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Affidopoli, i giudici contro il sistema Pesaro e quei contributi sotto soglia
Oggi 21-06-25, 10:58
Il cerchio investigativo si stringe attorno al sistema opaco di «Affidopoli». E cresce il nervosismo nell'ex sindaco di Pesaro, Matteo Ricci. Perché lo scandalo giudiziario, nel quale l'europarlamentare del Pd non è al momento coinvolto, mina la sua aspirazione a correre per la conquista dello scranno più alto delle Marche. D'altronde, a pesare sulla probabile candidatura di Ricci con i dem nella sfida dei governatori è l'ormai usurata questione morale, che la segretaria Elly Schlein sbandiera come una medaglia da esibire contro il governo Meloni, mentre si volta dall'altra parte ad ogni vagito di irregolarità che diventa inchiesta per corruzione e travolge i dem. A porre la questione morale a Pesaro, infatti, non sono gli avversari politici, ma un'indagine della Procura, retta da Marco Mescolini, denominata «Affidopoli». Quello che è venuto alla luce è un sistema di affidamenti diretti da parte del Comune, proprio quando il sindaco era Ricci. Gli inquirenti stanno indagando su presunte condotte corruttive che riguarderebbero lo sperpero di un fiume di denaro: ben 600 mila euro di soldi pubblici dirottati senza gara, utilizzando l'escamotage dei contributi sotto soglia, dal Comune guidato da Ricci in favore di due associazioni culturali, Opera Maestra e Stella Polare. La prima, costituita a luglio 2020, già il 17 agosto aveva ottenuto un primo finanziamento, aprendo a una stagione in cui l'Amministrazione Ricci ha destinato nelle casse di Opera Maestra affidamenti per oltre 270mila euro. Altri 118mila, invece, vengono affidati senza gara a Stella Polare. E poco conta per l'europarlamentare dem che il suo ex spin doctor Massimiliano Santini, definito «uomo di fiducia» e regista delle operazioni da alcuni dirigenti dell'amministrazione convocati dai pm, sia finito inquisito per concorso in corruzione, insieme al presidente delle associazioni che ricevevano soldi dal Comune, Stefano Esposito, e a due funzionari. Ricci, dall'alto della questione morale cavalcata dal Nazareno, si sottrae alla convocazione della Commissione controllo e garanzia dello stesso Comune di Pesaro, snobbando i commissari con l'invio di una nota in cui aveva allegato una rassegna stampa su «Affidopoli», convinto che quattro articoli bastassero a dimostrare la sua estraneità ai fatti. Non solo: incalzato dalle domande di una giornalista di Far West, il programma di RaiTre condotto da Salvo Sottile, sbraita, urla e offende, al grido di «Siete servi di Fratelli d'Italia». Eppure ad aprire un fascicolo sul sistema Pesaro con sindaco Ricci non è stata certo Giorgia Meloni, ma i magistrati, i quali, sebbene al momento mantengano il massimo riserbo sui nomi dei nuovi indagati, stanno allargando l'inchiesta, setacciando determine, contributi e perfino lettere con richieste di sponsorizzazioni su svariati fronti, che partivano dal Comune. Tra queste spunta una missiva datata 17 giugno 2022, in cui l'allora primo cittadino Ricci e il suo vice Daniele Vimini chiedevano soldi a Riviera Banca per alcuni eventi di interesse pubblico. «Gentile presidente, ci permettiamo di richiedere una compartecipazione economica complessiva non inferiore a40mila euro», si legge. Denaro che, hanno accertato i pm, non è neppure transitato per le casse del Comune, ma arrivava direttamente alle associazioni di Esposito, che fatturavano al privato i soldi richiesti da Ricci.
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