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Sinner, i Giochi olimpici e il successo del tennis in Italia. La versione di Angelo Binaghi
25-04-2024, 07:57
“Sinner punta all'oro olimpico? Ben venga, ma nessuno ricorda chi ha vinto la medaglia d'oro a Tokyo, tutti conoscono invece i vincitori di Wimbledon”. Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana tennis e padel, dà qualche consiglio sulla programmazione stagionale alla punta di diamante del suo movimento. “Mi fa piacere che sia il suo primo obiettivo nel 2024, per anni ho litigato con i giocatori affinché venissero a giocare la Davis, sa che è un torneo che c'è ogni quattro anni e in più a Tokyo non giocò”. Eppure: “Se ha l'obiettivo di diventare numero uno al mondo, sa che l'Olimpiade non porta punti. Se io dovessi scegliere, preferirei vincesse a Roma o un altro Slam”. L'organizzazione del Masters 1000 al Foro Italico è un'altra causa del boom del tennis italiano oltre ai risultati di Sinner e degli altri giocatori: “Ogni anno ormai battiamo il record di incassi, il valore dei biglietti venduti aumenta del 36 per cento e non si tratta solo di stranieri, c'è una crescita esponenziale della domanda interna. L'abolizione dei biglietti omaggio ha giovato, prima erano dati per incentivare le persone a vedere il tennis, ora dando un ingresso gratis tolgo la possibilità a un appassionato di investire per vedere il proprio campione”. Roma però non è l'unica occasione offerta negli ultimi anni ai tifosi per godersi il grande tennis, dalla Coppa Davis a Bologna alle Atp Finals a Torino: “Le manifestazioni sono il termometro della popolarità. Le Finals resteranno in Italia, dipende dal governo che però si è già espresso in termini positivi avendo riscontrato il flusso economico. Per quanto tempo e dove però, non lo so”. Affianco ai risultati sportivi e alle manifestazioni organizzate, l'attenzione di Binaghi si concentra soprattutto sulla base del movimento: “Abbiamo chiuso l'anno con 820mila tesserati e puntiamo a sforare il milione nel 2024. Monitoriamo il numero delle società sportive e delle squadre iscritte a tornei e campionati. Quando sono arrivato c'erano 120mila tesserati, eravamo in Serie C di Coppa Davis e gli Internazionali erano tecnicamente falliti”. Nonostante la crescita graduale ed enorme, c'è voluto un po' per attirare l'attenzione del presidente del Coni Malagò: “Prima ringraziava chiunque, dal tiro al piccione alla dama tranne noi, ma dalla Coppa Davis in poi invece ci include sempre. Vive sempre gli Internazionali con apprensione, un anno si era opposto alla partecipazione di Rublev e Medvedev, un altro a quella di Djokovic magari le vittorie di Sinner gli danno tranquillità”.
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