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Cronaca
Terzo suicidio a Regina Coeli dall'inizio dell'anno. I garanti chiedono la chiusura della VII sezione
17-09-2024, 17:53
AGI - “Ancora un suicidio in carcere, il terzo a Regina Coeli dall'inizio dell'anno, ancora in VII sezione: un uomo di cinquant'anni, arrestato lo scorso 25 agosto, per la prima volta in carcere. In attesa che il Governo finalmente faccia qualcosa contro il sovraffollamento, che è certamente concausa di questa terribile sequenza di suicidi (oggi a Regina Coeli ci sono 1168 detenuti per 626 posti regolamentari effettivamente disponibili), torniamo a chiedere la chiusura della VII sezione e la riorganizzazione a Regina Coeli di una sezione di accoglienza degna di questo nome, cui dare spazi e personale qualificato per la prevenzione del rischio suicidario". E' quanto dichiarano il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e la Garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, Valentina Calderone. Il comune di Roma a lavoro per seduta straordinaria a Rebibbia "L'ultimo suicidio nel carcere di Regina Coeli e i dati allarmanti del Garante nazionale, che riportano un aumento del 19% dei suicidi tra i detenuti dall'inizio dell'anno rispetto al 2023, e un indice di sovraffollamento del 131,77%, ci impongono una riflessione seria e profonda sulle condizioni delle carceri, sia a livello nazionale che a Roma. È necessario mettere in campo tutte le misure possibili, con un intervento reale da parte del Governo. La situazione è inaccettabile, e non possiamo permetterci di restare indifferenti. In costante dialogo con la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone, monitoriamo le condizioni delle carceri romane per individuare criticità ed eventuali azioni da intraprendere". Così in una nota la Presidente dell'Assemblea capitolina Svetlana Celli. "In questo contesto, su proposta della consigliera Michetelli e già condivisa nella Capigruppo, stiamo lavorando all'organizzazione di una seduta straordinaria dell'Assemblea capitolina nel carcere di Rebibbia. Portare l'istituzione direttamente all'interno del carcere significa avvicinarsi alle persone che, pur private della libertà, non devono essere private della dignità e dei loro diritti fondamentali. Il nostro obiettivo è promuovere percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale, dimostrando che il carcere non deve essere un luogo di abbandono, ma di speranza e recupero" ha concluso. Cucchi (Avs), situazione indegna "Questa situazione è indegna in uno Stato di diritto: servono spazi adeguati e, soprattutto, personale qualificato per prevenire tragedie come questa. Il sistema attuale è palesemente fallimentare, le carceri sono in uno stato di abbandono e inefficienza tale da mettere a rischio la vita dei detenuti e del personale penitenziario. In un luogo che dovrebbe avere la funzione di recupero e reinserimento, la dignità e il rispetto della vita umana sono ormai del tutto assenti. È indispensabile agire subito, prima che altre vite vengano spezzate". Afferma la senatrice di Avs, Ilaria Cucchi.
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