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Estero
Strage del Bataclan, dieci anni dopo Parigi ricorda le vittime
Oggi 13-11-25, 13:20
Sui tavolini della Bonne Bière, a pochi passi da place de la République, c’è una distesa di rose bianche. Le sedie sono rimaste vuote per commemorare gli habitué che non ci sono più, come Lucie Dietrich, che dieci anni fa aveva appena ottenuto un lavoro come grafica nella rivista L’Étudiant, creava gioielli per passione e come spesso accadeva alla fine della giornata si fermava per un “demi”, una mezza pinta, nella terrasse della Bonne bière. “Ti dirò una cosa sorprendente, Lucie: tu non sei morta. Perché sei ancora qui. Ovunque, ad ogni angolo di strada, nei bicchieri di birra con cui brindiamo, tu sei lì. Nello spazio tra le persone, nell’aria, nelle loro parole, nelle loro sigarette, tu sei lì”, ha scritto uno dei suoi amici in una lettera su Elle. La vita di Lucie fu travolta il 13 novembre 2015 dalla spirale di violenza del commando di Salah Abdeslam, il più grave attentato terroristico di matrice islamista che la Francia abbia mai conosciuto, 130 morti e oltre 400 feriti. Furono colpiti bar e ristoranti, il Carillon, il Petit Cambodge, la Bonne Bière, il Comptoir Voltaire, la Belle Équipe, uno stadio, lo Stade de France, e una sala concerti, il Bataclan, i luoghi della joie de vivre e di quella festa mobile che è Parigi, la città delle luci e dove tutto è possibile, perché “se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, ovunque tu possa poi andare per il resto della tua vita, Parigi te la porterai sempre con te”, come scriveva Hemingway. Da giorni, la capitale francese è tappezzata da poster con la scritta “13 novembre 2015 – 13 novembre 2025. Paris se souvient”, Parigi si ricorda, non dimentica. Le commemorazioni per le vittime degli attentati, tra cui la ricercatrice veneziana Valeria Solesin, uccisa al Bataclan, sono iniziate oggi alle 11.30, con un omaggio a Manuel Dias, prima vittima dei jihadisti nell’attacco allo Stade de France, (Saint-Denis), lì dove si stava giocando l’amichevole Francia-Germania e dove l’allora presidente della Repubblica François Hollande, seduto in tribuna d’onore, venne raggiunto dalle notizie nefaste. Seguiranno momenti di raccoglimento in ogni luogo dell’attacco e le varie tappe saranno trasmesse in diretta su un megaschermo allestito a place de la République, dove la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha invitato cittadini “a compiere un gesto commemorativo depositando una candela, un fiore, o un biglietto” sotto la statua della Marianne repubblicana, e dove è in corso una mostra gratuita con immagini che rappresentano “gli slanci di fratellanza e solidarietà” nella capitale dopo i tragici eventi del 2015. Macron si recherà in ognuno dei luoghi funestati dagli attentati per un momento di raccoglimento al fianco delle famiglie e delle associazioni delle vittime, mentre la Tour Eiffel resterà illuminata tutto il giorno di bianco rosso e blu, i colori del tricolore transalpino. A fine giornata, in presenza di Macron, Hidalgo e delle associazioni 13onze15 e Life for Paris verrà inaugurato a place Saint-Gervais il giardino memoriale “Jardin du 13 novembre 2015” vicino all’Hotel de Ville, sede del Comune. “Ricordiamo ognuna di quelle vite stroncate quella notte. Famiglie le cui storie sono state brutalmente interrotte. Futuri infranti per tanti giovani che si stavano semplicemente godendo un momento con gli amici. Siamo al fianco della Francia, del suo popolo e di tutti coloro che ancora vivono questo dolore e questa perdita inimmaginabili”, ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ricordando nell’emiciclo di Bruxelles il decennale degli attentati. “In questo triste anniversario, ricordiamo anche che, di fronte al terrore, la solidarietà ha prevalso sulla divisione (...). Questo significa essere europei, e niente potrà mai toglierci questa umanità, nemmeno la paura” ha aggiunto Metsola, prima di recarsi a Parigi per partecipare alle commemorazioni. La minaccia jihadista, rispetto a dieci anni fa, è diminuita, ma non è scomparsa, ha cambiato forma, è più “autoctona” e meno teleguidata, come ha detto all’Afp il procuratore nazionale antiterrorismo Oliver Christen, “con individui che si trovano sul territorio francese, non se ne sono mai andati e non hanno necessariamente legami diretti con le organizzazioni terroristiche, si nutrono di propaganda in generale e, a partire da lì, prendono in considerazione un coinvolgimento jihadista. In un’intervista rilasciata al Monde questa mattina, l’ex presidente Hollande ha dichiarato che “la Francia, per la sua storia, la sua cultura, i suoi valori, rimane un bersaglio, perché ciò che rappresentiamo è antagonista al fanatismo”. Ma Parigi, fedele al suo motto, fluctuat nec mergitur, fluttua ma non affonda.
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