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Almasri? "Ecco perché non potevamo arrestarlo". Doccia fredda a sinistra
07-08-2025, 10:39
Le mosse del tribunale dei ministri hanno alimentato nuovamente la polemica sul caso Almasri, il mancato arresto del generale libico in transito in Italia. In Parlamento prende il via l'esame della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dei tre membri del governo indagati - Piantedosi, Nordio, Mantovano - mentre la premier Giorgia Meloni - non raggiunta da analogo provvedimento - torna a difendere la condotta del suo esecutivo puntandoil dito contro la magistratura il cui operato suggerisce un "disegno politico". A sinistra è partito l'assalto al governo, e se ne parla nel corso di Coffee Break, su La7, in onda giovedì 7 agosto. Tra gli ospiti c'è un esperto inviato di guerra, profondo conoscitore di quelle zone, Alberto Negri del Manifesto, giornale non proprio affine a Meloni come visione del mondo... Il giornalista interviene sul fatto che l'Italia sostiene che il rimpatrio di Almasri è avvenuto per salvaguardare i nostri connazionali in Libia. "È stato chiarissimo il capo dei nostri servizi segreti dell'Aise, Giovanni Caravelli. che ha detto che Almasri è un nostro alleato. Perché è un nostro alleato? In primo luogo perché appartiene ai vertici di quelle milizie Rada, che tengono sul lungomare di Tripoli le postazioni di artiglieria che proteggono, tra l'altro, anche l'ambasciata italiana", spiega Negri. Non solo. Il generale libico "è nostro alleato perché tiene lì migliaia e migliaia di immigrati. Attenzione che questa non è una situazione di oggi, ma deriva da molti anni, dal momento in cui l'Italia ha fatto degli accordi con le milizie libiche perché tenessero i migrati in Libia. Questo noi l'abbiamo accettato, quindi oggi nessuno può permettersi di coprirsi gli occhi e le orecchie per non sentire quella che è purtroppo la nostra cruda realtà", argomenta il giornalista, "da quel 2011 quando fu fatto cadere Gheddafi". Insomma, i governi di centrosinistra non sono scevri da responsabilità. "Il vero problema è questo, che nessuno dei nostri governi ha mai avanzato un progetto politico per la Libia", continua Negri. Il conduttore è un po sorpreso: "Non ho capito se tu in questo modo giustifichi o meno l'operato del governo". Anche in questo caso, l'inviato di guerra non usa mezzi termini: "Non giustifico l'operato del governo perché se la deve vedere loro, giustifico soltanto dal quadro della situazione. Almastri, uomo ricercato dalla Corte penale internazionale", e come detto da Carapelli "è un nostro alleato e non potevamo arrestare un nostro alleato".
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