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Borghi inchioda l'Ue: “Fino a ieri non si poteva spendere, ora ecco 800 miliardi per le armi”
06-03-2025, 11:52
«Ursula von der Leyen ha fatto tutta da sola, senza che prima ci sia stato alcun dibattito sia nel Parlamento nazionale sia in quello europeo. Tra l'altro in Italia non abbiamo nessuna emergenza difesa in questo momento. Non c'è nessuno che ci vuole invadere». Claudio Borghi, senatore della Lega, critica senza mezzi termini il piano di riarmo europeo firmato von der Leyen. Senatore cosa ne pensa del piano presentato dalla presidente della Commissione europea? «C'è innanzitutto un problema di metodo, il piano non è stato discusso. Appare così all'improvviso in un contesto in cui non c'era un centesimo per qualunque cosa anche la più necessaria mentre ora spuntano 800 miliardi per le armi. È il solito metodo von der Leyen, creare delle emergenze in modo che si possa fare debito comune. L'aveva già fatto coi vaccini quando comprò miliardi di dosi per poi buttarne via tre quarti». Ma secondo lei era già pronto o è stato preparato in fretta e furia dopo il faccia a faccia Trump-Zelensky? «L'operazione era in cantiere già dai tempi del nuovo patto di stabilità, ma non veniva attuata per paura delle reazioni. Hanno colto l'occasione del vis a vis per tirare fuori questo piano». La Germania ha sdoganato lo sforamento del debito per far fronte alle spese militari vincolando lo stanziamento direttamente in Costituzione. «Non mi stupisce che la Germania voglia fare carri armati, hanno una certa tradizione. In più Germania e Francia confidano di fare un sacco di soldi avendo le più grandi industrie di difesa. Loro ci guadagnano e anche l'Unione ci guadagna perché aumenta il suo potere sugli Stati membri facendoli indebitare e quando uno è indebitato con l'Ue poi diventa più facile da controllare». Come si arriva a una sintesi all'interno della maggioranza? Perché Forza Italia e Fratelli d'Italia la pensano diversamente sul piano del riarmo europeo. «Mi sembra che la premier non voglia correre dietro a cose affrettate. Bisogna concordare con gli alleati un rallentamento del processo in modo tale che si possa fare una riflessione approfondita». Ma la sintesi quale potrebbe essere? «Potremmo anche trovarci sull'aumento delle spese militari ma solo per il nostro esercito. In fondo potrebbe portare ricchezza perché le aziende che fanno armi ce le abbiamo anche noi e sono ottime. E aumentare gli organici dell'esercito permetterebbe di abbattere la disoccupazione, non certo per un esercito Ue». In questa trattativa Usa-Russia, due superpotenze, davvero l'Italia potrebbe fare da ponte? «L'Italia non è un Paese piccolo. Abbiamo un Pil maggiore della Russia e abbiamo 20 milioni di abitanti in più del Canada. Noi abbiamo un vantaggio incredibile rispetto agli altri. Siamo storicamente amici di tutti. Il nostro ruolo naturale è quello di collegare le persone, siamo portatori di pace e ambasciatori della bellezza. Non saremo mai una potenza militare a livello mondiale ma il nostro ruolo nel mondo c'è e c'è sempre stato».
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