s
Politica
Stipendi aumentati al Cnel, ma soltanto per qualche ora
Ieri 07-11-25, 20:54
AGI - Un'interrogazione parlamentare soltanto annunciata, una richiesta di chiarimenti e subito scoppia la polemica che travalica la semplice richiesta della deputata leghista Tiziana Nisini e finisce per investire il governo, oltre che il bersaglio principale. Ma la questione si chiude in serata con la replica del protagonista. Renato Brunetta revocherà gli aumenti di stipendio per se stesso e per i consiglieri del Cnel. Tutto è cominciato con l'annuncio di un'interrogazione da parte della deputata leghista Tiziana Nisini. "Gli aumenti in piena autonomia degli stipendi al Cnel, a partire dal presidente Renato Brunetta, sono da riconsiderare", dice, anticipando che "presenteremo un'interrogazione parlamentare e una norma in Finanziaria che vada nella direzione inversa". "Dobbiamo invece concentrarci nell'eliminazione dei contratti pirata, con normative di legge che devono passare dall'iter parlamentare. Anche su questo tema - incalza Nisini - il lavoro del Cnel deve essere sopra le parti. Non è un ente normativo". La reprimenda della Lega La reprimenda di Nisini non tralascia il contesto sociale ed economico. "La decisione del Cnel, in un momento in cui famiglie, imprese e lavoratori fanno i conti con il caro vita e la stagnazione dei salari, - incalza la senatrice della Lega Elena Murelli - appare del tutto inopportuna e fuori dal senso comune. È doveroso fare piena luce su questa vicenda, verificando la legittimità delle procedure adottate, gli importi effettivamente erogati e le eventuali situazioni di cumulo tra pensioni e nuovi incarichi". E poi l'annuncio in linea con la collega della Camera: "Presenterò un'interrogazione in Senato per chiedere al governo se sia a conoscenza dei fatti e se ritenga che l'aumento dell'emolumento del Presidente del Cnel sia conforme ai limiti e ai principi previsti dall'ordinamento". L'irritazione di Meloni e la sentenza della Consulta Si rincorrono le reazioni dell'opposizione alla notizia degli aumenti di stipendio al Cnel e in serata filtra tutta l'irritazione della premier Giorgia Meloni. Fonti di Palazzo Chigi riferiscono che Meloni reputi non condivisibile la decisione della Corte costituzionale, e inopportuna la decisione di chi ha adeguato il compenso. Il riferimento è alla sentenza della Consulta sull'abolizione del tetto dei 240 mila euro annui per i dirigenti pubblici. La difesa del Cnel: "Nessun adeguamento" Ma per il Cnel non c'è stato "alcun 'adeguamento'" dei compensi ma il Consiglio si è "limitato a dare doverosa applicazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 135 del 9 luglio 2025, che ha ripristinato a decorrere dal 1 agosto u.s. il tetto retributivo dei 311.658,53 euro". Un "adempimento applicativo", specifica il Cnel "immediatamente esecutivo, posto in capo a tutti gli organi costituzionali (Presidenza della Repubblica, Parlamento, Governo e Corte Costituzionale) e di rilievo costituzionale (Corte dei Conti, CSM, Consiglio di Stato, Avvocatura dello Stato e CNEL) e le diverse Autorità, in ordine al ripristino delle indennità (peraltro compatibili nel caso degli organi costituzionali e di rilievo costituzionali sino al tetto indicato con eventuali trattamenti pensionistici di natura pubblica) già corrispondenti al tetto massimo previsto dalla normativa dichiarata incostituzionale, secondo i rispettivi ordinamenti e la relativa regolamentazione". L'ente sostiene che "Non corrisponde al vero quanto riportato il 6 novembre dal quotidiano Il Domani allorché in relazione al CNEL si scrive 'Per i vertici 1,5 milioni in più''' e poi oggetto di articoli usciti anche su altre testate". Le critiche dell'opposizione: Renzi e Gubitosa Il tema stuzzica le opposizioni e il primo a pronunciarsi è l'ex presidente del Consiglio, che tentò la via referendaria per l'abolizione del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro. "Dice la Meloni che lei non farà mai quello che ho fatto io. Per una volta ha detto il vero. Io volevo abolire il Cnel, lei invece lo ha riempito di soldi e ci ha messo alla guida il pensionato d'oro Renato Brunetta. Il ceto medio paga le tasse, il Cnel le spende con Brunetta". Lo scrive su X il leader di Iv Renzi. L'attacco del M5S: "Meloni si guardi allo specchio" Non meno caustico il vicepresidente del M5S Michele Gubitosa: "Quando Giorgia Meloni non vuole mettere la faccia su ciò che non le fa comodo affida alle solite 'fonti di Palazzo Chigi' i propri stati d'animo. Oggi si dice 'irritata' per l'aumento di stipendio del presidente del CNEL Brunetta. Mettiamo in fila i fatti: è stato il Governo, con una norma ad personam infilata in un decreto Pnrr del 2024, a ridare la lauta prebenda a Brunetta che può cumularla con la pensione e il vitalizio da ex parlamentare. Se la presidente del Consiglio cerca il colpevole dell'aumento dei compensi deliberato dall'ufficio di presidenza di Villa Lubin non deve prendersela con i giudici della Corte costituzionale: basta che si guardi allo specchio". La retromarcia di Brunetta: revoca immediata In serata poi arriva la nota di Brunetta: "Come presidente del Cnel, organo di rilievo costituzionale chiamato a dare voce e rappresentare le parti sociali, non voglio in alcun modo che dall'applicazione legittima di una giusta sentenza della Corte Costituzionale derivino strumentalizzazioni in grado di danneggiare la credibilità dell'istituzione che presiedo e, di riflesso, condizionare negativamente il dibattito politico e l'azione del Governo. Per queste ragioni provvederò a revocare con effetto immediato la decisione assunta in Ufficio di Presidenza, relativa al recepimento". E il presidente del Cnel sottolinea: "Lo faccio con senso di responsabilità e con l'intento di tutelare il prestigio del Cnel, preservando nel contempo un clima di rispetto e collaborazione tra tutte le componenti politiche, istituzionali e sociali".
CONTINUA A LEGGERE
3
0
0
Guarda anche
Agi
Ieri, 21:13
Abu Mazen: "Hamas deve essere disarmato"
Agi
Ieri, 20:54
Stipendi aumentati al Cnel, ma soltanto per qualche ora
Agi
Ieri, 20:52
