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Ashura fra bandiere dell'Iran e donne nel recinto: è invasione islamica
Oggi 07-07-25, 07:26
Caos a Milano e invasione islamica: circa un migliaio di musulmani sciiti si sono riuniti in occasione della celebrazione dell'Ashura. Si tratta di una festività islamica che commemora il martirio dell'Imam Hussein (nipote del profeta Maometto) nella battaglia di Kerbala: il raduno era in Stazione centrale, dove prima c'è stato un momento di preghiera con l'imam, con donne separate dagli uomini, tenute a distanza addirittura con un servizio d'ordine solo femminile, a loro dedicato per tenerle separate dagli uomini. Ma ciò è stato ancora più evidente durante il corteo conclusosi in Piazza della Repubblica: prima c'era una lunghissima fila di uomini che si battevano il petto, poi un camion e le donne interamente velate in fondo al corteo divise in modo netto con un telo nero in una sorta di recinto che rispecchia a pieno il radicalismo islamico che vede le donne come esseri inferiori, da ghettizzare, sottomettere. Gli sciiti che hanno preso parte alla manifestazione, infatti, sono molto radicali e tra di loro c'erano anche iraniani e probabilmente pakistani, siriani e yemeniti. A commentare l'episodio è la vice della Lega Silvia Sardone che sottolinea come si tratti «di un chiaro segnale di un'islamizzazione sempre più marcata, con culture a noi estranee che si impongono, anche a causa della nostra incapacità di difendere identità e tradizioni. Dopo la preghiera all'interno di recinti che abbiamo visto nelle recenti festività musulmane, un ulteriore segnale di come, in molte comunità islamiche, vengano considerate le donne. Il futuro dell'Europa che immaginiamo non è certo fatto di moschee in continua espansione, luminarie per il Ramadan, scuole chiuse per festività islamiche o studenti che si recano a pregare in moschea. Il rischio è quello di un'Europa che, anno dopo anno, si sottomette all'islamismo». In un recente report dell'ONU che abbiamo visionato viene infatti trattato questo tema: «Due anni e mezzo dopo l'inizio delle proteste nel 2022, le donne e le ragazze in Iran continuano a subire discriminazioni sistematiche, nella legge e nella pratica, che permeano tutti gli aspetti della loro vita, in particolare l'applicazione dell'hijab obbligatorio», si legge. Ma si evidenzia anche come le autorità statali abbiano continuato a emanare e imporre nuove misure per reprimere i loro diritti fondamentali e di coloro che esprimevano solidarietà al movimento «Donna, Vita, Libertà»: «Lo Stato fa sempre più affidamento sul suo sistema di vigilanza, in un apparente tentativo di convincere aziende e privati a rispettare l'hijab, presentandolo come una responsabilità civica. La missione ha indagato su casi di donne e ragazze che hanno subito violenza fisica durante gli arresti e la detenzione da parte della “polizia morale” per presunta inosservanza». Si parla di punizioni corporali, come la fustigazione, tortura autorizzata dallo Stato, di vittime, compresi i minori (nel contesto delle proteste sono stati uccisi tra i 57 e i 68 bambini), sottoposti a tortura e maltrattamenti, tra cui percosse, minacce, molestie, intimidazioni, arresti, procedimenti penali isolamento prolungato. Sono state giustiziate nel 2024 938-973 persone con la pena di morte oltre a stupri di gruppo o con un oggetto, perquisizioni corporali intrusive e abusi verbali discriminatori. A parlarcene è Mojdeh, attivista fuggita dieci anni fa dall'Iran, stanca dell'oppressione di questo regime. In prima linea per i diritti delle donne e i diritti umani in generale, è oggi vicepresidente dell'Associazione Italia-Iran, presieduta da Mario Filippo Brambilla: «Mi oppongo con tutta me stessa all'islam politico e all'estremismo religioso. Non è una battaglia contro la fede personale, ma contro un sistema che, nel nome della religione, sopprime la libertà, controlla il corpo delle donne e governa con la paura». Battaglia condivisa dall'europarlamentare Anna Maria Cisint: «Il popolo iraniano oggi combatte per tornare alla libertà e si oppone fortemente a quel regime che trova sue succursali in troppe città europee, come Milano, dove ci sono moschee abusive che nascondono centri organizzati di propaganda pro “regime iraniano”. Tali strutture diffondono odio verso l'Occidente e veicolano l'islam politico degli Allatoya, con l'intento di infiltrarsi nei gangli del nostro ordinamento democratico».
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