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Affondo della difesa di Stasi: “Sangue e sudore di Sempio sull'impronta 33”
Oggi 26-07-25, 08:16
«Imbrattata di sudore e materiale ematico». È la conclusione sull'impronta 33, quella palmare sul muro della scala dove fu gettato il corpo di Chiara Poggi, contenuta nella consulenza della difesa di Alberto Stasi, il condannato per il delitto di Garlasco del 13 agosto 2007. La relazione, consegnata alla Procura di Pavia dagli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, converge con la tesi dei consulenti dei pm, che hanno attribuito per 15 minuzie la traccia 33 alla mano destra di Sempio. E rafforza ancora più l'ipotesi che l'indagato per omicidio in concorso con altre persone abbia lasciato la sua impronta nelle fasi del delitto, appoggiandosi dopo aver perso l'equilibrio durante l'operazione di occultamento del cadavere. Nella relazione firmata da Oscar Ghizzoni, Pasquale Linarello e Ugo Ricci, si legge che la 33 attribuita a Sempio è «un contatto palmare intenso, certamente non superficiale/sfuggevole/strisciato» e «non risulta compatibile con una normale discesa per le scale». La palmare, dunque, «può essere stata lasciata sporgendosi dalla soglia (gradino zero) della scala che conduce alla cantina, atteso che è la posizione più naturale per esercitare la pressione riscontrata», sottolineano. Una ricostruzione che potrebbe trovare riscontro nella riscrittura della scena del crimine, oggetto della Bpa, la bloodstain pattern analysis, affidata al Ris di Cagliari che, grazie alla tecnologia 3D e all'intelligenza artificiale, si sta concentrando anche in quell'area dove, oltre alla 33, c'è la strisciata di sangue 97F sulla parete opposta e, proprio sul «gradino zero», l'orma di scarpa impressa nel sangue che Il Tempo ha scoperto in esclusiva. Tracce che sarebbero del tutto compatibili con la posizione del corpo delineata nella consulenza degli esperti della difesa del condannato, che ora sono convinti come anche la palmare 33 attribuita dai pm a Sempio sia «imbrattata di sudore e materiale ematico». Una conclusione a cui gli analisti sono arrivati a seguito di numerose prove sperimentali effettuate su un muro con una mano imbrattata da diverse sostanze. Gli esperimenti, una volta spruzzata la ninidrina utilizzata all'epoca dal Ris, sono giunti ai medesimi risultati, consentendo «di ritenere che tale impronta fosse imbrattata di sudore e materiale ematico, atteso che solo in tale situazione si riscontrano i depositi di materiale organico rinvenuti sull'impronta n. 33», si legge. «Nessun timore, è una consulenza di parte che ha il medesimo valore della nostra stessa consulenza», ha commentato l'avvocato di Sempio, Angela Taccia, richiamando la relazione firmata da Luciano Garofano e Luigi Bisogno, i quali sostengono che la 33 non sia utile per l'attribuzione e che gli esperti dei pm abbiano scambiato segni nel muro per minuzie.
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