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Ater a caccia di morosi: "Mancati incassi all'80%". E ripartono le aste
14-02-2025, 11:24
Un altro mese di tempo (e un compenso che per la società Deloitte sale a 96 mila euro) per fare luce sui bilanci dell'Ater di Roma e in particolare sulla morosità di inquilini e affittuari non solo degli alloggi ma anche dei locali commerciali disseminati nella Capitale. Nell'ultimo Bilancio consuntivo pubblicato dall'azienda, che intanto continua a vendere negozi e appartamenti per fare cassa, la voce «crediti verso utenti» relativa ai canoni di locazione è arrivata a un miliardo e 173 milioni di euro, quasi completamente per abitazioni e locali commerciali. Ma non è chiaro quanto di questa somma è ancora recuperabile ed esigibile. Per questo a ottobre è partita la «due diligence» affidata a Deloitte & Touche Spa: tre mesi di lavoro, per un compenso di 80 mila euro, che ora dalla morosità degli alloggi si è deciso di estendere a quella dei locali commerciali. Poco meno di tremila immobili da cui, nel Bilancio previsionale 2024, l'Ater stimava di ricavare nove milioni di euro in canoni di locazione. Ma che una buona fetta degli «affittuari» non paghi è fatto noto a Tor di Nona e riportato ormai in tutti i resoconti economici degli ultimi anni.Il Tempo ha domandato all'Ater a quanto ammonta la morosità totale relativa solo alle locazioni commerciali e si attende risposta. Tuttavia, utilizzando i dati di bilancio, alcune stime affidabili si possono ricavare. Sempre il Consuntivo 2023 (quindi dati reali di fine anno) riporta che «la percentuale di morosità evidenziata si attesta a circa l'80% rispetto all'emesso», considerando case popolari e locali extra residenziali. Applicando questa percentuale sugli «incassi da clienti» previsti nel 2024 (circa 83 milioni di euro) si può stimare un mancato incasso intorno ai 66,4 milioni. Molto più ottimistiche, peraltro, sono le stime di Ater, che prevedeva di incassare il 60%. Così il "non pagato" scende a 33,2 milioni. Però quanto di questa cifra riguarda esclusivamente i locali commerciali, al momento, può dirlo soltanto l'Ater. Deloitte invece è chiamata a capire quali e quanti crediti sono ancora esigibili e quali no. Ma a fronte di «fenomeni di morosità consistente e in crescita» - come si legge nella relazione al Bilancio 2023 - è positiva l'operazione trasparenza avviata sui conti pubblici. Da capire se basterà un solo mese per riuscirci. Nel frattempo, visto che riesce a farsi pagare con difficoltà dagli inquilini, per aumentare gli introiti Ater prosegue con il piano vendite di case e negozi, anche in quartieri considerati «di pregio». Mercoledì e giovedì prossimo si aprirà l'asta per 18 immobili residenziali con prezzi base che vanno da 129.323 mila euro, per un appartamento di 54 metri quadrati a Garbatella, a 507 mila per sette vani (più cantina) in piazza Melozzo da Forlì, al Flaminio. Nell'elenco ci sono poi case in zona Marconi, in via Andrea Doria e via Tommaso Campanella, a Tor Marancia, San Saba, Monteverde ma anche al Mandrione. Complessivamente, da queste vendite, Ater punta a incassare oltre sette milioni di euro. Asta aperta fino al 24 febbraio, invece, per otto locali extraresidenziali in viale Manzoni 48, all'Esquilino; via degli Apuli 38 e via dei Marsi 68, a San Lorenzo; via Monti Lepini 6, a Montesacro; via Doria 3, scale C e D, al Trionfale; viale di Valle Aurelia 135 e via Giuseppe Bonaccorsi 18, in zona Pineto. Infine, oltre ai depositi e ai posti auto nei condomini misti in quartieri di pregio, che l'azienda è pronta a vendere agli assegnatari, l'Ater ha deliberato di alienare anche impianti sportivi, bocciofile, vivai e centri socio-culturali, sempre però ai «regolari conduttori».
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