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Calenda sfascia-Pd: mano tesa agli anti Schlein. Ma flirta con la Meloni
31-03-2025, 08:05
Una scelta chiara, netta, perentoria. La voglia di prendere possesso esclusivo del centro, la sua comfort zone naturale. Una prospettiva ideale dalla quale dialogare con destra e sinistra, ma anche per togliersi numerosi sassolini dalla scarpa. È un Carlo Calenda (confermato segretario) privo delle mezze misure quello che ieri ha concluso il congresso nazionale di Azione. «Sono molto grato alla presidente del Consiglio per essere venuta ieri perché è stato un atto di coraggio, non era una platea facile questa. Come è stato un atto di coraggio per me andare al congresso della Cgil, dove non c'era una simpatia istantanea. Però gli ho detto le cose che pensavo». Dopo un iniziale momento di serenità, l'ex ministro dello Sviluppo Economico ha puntato il dito contro il suo storico avversario, il Movimento Cinque Stelle: «C'è un signore, Giuseppe Conte, che sta facendo una speculazione indegna sulla questione delle armi. È stato premier, caro Conte, e in quella sede hai firmato per portare le spese della difesa al 2%. Se hai annusato la paura giusta degli italiani e la vai a utilizzare come hai usato l'abolizione della povertà, caro Conte, non c'è una diversità politica c'è un diversità etica, rispetto a noi. Giuseppe Conte è figlio della tradizione dell'uomo qualunque. È un populista di destra che dovrebbe stare dove è nato: con Matteo Salvini perché sono la stessa cosa». Calenda si è poi rivolto alla parta riformista del centrosinistra. «A Gentiloni, a Picierno, a Gori, a Nardella, a Sensi, allora, a questi amici dico che nessuno chiede a loro di entrare in Azione, perché è un piccolo partito, ma fate qualcosa voi, costruite un partito diverso che si possa federare con noi». Un tema tutt'altro che secondario, toccato nel suo intervento anche dal deputato di Azione, Daniela Ruffino: «Il bipolarismo muscolare di questi anni sta portando l'Italia ai margini delle relazioni internazionali. Con il nostro congresso abbiamo voluto richiamare le forze politiche a un sussulto di responsabilità verso l'Italia. Esercitiamo un'opera di confronto e di dialogo per liberare i due schieramenti dai condizionamenti di due forze anti-italiane come Lega e M5S. Anche con una sola di queste forze al governo, l'Italia rischia di ritrovarsi ai margini dell'Unione Europea». Impossibile per il segretario non toccare infine uno dei tempi politici più scottanti del momento, il riarmo e la difesa europea. «A un certo punto succederà che i grandi Paesi ci diranno: ok Italia, ci va bene tutto, c'è la piazza di Conte, la piazza di Schlein e la piazza di Salvini, dopodiché voi ci siete nella Nato europea o non ci siete? Rimane un gruppo di volenterosi composto da Forza Italia, che questa la linea la tiene, noi, da +Europa - non ci posso mettere Iv perché è contraria al riarmo europeo - e da un pezzo del Pd». Un avvicinamento, quello tra Fratelli d'Italia ed Azione, ancora acerbo per trasformarsi in un sostegno all'esecutivo di centrodestra. Ma che potrebbe portare, in tempi piuttosto rapidi, ad un patto elettorale per sostenere la rielezione del governatore delle Marche, Francesco Acquaroli contro Matteo Ricci, europarlamentare del Partito Democratico, già sindaco di Pesaro. «Penso proprio di sì», ha detto, a tal proposito, Giovanni Donzelli nel corso di un'intervista concessa al quotidiano Repubblica. «Solo chi non è forte nelle proprie idee teme il confronto – ha sottolineato il responsabile dell'organizzazione nazionale di FdI -. Con Calenda su alcune cose siamo d'accordo, su altre no. Calenda fa un'opposizione ferma al governo, ma non all'Italia. Senza preconcetti».
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