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Economia e Finanza
Il riso è la nuova grana di Lollobrigida: "L'accordo Ue è uno scandalo. Ci danneggerà"
Oggi 03-12-25, 13:36
L’accordo raggiunto in Europa sui dazi preferenziali sul riso per i paesi in via di sviluppo è uno "scandalo" dice il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che "danneggerà non solo il nostro sistema produttivo, ma anche quello di altre otto nazioni". Secondo il vicepresidente del Senato e senatore della Lega Gian Marco Centinaio, "rappresenta il colpo di grazia per i risicoltori italiani". Ancora più critica la Coldiretti: "Molto di questo riso viene coltivato anche con lo sfruttamento del lavoro minorile". Il ministro, il senatore leghista e l'associazione dei coltivatori diretti commentano così l'intesa tra le istituzioni dell'Unione europea (Consiglio, Parlamento e Commissione, il cosiddetto trilogo) che prevede di far scattare solo oltre le 562mila tonnellate le tutele sulle importazioni eccessive di riso a dazio agevolato da paesi terzi. I produttori europei avrebbero voluto una quota di 200mila, ma la loro richiesta non è stata accolta. "I nostri mercati - dice allarmato Centinaio l'alleato di maggioranza del ministro Lollobrigida - saranno invasi da riso proveniente da stati come Myanmar e Cambogia, che non offrono alcuna garanzia in materia di qualità e sicurezza, per non parlare della tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori, compresi i bambini. Così un settore già in difficoltà dovrà subire una concorrenza sleale, favorita da un accordo commerciale suicida imposto da Bruxelles”. Era da un anno e mezzo che l'intero settore risicolo aspettava la fine del negoziato sul sistema di preferenze generalizzate (Spg), lo strumento europeo nato per favorire la crescita economica dei paesi in via di sviluppo, definiti dall'Onu “Everything But Arms” (tutto tranne le armi), che permette loro di esportare prodotti verso l'Ue beneficiando del dazio zero. Gli europei chiedevano una clausola di salvaguardia da far scattare in modo automatico una volta superato il volume di esportazione insostenibile per il mercato interno. Il Consiglio aveva iniziato le trattative proponendo che la soglia tutelata fosse di 750 tonnellate, ma alla fine è stato trovato l'accordo con il Parlamento e la Commissione, con i risicoltori che, come abbiamo detto, chiedevano di non superare le 200 mila, fissando la quota a 562mila. Il ministro, intervenendo in difesa degli agricoltori di Coldiretti, con i quali ha finora condiviso molte battaglie, ha poi detto che il dato ancora più catastrofico "è vedere alcune forze politiche che si dicono a chiacchiere sensibili rispetto ai problemi dei lavoratori, non comprendere invece che aumentare le importazioni da queste nazioni asiatiche non significa aiutarle, ma aumentare lo sfruttamento del lavoro, l'assenza di regole sull'ambiente e purtroppo in moltissimi casi anche lo sfruttamento di bambini nelle risaie". "È una beffa - dice Centinaio - alla quale bisognerà per forza porre rimedio quando il testo arriverà per l’esame definitivo al Parlamento europeo. La soglia fissata per far scattare la clausola di salvaguardia che blocca le importazioni è terribilmente alta e così finisce per essere praticamente inutile per i risicoltori italiani". Secondo Coldiretti, c'è stato "un passo avanti", ma l'accordo mette a serio rischio la tenuta del settore - che in Italia concentra oltre il 50 per cento della produzione Ue - perché "le condizioni per l’attivazione non consentono una tutela reale ed efficace per il riso dalle importazioni dai paesi asiatici, lontani dagli standard di produzione dell’Ue, dal punto di vista dei diritti dei lavoratori e della tutela dell’ambiente". Nonostante i negoziati, prosegue la Coldiretti, "la quota resta comunque inspiegabilmente alta, con la Commissione a guida Von der Leyen che sembra non tener conto che del fatto che molto di questo riso viene coltivato anche con lo sfruttamento del lavoro minorile, oltre che con l’utilizzo di pesticidi, come il triciclazolo, vietati in Europa da anni, finendo per sacrificare il riso italiano sull’altare di altri interessi". Uno dei problemi che possono nascere da una soglia così alta è rappresentato dalla necessità di fare "monitoraggi rigidi per evitare triangolazioni. A rischio un patrimonio non solo produttivo, ma anche culturale del nostro made in Italy, con il regime “Everything but Arms” che rischia di trasformarsi in un regime europeo “Everything but rice” (Tutto tranne il riso)". Però rimane ancora una possibilità. L'accordo del trilogo dovrà essere approvato dalla commissione per il Commercio internazionale (Inta) e in quell'occasione gli europarlamentari potranno chiedere di respingerlo o modificarlo, affinché si proceda con il voto in plenaria a Strasburgo. E sulla votazione il ministro Lollobrigida commenta così: "Noi da questo punto di vista denunciamo l'atteggiamento irresponsabile anche dei parlamentari italiani che se dovessero scegliere di sostenere queste posizioni con la scusa di aiutare finanziariamente queste nazioni, aiutano invece i caporali di quei paesi, che sono squallidi quanto quelli che operano all'interno dei nostri confini e dei confini europei, che vanno contrastati con le stesse metodologie".
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