s

Ares 118 in codice rosso, cartella esattoriale da 3 milioni
Oggi 12-05-25, 12:09
L'Ares 118 è passata dalle cartelle sanitarie a quelle esattoriali, ma anche le cifre sono da ricovero: quasi 2 milioni e 900 mila euro. A tanto ammonta, infatti, «l'atto di pignoramento dei crediti verso terzi promosso dall'Agenzia delle Entrate Riscossione- Direzione Provinciale II di Roma, inerente alla cartella riferita a importi dovuti per oneri tributari presuntivamente non versati dall'Ares 118, per la complessiva somma di 2.895.521 euro», scrive l'azienda regionale per l'emergenza sanitaria. Nella corrispondenza con l'Agenzia delle Entrate è emersa una sorta di «volontà dell'ente pignorante di revocare o ridurre l'importo pignorato», ma l'Ares 118 ha deciso «di procedere al conferimento di un idoneo incarico legale di patrocinio e difesa dei propri diritti, interessi e ragioni dell'azienda mediante l'esperimento di una procedura amministrativa di definizione della vertenza». E ha affidato l'incarico a un legale esterno, per una «spesa complessiva di 102 mila euro sul conto economico 2025». Il bilancio consuntivo appena approvato ha fatto registrare l'incremento percentuale più alto delle perdite fra le 18 aziende sanitarie del Lazio: +50%. Il disavanzo è infatti passato dai -24 milioni del 2023 a -36 milioni e 158 mila euro del 2024. E ora l'azienda torna a battere cassa per chiedere l'aumento dei finanziamenti: «Già la Regione ha riconosciuto un innalzamento della quota, tuttavia Ares in occasione del budget annuale rappresenta la sua inadeguata consistenza per la copertura di costi che non sono comprimibili a ragione del rischio di interruzione assistenziale nella funzione di emergenza territoriale», ha scritto il direttore generale dell'Ares 118, Narciso Mostarda. Perché l'azienda «svolge una funzione assistenziale, quella di risposta all'emergenza e urgenza di tutta la popolazione che insiste sul territorio della Regione Lazio e che, come tale, non ha prestazioni tariffate e sostiene costi anche di provenienza da problemi sistemici esterni. Basti pensare all'attivazione di ambulanze cosiddette a spot, per la parte generata dal fermo mezzi nei Pronti soccorso degli ospedali laziali». Il blocco-barella delle ambulanze ferme davanti ai Pronto soccorso sovraffollati, infatti, lo scorso anno è costato 11 mila e 284 euro al giorno. Le attese oltre la mezz'ora dei mezzi di soccorso, bloccati a causa dell'uso delle loro lettighe nelle astanterie per mancanza di un posto letto, hanno fatto registrare «costi, che ammontano a 4.119.142 euro sostenuti dall'Ares 118 in ragione delle soste - eccedenti i 30 minuti - dei propri mezzi presso i Pronto soccorso».
CONTINUA A LEGGERE
8
0
0
Guarda anche
Il Resto del Carlino

Incidente tra auto e moto, 19enne muore durante la corsa in ospedale
Il Tempo
15:33
Papa Leone XIV ai media: "Non cedete mai alla mediocrità"
Il Tempo
15:14