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Becciu, il giallo del documento. Sale il fronte del sì: ecco perché potrebbe entrare in Conclave
Oggi 24-04-25, 09:22
C'è chi potrebbe entrare in cappella Sistina ma non lo farà per motivi di salute e chi vorrebbe entrare ma rischia di non riuscirci. L'argomento conclave continua a tenere banco anche nel giorno della traslazione in Basilica della salma di Francesco. Si allunga la lista degli elettori che daranno forfait e allo spagnolo Antonio Cañizares Llovera e al bosniaco Vinko Puljic si è aggiunto il croato Josip Bozanic. La particolarità è che tutti e tre, oltre ad aver ricevuto la porpora nei precedenti pontificati, possono essere annoverati tra i porporati con una sensibilità ecclesiale conservatrice. Chi invece, pur avendo solo 76 anni e godendo di ottima salute, teme di vedersi precludere la possibilità di votare per il prossimo Papa è Giovanni Angelo Becciu. Nell'elenco pubblicato sul sito dalla Sala Stampa della Santa Sede – che non fa fede a livello normativo - continua ad essere inserito tra i «non elettori» dal fatidico 24 settembre 2020, data della nota che annunciava la sua rinuncia al ruolo di prefetto della congregazione per la causa dei santi e ai diritti connessi al cardinalato. Tuttavia è assodato come Becciu sia rimasto a tutti gli effetti cardinale visto che nell'estate del 2022 ricevette dal Papa l'invito a partecipare al concistoro del 27 agosto di quell'anno e alla riunione dei giorni successivi sulla riforma della Curia. Negli appuntamenti successivi le cose non sono cambiate e il porporato sardo ha continuato a presenziare agli impegni del Sacro Collegio. A rigor di logica questo basterebbe a dimostrare che Becciu sia in possesso dei «diritti connessi al cardinalato». Inoltre, se l'inclusione tra i «non elettori» è motivata dal contenuto della famosa nota del 24 settembre 2020 e quindi alla presunta rinuncia a quei diritti, bisogna ricordare che i cardinali ultraottantenni, pur perdendo il voto, non perdono certo tutti i «diritti connessi al cardinalato». Paolo VI, infatti, scrisse nella Ingravescentem Aetatem che «anche dopo aver compiuto gli ottant'anni i cardinali restano membri del Sacro Collegio a tutti gli altri effetti, e conservano tutti gli altri diritti e prerogative connessi con l'ufficio cardinalizio». Insomma, non regge l'equiparazione del 76enne Becciu ai confratelli ultraottantenni. L'unico ostacolo sulla strada della Sistina per l'ex sostituto sarebbe un documento firmato dal Papa defunto con la disposizione di impedire l'accesso del porporato sardo all'elezione del suo successore. Sull'eventuale documento, lo storico vaticanista Gianfranco Svidercoschi ha un giudizio piuttosto netto e ritiene che «sarebbe inaudito riservare una simile pena senza renderla pubblica e senza averla notificata al diretto interessato». Un colpo di scena di fronte al quale, secondo Svidercoschi, i cardinali riuniti nelle congregazioni potrebbero esprimere apertamente il loro dissenso. Non c'è dubbio che un documento del genere provocherebbe un terremoto nel sacro collegio destinato a ripercuotersi anche in Sistina e finirebbe per scardinare le posizioni finora costruite, finendo per penalizzare i più favoriti. Anche perché l'esclusione dal conclave non toglierebbe a Becciu la possibilità di parlare a chiare lettere durante le congregazioni. Per Svidercoschi questi scenari da caos, sebbene solo paventati per il momento, sono il risultato inevitabile «di una tendenza arbitraria davanti al diritto» alla base di decisioni prima prese poi ripensate. «Una parola detta in un certo momento non può considerarsi una legge», insiste il vaticanista. A sostegno dell'ingresso in Sistina di Becciu, intanto, arrivano altri pareri giuridici. Interpellata da Il Tempo, infatti, Maria D'Arienzo, ordinaria di Diritto Ecclesiastico, Diritto Canonico e Diritti Confessionali all'Università degli Studi di Napoli Federico II, ha chiarito: «Sul punto occorre rilevare che nel caso di Becciu l'atto di “rinuncia ai diritti connessi al cardinalato”, avvenuto in udienza innanzi a Papa Francesco il 24 settembre 2020, non è mai stato prodotto in forma scritta, né è mai stata comunicata la relativa accettazione del Romano Pontefice. Qualora si dovesse ritenere perfezionata la rinuncia ai diritti cardinalizi, la possibilità di ammettere il Card. Becciu alla partecipazione al Conclave discenderebbe, pertanto, dall'interpretazione delle disposizioni della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, e specificamente del n. 33, che configura l'elezione del nuovo pontefice come un diritto dei cardinali, e del n. 38, secondo cui, invece, 'tutti i cardinali elettori sono tenuti, in virtù di santa obbedienza, ad ottemperare all'annuncio di convocazione e a recarsi al luogo designato allo scopo, a meno che siano trattenuti da infermità o da altro grave impedimento, che però dovrà essere riconosciuto dal collegio dei cardinali'».
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