli anni di Assad "Dopo il dottorato in Francia, fui chiamato a sostituire l'interprete del presidente appena scomparso - ricorda al Lao - ma soprattutto a preparare il figlio Bashar a prendere il posto del padre ormai malato. Ero felice, certo, ma non avevo comunque altra scelta che accettare". Bashar era appena rientrato da Londra dove aveva intrapreso la carriera di medico oculista. Non era lui il predestinato a raccogliere l'eredita' del 'Leone di Damasco', ma il fratello maggiore Basil che era però rimasto vittima di un misterioso incidente stradale. "Gli esordi di Bashar davanti alle telecamere furono talmente disastrosi che gli fu proibito rilasciare interviste alla stampa", racconta al Lao. "All'inizio eravamo tutti convinti che volesse dare davvero una svolta al Paese. Ma capimmo presto che sarebbe diventato più criminale del padre". Il punto di non ritorno Il primo vero punto di non ritorno fu l'attentato all'allora primo ministro libanese Rafiq Hariri, oppositore di Hezbollah e delle ingerenze siriane nella politica del paese. Secondo molti esperti e giornalisti, Hariri fu ucciso la notte di San Valentino del 2004 proprio su ordine del governo siriano e per mano di membri di Hezbollah. Su questo al Lao rivela un retroscena. Il presidente francese Jacques Chirac aveva chiesto testualmente "di non toccare Hariri". Era stato al Lao a tradurre quel messaggio a Bashar. "Ma Assad lo fece eliminare lo stesso", afferma l'ex interprete. La guerra civile e la fuga di Assad Al Lao rimase al fianco di Bashar fino al 2013, quando scoppiò la guerra civile. Era "un vero e proprio massacro quello che quotidianamente compiva il regime. Ogni giorno venivano fucilati civili". Gli intellettuali iniziarono ad abbandonare il Paese e Nabil comunicò la volontà di dimettersi e tornare alla vita accademica. "Davanti al bagno di sangue quotidiano, non potevo più restare li'. Riuscii a convincerli che le mie dimissioni erano dovute esclusivamente a ragioni personali". Ma non fu facile. Appena accennò all'idea di lasciare l'incarico, al Lao fu convocato in un ufficio sotto l'Università e scoprì che si trattava di una sala adibita agli interrogatori di professori e studenti. "Fu una tristezza, una delusione cocente scoprire quello che accadeva là dentro". Concluso l'interrogatorio, al Lao andò nel suo ufficio e scrissi la lettera formale di rinuncia all'incarico. "Mi dimisi e partii per il Libano". È stata l'ultima volta che ha visto il suo Paese. Dopo il Libano, il linguista si trasferì in Francia e poi in Italia per insegnare. La sua Siria, nel frattempo, veniva distrutta dalla guerra civile tra le diverse fazioni, un calvario durato fino all'8 dicembre dello scorso anno quando Assad è stato costretto alla fuga. "Il regime in realtà era già caduto nel 2013 ", spiega al Lao. I ribelli erano arrivati al palazzo presidenziale, quando entrò in gioco la Russia. Vladimir Putin, "grande alleato e amico di Assad", gli ha permesso di stare al potere per altri dieci anni. Le sfide future Tre mesi fa, i ribelli di Hayat Tahrir al-Sham, guidati da Al Jolani e con il forte sostegno della Turchia, hanno posto fine a oltre cinquant'anni di regime. Ma dopo un periodo di apparente calma, questa settimana la Siria è ripiombata nel caos. Gli scontri tra soldati governativi e militanti fedeli ad Assad, in tre giorni hanno causato la morte di oltre 700 persone, di cui la gran parte civili alawiti. Secondo Nabil al Lao, tutto è iniziato quando il nuovo governo, la scorsa settimana, ha dichiarato che lo Stato - con il suo esercito nazionale - "è l'unico legittimato ad aver il monopolio delle armi". Qualcuno, spiega, "non ha accettato questa situazione, soprattutto coloro che durante il regime si sono resi responsabili di crimini. Poi c'è sicuramente anche un tema di vendetta". L'ex interprete degli Assad sottolinea che una gli alawiti "sono stati la spina dorsale del regime di Assad. Molti di loro hanno occupato posizioni di vertice nel governo, nell'esercito e nei servizi segreti, rendendosi responsabili di crimini contro l'umanità, massacri organizzati, stupri sistematici e campagne di sparizione forzata. Credo che sia difficile trovare una famiglia alawita che non sia coinvolta nei massacri perpetrati nei confronti della maggioranza della popolazione siriana". Quale sarà la strada per una nuova Siria dunque? Per al Lao, "dopo questo difficilissimo momento si dovranno preparare le prime elezioni presidenziali, sotto il controllo della comunità internazionale, aperte a tutti coloro che hanno delle competenze, senza guardare all'appartenenza religiosa". E poi la Costituzione. "Non dobbiamo inventare l'alfabeto: possiamo confrontarci con altre Costituzioni, come quella italiana, francese, tedesca, ma anche di Giordania, Egitto e Turchia, che sono Paesi con un ambiente e una cultura più simili a quella siriana". Una via si troverà. L'importante è che si sia chiusa la pagina nera della dittatura. "Mi inchino davanti all'onore di quanti hanno rischiato la vita" per cacciare Assad.
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