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Centottanta minuti per uno scudetto
Oggi 12-05-25, 15:34
A tutte le unità, il campionato di Serie A non è finito. E non lo dice solo il calendario: il meritato pareggio del Genoa a Napoli non solo rincuora l’Inter – uscita vittoriosa dal diluvio di Torino e ancora trasportata dall’onda europea – ma getta anche ombre riguardo la tenuta psicologica dei partenopei e di Antonio Conte, mai così vicino alla conferma in azzurro. Ora la pressione si sposta tutta in riva al Golfo, dove arriverà il Cagliari (molto probabilmente già sicuro di rimanere in A) all’ultima giornata: ma nel mezzo c’è la trasferta di Parma, contro una squadra che salva non lo è ancora, e che possiede le risorse per mettersi di traverso alla corsa scudetto dei campani. Questa è "La nota stonata", la rubrica di Enrico Veronese sul fine settimana della Serie A, che racconta ciò che rompe e turba la narrazione del bello del nostro campionato che è sempre più distante da essere il più bello del mondo Dal canto suo, Simone Inzaghi dovrà affrontare a San Siro il suo passato, ovvero la Lazio, prima di concludere nella vicina Como. Non proprio due passeggiate di salute, se si considera che i capitolini hanno riacciuffato la Juve e la corsa Champions, mentre i lariani non stanno facendo sconti a nessuno prima, forse, di dover salutare Cesc Fabregas: gli costerà, come a tutto il calcio italiano. Lo “spettro” dello spareggio, quindi, non è certo derubricabile a priori: sarebbe la prima volta dopo sessant’anni, al termine di un torneo che non ha mai conosciuto una vera e sola squadra padrona. Ricordate, anzi, quando tutti gli astri si stavano allineando per il primo scudetto dell’Atalanta? A questo punto della stagione, con le società già proiettate ad anticipare gli accordi di mercato e a definire la situazione di prestiti e riscatti, la differenza la fanno le motivazioni. Evidentemente rarefatte a Udine – plauso alla dignità del Monza – mentre stranamente elevate a Marassi rossoblù, dove Patrick Vieira ha perfezionato una formazione rognosa, trattasi da tempo fuori dalle secche e per questo più spensierata. Ma anche dall’altra sponda del Bisagno, in condizioni assai critiche, l’immagine del weekend è rappresentata dalla devozione della tifoseria doriana, che riempie lo stadio e spinge la Sampdoria con intensità decisiva nel dentro-o-fuori contro la Salernitana. Tutt’altro spettacolo in casa Milan, in attesa della finale di coppa Italia: l’anticipo e l’aperitivo contro il Bologna hanno visto gli uomini di Sergio Conceição in balia degli avversari per oltre un’ora, prima di trovare i goal che hanno legittimato la vittoria rossonera. “Se questo è il Milan”, penseranno in Emilia, giocare come venerdì scorso potrebbe essere sufficiente ai rossoblu nella finale di Roma; ma è utile andare a vedere come Vincenzo Italiano ha perso il confronto in campionato, dopo aver allargato il campo in ampiezza e non aver sfruttato la mole di gioco. In una partita secca, come quella del prossimo mercoledì, gli errori si pagano cari. Intanto per la penultima giornata, e non solo per l’ultima, la Lega Calcio si accinge a mettere le mai avanti, facendo disputare tutte le partite a compartimenti orari a seconda della posizione in classifica e del rispettivo obiettivo. Il fatto è che spesso questi si incrociano: Parma-Napoli, in tal senso, è la classica partita ambivalente che può decidere l’intero campionato anche in coda, dove l’Empoli sta sciorinando i tiri da lontano di Jacopo Fazzini e Tino Anjorin, il Lecce si affida sempre e solo a Nikola Krstović, il Venezia alla disperazione di chi non ha più niente da perdere. Mentre papa Leone si accinge al suo primo Monday night da pontefice romanista, con vista sopra la qualificazione in Champions League, bella come piazza San Pietro con il sole della sera.
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