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Brusca è libero, Maria Falcone: "Dolore e amarezza, ma è la legge di Giovanni"
05-06-2025, 15:03
"Come cittadina e come sorella, non posso nascondere il dolore e la profonda amarezza che questo momento inevitabilmente riapre": esordisce così Maria Falcone, sorella di Giovanni, il giudice ucciso nella strage di Capaci, quando le viene chiesto un commento sulla liberazione definitiva di Giovanni Brusca, l'ex boss di Cosa Nostra, poi pentito, che azionò il telecomando che innescò l'esplosione del 23 maggio del 1992 in cui perse la vita il fratello. In quanto "donna delle Istituzioni", però, Maria Falcone afferma anche "con forza che questa è la legge". Una legge, quella sui collaboratori di giustizia e che permetterà all'ex boss mafioso di vivere lontano dalla Sicilia, sotto falsa identità e nel programma di protezione, "voluta da Giovanni e ritenuta indispensabile per scardinare le organizzazioni mafiose dall'interno", precisa. Brusca "ha beneficiato di questa normativa, ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia che ha avuto un impatto significativo sulla lotta contro Cosa Nostra. Le sue confessioni hanno contribuito all'arresto di numerosi mafiosi e alla confisca di beni illeciti - prosegue Maria Falcone -. Tuttavia non si può ignorare che la sua collaborazione non è stata, su ogni fronte, pienamente esaustiva. In particolare, rimane tuttora un'area nebulosa quella riguardante i beni a lui riconducibili, per i quali la magistratura ha il dovere di continuare a indagare e chiarire ogni dubbio: colpire i mafiosi nei loro interessi economici è la pena più dura, privarli del denaro è ciò che li annienta davvero". Il giudizio personale, sottolinea ancora Maria Falcone, "rimane distinto da quello istituzionale. Brusca è autore di crimini orrendi, come Il rapimento e l'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito, che fu tenuto prigioniero per 779 giorni e poi strangolato e sciolto nell'acido e non trovo parole per esprimere il mio dolore e rabbia personale che altrettanto e ancora più grande sarà da chi ha subito questi orrori. Ma proprio per questo, oggi rinnovo il mio impegno, e quello della Fondazione che porta il nome di Giovanni, a continuare a lavorare per il rispetto della legge, fondamento della nostra democrazia".
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