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Botulino, come riconoscere gli alimenti sospetti? Gli indicatori da non sottovalutare
Oggi 09-08-25, 11:11
È scattato l'allarme botulino in Italia. Dopo i tre morti per intossicazione, due in Calabria e uno in Sardegna, il ministero della Salute ha attivato i protocolli sanitari in entrambe le regioni. A Diamante, in provincia di Cosenza, alcune persone hanno accusato malori dopo aver mangiato panini con salsiccia e cime di rapa comprati in un truck food: il bilancio è di due vittime e diversi ricoverati. L'altra vittima è a Cagliari: una donna di 38 anni è stata ricoverata nei giorni scorsi insieme ad altre persone dopo aver mangiato della salsa guacamole a una sagra locale. Ma come si sviluppa il botulino? E quali sono gli alimenti che vanno controllati attentamente? A fare chiarezza, in un'intervista a Il Messaggero, è stato il dottor Fabrizio Anniballi, responsabile del Centro nazionale di riferimento presso il Dipartimento sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell'Istituto superiore di sanità. Con il termine botulino, ha spiegato l'esperto, "si indica un microrganismo (Clostridium botulinum) che, in determinate condizioni, può produrre una tossina estremamente pericolosa per l'uomo". Affinché questa tossina si sviluppi in un determinato prodotto alimentare, devono verificarsi tre condizioni: l'assenza di ossigeno, l'assenza di sostanze antimicrobiche (come i conservanti) e la bassa acidità. La maggior parte dei casi di intossicazione da botulino avviene spesso quando si ha a che fare con conserve alimentari preparate in casa nel modo sbagliato. Ma come si fa a intuire che un alimento potrebbe essere pericoloso? "Ci sono alcuni indicatori sospetti. Prima di tutto, conta la deformazione dei contenitori: se il barattolo è gonfio, quello è un segno che all'interno si producono gas. Nei contenitori di vetro se la capsula metallica non è abbassata verso il prodotto, ma è rigonfia verso l'alto bisogna diffidare. Se c'è una fuoriuscita di liquidi, qualcosa non va", ha detto Anniballi. Inoltre, con le alte temperature estive, "è più facile che il microrganismo si sviluppi".
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