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Estero
Ue: "Stop al gas russo entro il 2027" e nuovo pacchetto di sanzioni a Mosca
Oggi 19-09-25, 18:43
AGI - "È ora di chiudere il rubinetto". Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, presenta cosi' il 19esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e annuncia una proposta - presto - per utilizzare gli asset russi immobilizzati per un 'prestito di riparazione' a favore dell'Ucraina. L'obiettivo delle sanzioni, questa volta e come ogni volta, è colpire dove fa più male: le entrate dalle fonti fossili. Quindi la Commissione europea propone di interrompere ogni acquisto di gas dal primo gennaio 2027, compreso il Gnl, anticipando di fatto di un anno quanto previsto dal piano presentato lo scorso maggio che prevedeva la conclusione dei contratti a lungo termine entro il 31 dicembre 2027. Attualmente otto Paesi europei importano ancora gas dal nemico russo: Belgio, Paesi Bassi, Francia, Spagna, Portogallo con Gnl e Grecia, Slovacchia e Ungheria tramite il gasdotto TurkStream. E per chiudere quel rubinetto la Commissione europea rafforza la stretta sulla flotta fantasma - altre 118 navi sanzionate per un totale di oltre 560 - e impone un bando totale di transazione per le principali società di trading energetico, Rosneft e Gazpromneft. Vengono colpiti anche raffinerie, operatori del settore petrolifero e aziende petrolchimiche in Paesi terzi, tra cui la Cina. Così come finiscono nella blacklist coloro che forniscono risorse per l'esercito russo, anche da India e Cina. Vengono prese di mira le criptovalute - per la prima volta - e le banche che permettono pagamenti alternativi russi. La proposta più delicata però non è nel 19esimo pacchetto ma dovrebbe arrivare nelle prossime settimane: un maggior utilizzo degli asset russi. "Stiamo lavorando a una nuova soluzione per finanziare gli sforzi di difesa dell'Ucraina, basata sui beni russi immobilizzati. Dobbiamo essere molto chiari: questa è la guerra della Russia e chi la commette deve pagarla. Con i saldi di cassa associati a questi beni russi, possiamo fornire all'Ucraina un prestito di riparazione. I beni stessi non saranno toccati. E il rischio dovrà essere sostenuto collettivamente. L'Ucraina rimborserà il prestito solo quando la Russia avrà pagato le riparazioni", spiega von der Leyen. Tra i ministri dell'Economia e delle Finanze Ue, riuniti all'Ecofin informale a Copenaghen, prevale pero' lo scetticismo: la proposta di Bruxelles manca ancora dei dettagli tecnici e presenta diversi rischi legali. A farsi portavoce e' stata la presidente della Bce, Christine Lagarde. "Attendiamo i dettagli nei documenti ma le nostre preoccupazioni sull'uso degli asset russi permangono, siamo ovviamente attenti al rispetto del diritto internazionale e per la stabilita' finanziaria e la sovranità della nostra moneta", ha affermato in conferenza stampa al termine della riunione dell'Eurogruppo, chiedendo al commissario all'Economia, Valdis Dombrovskis, - in un'inusuale siparietto - se sia "corretto" affermare che "non si tratta di sequestro o confisca ma della sostituzione di un credito in liquidità con un credito in eurobond". Dombrovskis ha precisato: "La titolarita' degli asset rimane ai russi e i fondi non vengono toccati, vengono usati i saldi di cassa degli asset della Banca centrale russa". In sostanza, i fondi immobilizzati arrivati a maturazione - ora nelle casse della belga Euroclear - verrebbero utilizzati per acquistare degli eurobond a tasso zero da prestare all'Ucraina. Da rimborsare solo quando la Russia avrà pagato le riparazioni. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, si è detto pronto a "valutare con attenzione la proposta europea, ben coscienti dei limiti legali" che esistono. "Siamo stati protagonisti dei prestiti G7 e dunque conosciamo bene quali sono i limiti legali e reputazionali della vicenda", ha sottolineato. La Germania - da sempre molto scettica - apre dicendo che si attiverà per risolvere o non di certo per bloccare, ma il Belgio rimane fermamente contrario: "Non è possibile confiscare asset sovrani", ha chiarito il ministro e vicepremier, Peter Van Peteghem.
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