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Economia e Finanza
Gli incentivi spingono le immatricolazioni, ma non quelle di auto made in Italy
03-07-2024, 16:58
Come era facilmente prevedibile la spinta dell’Ecobonus per le autovetture ha avuto un notevole impatto sulle immatricolazioni, che, ricordiamolo, coincidono con le auto effettivamente targate a giugno. La crescita generale è stata del 15 per cento rispetto a giugno 2023, fatto che ha portato l’incremento da inizio anno al 5,3 per cento rispetto allo scorso, benché siano ancora lontani i volumi precedenti alla pandemia. Molto bene sono andate le immatricolazioni di autovetture elettriche, più che raddoppiate rispetto a giugno di un anno fa e per la prima volta da inizio anno con un segno positivo. Il merito naturalmente è degli incentivi. Tuttavia, i numeri vanno contestualizzati proprio in ragione dei valori calanti dei mesi scorsi. Come già osservato da diversi addetti ai lavori, i 200 milioni di incentivi andati esauriti nella giornata del 3 giugno sono stati utilizzati per ordini già acquisiti e vetture già disponibili in attesa di essere targate, più che per ordini nuovi. Una prova la si ha osservando le sole immatricolazioni dei privati, la cui quota di mercato a giugno è più che triplicata rispetto alla media dei mesi precedenti, un valore però che non è compatibile con gli attuali tempi di consegna. Cosa è successo? L’Ecobonus è stato presentato ufficialmente dal ministro Adolfo Urso il 1° febbraio, ma già da inizio anno tutti i portatori di interesse conoscevano le cifre esatte dei nuovi incentivi. Quindi, come da prassi ormai consolidata, al più tardi da febbraio concessionari e rivenditori hanno iniziato a raccogliere ordini che consideravano di fatto già i nuovi e più generosi incentivi. Il fatto poi che la raccolta delle prenotazioni sia iniziata dopo quattro mesi ha ingrossato l’arretrato e trasformato l’attesa in una corsa all’accaparramento nel giorno in cui è stata abilitata la piattaforma di prenotazione, il fatidico 3 giugno. Per esprimere un giudizio compiuto sull’efficacia della misura bisognerebbe aspettare fine anno – e probabilmente fino a qual momento potrebbe arrivare un’altra tornata di incentivi – ma, prendendo le previsioni degli esperti di Dataforce, a dicembre 2024 le immatricolazioni di auto elettriche dovrebbero attestarsi sulle 70 mila, con una quota di mercato di soli 0,2 punti in più rispetto al 2023. Volendo essere più ottimisti si possono ipotizzare più di 80 mila nuove vetture elettriche sulle strade italiane, che sommate a quelle già in circolazione portano a 300 mila auto senza motore a scoppio nel parco circolante: un valore che resterebbe lontanissimo dai 4,3 milioni previsti al 2030 nel Piano Integrato Energia Clima diligentemente inviato a Bruxelles lunedì. Scopo degli incentivi, che prevedono anche per ora non apprezzatissime quote raddoppiate per i Taxi e Ncc e retrofit per convertire a metano o Gpl auto già in circolazione, era anche svecchiare l’enorme parco circolante italiano. Anche in questo caso bisogna attendere, ma già sappiamo che la rottamazione era abbinata solo al 40 per cento delle prenotazioni per autovetture elettriche, mentre era obbligatoria per le altre alimentazioni e per le auto Euro 6 usate (anche i 20 milioni destinati a queste ultime, bastevoli per 10 mila vetture, sono andati esauriti). Resta il terzo e ancor più ambizioso scopo che si proponeva il Dpcm 20/5/2024: risollevare la produzione nazionale di autovetture. Tema che ha visto – e vede? – contrapposti Stellantis e il governo per parecchi mesi. Per semplicità partiamo dalla 500 elettrica, prodotta a Mirafiori, che a giugno è passata da 428 a 577 immatricolazioni; una cifra piuttosto modesta rispetto ai valori delle Tesla Model X e Model 3, triplicati rispetto all’anno scorso a oltre 3,2 mila e quasi 1,7 mila unità. E’ andata meglio alla Jeep Avenger, prodotta in Polonia, che ha più che raddoppiato i volumi, collocandosi al quinto posto tra le elettriche più vendute dietro Renault Twingo, prodotta in Slovenia, e Dacia Spring, prodotta in Cina, quest’ultima oltre a tornare sul podio, ha messo a segno la migliore performance: passando da 78 a 878 immatricolazioni nel solo mese di giugno. Certo, ci possiamo consolare con l’immarcescibile Panda ibrida prodotta a Pomigliano, che certamente ha beneficiato di (modesti) incentivi con rottamazione obbligatoria, passando da 5,9 mila a oltre 10,5 mila immatricolazioni a giugno, ma per il prossimo anno bisogna pensare qualcosa di diverso. Casomai ispirandosi alla Francia che con un complesso algoritmo ha costruito incentivi che tengono conto delle emissioni di CO2 nel ciclo di vita, incentivando di più la propria produzione nazionale.
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