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"Avanti sulla linea di Francesco", spifferi dal pre-Conclave: e sul nome papabile...
Oggi 05-05-25, 19:56
Il successore al soglio di Pietro sarà sulle orme di Papa Francesco? Ne è convinto il cardinale indonesiano Ignatius Suharyo Hardjoatmodjo che tuttavia rivela che, nelle Congregazioni che si sono svolte finora, non è ancora emerso un personaggio unificante per il Conclave: "Ci sono stati tanti interventi, non c'è nessun passo avanti sul nome, ma l'unica cosa chiara è che si vuole andare avanti sulla linea di Papa Francesco", ha detto uscendo dalla Congregazione dei porporati in Vaticano. Dalle porpore che escono dalla riunione i cronisti cercano di cogliere segnali e indizi su come andrà il Conclave che si terrà nella Cappella Sistina da mercoled' 7 maggio. "Wait and see (aspettiamo e vediamo, ndr)", afferma il cardinale Mario Zenari, Nunzio Apostolico in Siria uscendo dalla Congregazione dei cardinali. Il porporato, sulla possibile lunghezza del Conclave, ha aggiunto: "Io ho il volo di ritorno prenotato per il 19 e ho già pagato una penale per aver fatto uno spostamento", ironizza il prelato. Non si lascia scappare nulla uno dei papabili, , il cardinale Matteo Maria Zuppi: "Come stanno andando gli ultimi preparativi del Conclave? Una meraviglia", risponde sorridendo mentre si avvia verso l'Aula del Sinodo. Sul favorito della vigilia, il cardinale Pietro Parolin segretario di Stato di Bergoglio, Il Tempo rivelato in esclusiva nuovi documenti sull'affaire del palazzo di Londra, culminato nel grande scandalo che ha portato alla condanna in primo grado del cardinale Angelo Becciu. L'ultima carta che circola in Vaticano porta la firma dell'allora segretario di Stato. Una firma in calce al memorandum, datata 25 novembre 2018, che descrive minuziosamente l'operazione finanziaria e patrimoniale che il Vaticano finora aveva negato di conoscere nei dettagli, attribuendo ai singoli le responsabilità. Sotto il memorandum, Parolin scrive di suo pugno un commento che, invece, sembrerebbe confermare che la Santa Sede non solo fosse informata dell'affaire di Sloane Avenue, ma che la Segreteria di Stato, nel suo più alto incarico rappresentato da Parolin, avesse di proprio pugno autorizzato l'operazione. Intanto, un amico 'infanzia del porporato, intervistato da Un giorno da pecora su Radio 1 Rai, spiega: "Sento sempre il cardinale, che io chiamo Don Piero, l'ultima volta un paio di giorni fa, mi ha detto che si sentiva un po' turbato dalla possibilità di diventare Papa. D'altra parte, quando eravamo piccoli scherzavamo sul fatto che lui sarebbe diventato Papa e suo fratello presidente della Repubblica, perché erano entrambi già molto bravi", dice Roberto Apo Ambrosi, amico d'infanzia del cardinale. "Lui (Parolin, ndr) vuole esser chiamato da sempre Don Piero e non Pietro - ha proseguito a Radio1 l'oste e cantautore - ma nell'ultimo messaggio che mi ha mandato, quello che ho appena citato, si è firmato Pietro. Chissà se è un segno del destino…".
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