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Anziani soli e abbandonati. Sos "barboni a casa loro": il dossier della Regione
14-08-2025, 07:45
Ferragosto, non ti conosco: quelli che già sono «invisibili» nel resto dell'anno finiscono per scomparire, infatti, proprio nei giorni della festa comandata dell'estate. E quando tutto chiude, loro si chiudono in casa, non solo per motivi economici, come dice la metà degli oltre otto milioni di italiani che, secondo i sondaggi, resteranno «indoor» il giorno dell'Assunta, ma anche per problemi sociali, come i pensionati soli, abbandonati anche dalle chiusure festive di alcuni centri anziani. O quelli messi ancor più in crisi dalla canicola e senz'aria condizionata, anche quella scroccata nei centri commerciali, chiusi quantomeno per mezza giornata. Però ci sono anche quelli segnati dal male oscuro della depressione. Oppure coloro che sono «solo» ostaggi di un'acciaccata deambulazione. Fino ai casi più estremi, con lo stato d'abbandono che arriva allo stadio più alto, portando a vivere da senzatetto anche chi un tetto, anche se malandato, ce l'ha. E spesso anche di proprietà. Perché, avverte l'Asl Roma 2, c'è un «aumento esponenziale della casistica relativa al fenomeno del barbonismo domestico» nel Municipio VIII (ma anche nel VII e nel IV sono stati avviati i progetti pilota «Casa puliAMO»). Ci sono sempre più residenti che, in seguito a perdite e rotture dei rapporti con familiari e amici, finiscono nell'autoisolamento e smettono di prendersi cura del proprio benessere psicofisico, diventando spesso accumulatori seriali di rifiuti, ammonticchiati dentro case ridotte a simil-discariche. Insomma, parafrasando il film di Ettore Scola, talvolta sono «abbrutiti, sporchi e incattiviti». Basta leggere i verbali delle ordinanze di sgombero di quelle case-letamaio e sembra di tornare nelle baracche del truce Nino Manfredi: «Rifiuti presenti ovunque, compresi un motoveicolo a due ruote e ricambi di autovetture nell'assenza di corrente elettrica», ha scritto il mese scorso la polizia locale del IX Municipio nell'ordinanza di ripristino delle condizioni igienico-sanitarie, notificata allo stesso proprietario della casa ridotta a tugurio in viale Pasteur. Municipale costretta a intervenire anche per le «esalazioni nauseabonde dovute a escrementi e rifiuti sparsi sul pavimento», com'è accaduto il settembre scorso nel VI Municipio. Che, con i suoi 241.400 abitanti, «è uno dei più popolosi municipi e anche uno dei più poveri - scrivono Regione e Asl Roma 2 - Le superfici delle abitazioni per residente sono le più basse di Roma con 34 metri quadrati per abitante. Le case popolari, numerosissime, fatiscenti e sovraffollate (circa 2.000), in questo Municipio espongono le famiglie a un disagio sociale e sanitario molto marcato». Ma, in questa già precaria situazione, «il territorio del Municipio VI manca di un numero sufficiente di strutture in grado di accogliere e assistere gli strati più fragili della popolazione», sottolineano Regione, Università e Policlinico di Tor Vergata, Asl Roma 2, Roma Capitale e VI Municipio. I quali hanno ora sottoscritto un accordo «per la realizzazione di sperimentazioni per la riforma dell'assistenza territoriale e domiciliare mirata alla popolazione anziana: il progetto Anchise. Con un impegno di spesa per l'importo complessivo di un milione e mezzo di euro». Un progetto che, puntando sul «rinforzo dell'assistenza domiciliare e dell'integrazione sociosanitaria, persegue la riduzione dei ricoveri ospedalieri inappropriati o le degenze troppo lunghe, spesso legate alla fragilità delle persone anziane (povertà, solitudine, disautonomia)». Lo scorso anno, infatti, «sono aumentati di circa l'89% rispetto al semestre precedente i casi sociali giunti al Pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata nel secondo semestre, con permanenza per alcuni casi superiore ai 30-40.000 minuti», pari quindi a 27-28 giorni, come ha quantificato l'ex commissaria straordinaria del Ptv, Isabella Mastrobuono. Ma il fenomeno del barbonismo domestico è monitorato a Roma sin dagli inizi del Duemila, con 660 casi segnalati tra il 2003 e il 2014 alla Sala operativa sociale del Campidoglio (numero verde 800.440022).
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